Pistoia Novecento 1900 - 1945
a cura di / curated by Annamaria Iacuzzi Philip Rylands
a cura di / curated by
Annamaria Iacuzzi
Philip Rylands
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ALFIERO CAPPELLINI<br />
(<strong>Pistoia</strong> 1905-1969)<br />
Paesaggio a Collegigliato | Landscape at Collegigliato, 1937<br />
Olio su tela | oil on canvas, cm 80 x 110<br />
In basso a destra | bottom right: “Alfiero Cappellini 1937”<br />
Collezione Paolo Priami<br />
Negli anni Trenta Cappellini lavora intensamente al paesaggio<br />
e ne nascono delle visioni strutturate secondo una<br />
composizione larga e distesa, sul cui sfondo le montagne<br />
creano un’alta chiusura scenica mentre in primo piano e nei<br />
piani intermedi si dispongono le case, la natura e l’uomo con<br />
i suoi racconti di quotidiano vivere. Più spesso, però, come<br />
in questo dipinto, il paesaggio è l’elemento solitario della<br />
composizione, in cui la presenza umana si evince solo dagli<br />
oggetti del lavoro e della vita quotidiana che a essa rimandano.<br />
La natura vi è spesso rappresentata spoglia in un cielo<br />
plumbeo, con colori stridenti ma sommessi in cui sembra<br />
evidente una carica di solitudine esistenziale. Piero Bigongiari<br />
ricorda l’amico nella campagna intento a dipingere i<br />
suoi “paesaggi che verdeggiavano cupi”, cercando, tentando<br />
e ritentando, con tutte le sue forze la struttura del quadro<br />
(bigongiari 1985, p. 22). Nasce proprio in questi anni una visione<br />
di paesaggio che diventerà cifra distintiva dell’artista<br />
negli anni seguenti, fino a fare scuola ai giovani allievi della<br />
Scuola d’Arte, nel secondo dopoguerra.<br />
Cappellini worked extensively on landscape in the 1930s, creating<br />
views arranged in broad, spacious compositions, with mountains<br />
forming a lofty scenic closure in the distance, while in the<br />
foreground and middle ground houses, nature, and people with<br />
stories of everyday life are deployed, each with their own story.<br />
More often however, as in this painting, the landscape is the sole<br />
protagonist, with the human presence reduced to objects alluding<br />
to work and daily life. Nature often appears desolate, with a<br />
leaden sky, the subdued yet clashing colors invoking existential<br />
solitude. Piero Bigongiari remembered his friend, in the countryside,<br />
intent on painting his “bleak, green landscapes” trying and<br />
trying again with all his effort to resolve the painting’s structure<br />
(bigongiari 1985, p. 22). At this time Cappellini developed an<br />
approach to landscape that became his distinctive signature in<br />
the years that followed, and taught it to the students of the Scuola<br />
d’Arte after World War II.<br />
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