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cambiamento climatico e valutazione ambientale strategica guida ...

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3. Tendenze e effetti<br />

del global warming<br />

3.1. Previsioni su scala planetaria<br />

Nel corso degli ultimi anni il trend planetario del riscaldamento globale è continuato senza mostrare segni di rallentamento,<br />

evidenziando al contrario una significativa accelerazione confermata anche dalla piena convergenza dei diversi parametri<br />

fisici utilizzati per monitorarlo. [...]<br />

I dati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) relativi agli anni più recenti ed i cui ultimi aggiornamenti<br />

arrivano a coprire il mese di agosto 2010, mostrano in modo oggettivo ed inequivocabile il trend del processo di<br />

global warming.<br />

L’insieme dei due primi quadrimestri del 2010 è stato il più caldo mai registrato sia come media globale planetaria (comprensiva<br />

di terre emerse ed oceani); sia come media continentale complessiva; sia come media continentale dell’emisfero<br />

nord, superando i precedenti record risalenti, rispettivamente, al 2002 (media globale) e al 2007 (medie continentali). Per<br />

quanto riguarda invece il riscaldamento della sola superficie oceanica e quello continentale dell’emisfero sud, il periodo<br />

gennaio-agosto è risultato il secondo più caldo di sempre dopo l’ultimo record che risale, in entrambi i casi, al 1998. [...]<br />

Le temperature medie superficiali degli oceani, dopo aver aggiornato nel 2009 i nuovi record per tre mesi consecutivi<br />

(giugno, luglio, agosto), hanno fatto registrare nel 2010 il secondo livello mai raggiunto dal 1880 (il record relativo ai singoli<br />

emisferi risale al maggio 2005 per L’emisfero Nord e al maggio 1998 per quello Sud). [...]<br />

L’estate 2010 si è inoltre caratterizzata per una serie di eventi estremi, tra cui spicca l’ondata di calore che ha investito la<br />

Russia, eccezionale sia per intensità (temperature di circa 15°C superiori alla norma) sia per durata (quasi due mesi). [...]<br />

Per quanto riguarda infine la zona artica, un’ampia serie di rilevazioni satellitari e di altre tipologie di misurazione (ad<br />

esempio carotaggi) mostrano che le calotte glaciali in Antartide e in Groenlandia si stanno assottigliando a ritmi crescenti. Lo<br />

scioglimento stagionale dei ghiacci artici, tra il 2007 ed il 2009, è stato del 40% superiore a quanto originariamente previsto,<br />

comportando la minima copertura mai registrata: in particolare, nel 2008, per la prima volta il Passaggio a Nord-Est e quello a<br />

Nord-Ovest, che collegano in modo diretto via mare il continente eurasiatico a quello americano, sono stati simultaneamente<br />

liberi dai ghiacci; evento poi ripetutosi nel 2009.<br />

In conseguenza di questi marcati fenomeni di fusione, anche la crescita media annua del livello degli oceani (pari a 3,4<br />

mm negli ultimi 15 anni) è risultata di circa l’80% superiore alle stime.<br />

La concentrazione di CO2 nell’atmosfera risulta attualmente pari a circa 390 ppm con un ritmo di crescita (in aumento)<br />

di 2,5 ppm annue. 8<br />

l rischi e gli impatti dovuti al <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong> variano da area ad area in ragione delle caratteristiche del sistema<br />

interessato, delle sue capacità di adattamento e mitigazione e della natura e della grandezza del <strong>cambiamento</strong> stesso.<br />

In ogni caso negli ultimi tre decenni si sono già registrati impatti significativi a livello planetario, dovuti al rapido innalzamento<br />

della temperatura media planetaria (+0.74° negli ultimi trenta anni), alle variazioni nella quantità delle precipitazioni<br />

(pioggia e neve), all’intensificarsi di eventi estremi, allo scioglimento dei ghiacci polari, del permafrost e dei ghiacciai.<br />

Presumibilmente le maggiori criticità future riguarderanno:<br />

l Acqua: i cambiamenti climatici ridurranno ulteriormente l’accesso ad un’acqua potabile sicura. L’acqua proveniente<br />

dallo scioglimento dei ghiacci oggi soddisfa il fabbisogno di più di un miliardo di persone; se quest’acqua non sarà più<br />

disponibile, le popolazioni che dipendono da questa risorsa ne subiranno le conseguenze e potrebbero essere costrette<br />

a migrare verso altre regioni del pianeta, provocando sconvolgimenti e insicurezza a livello locale o mondiale. Aumenteranno<br />

probabilmente anche le zone colpite da siccità.<br />

l Ecosistemi e biodiversità: dal 20 al 30% delle specie animali e vegetali esaminate finora potrebbe vedere aumentare<br />

il rischio di estinzione se la temperatura media mondiale aumenta di più di 1,5 – 2,5°C.<br />

l Cibo: i cambiamenti climatici dovrebbero far aumentare anche il rischio di carestie; il numero di persone in più a rischio<br />

potrebbe raggiungere svariate centinaia di milioni.<br />

l Coste: l’innalzamento del livello dei mari metterà in pericolo il delta del Nilo, del Gange/Bramaputra e del Mekong ed<br />

entro il 2050 più di un milione di persone in ognuna di queste regioni potrebbe essere costretto ad abbandonare il territorio.<br />

I piccoli Stati insulari sono già colpiti da questo fenomeno.<br />

l Salute: il mutamento del clima avrà effetti diretti e indiretti sulla salute umana e animale. Tra i rischi principali da valutare<br />

vi sono gli effetti di fenomeni meteorologici estremi e l’aumento delle malattie infettive. Le malattie sensibili al clima sono<br />

tra quelle che mietono il maggior numero di vittime in tutto il mondo: la diarrea, la malaria e la malnutrizione da carenza di<br />

proteine hanno causato, da sole, più di 3,3 milioni di morti in tutto il mondo nel 2002, di cui il 29% concentrato in Africa. 9<br />

Note<br />

8<br />

ENEA, novembre 2010, Rapporto energia e ambiente. Analisi e scenari 2009, pag.33<br />

9<br />

Libro Verde della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – L’adattamento ai<br />

cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l’UE {SEC(2007) 849}<br />

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