cambiamento climatico e valutazione ambientale strategica guida ...
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Per facilitare la <strong>valutazione</strong> i criteri possono essere espressi sotto forma di domanda come nell’esempio seguente:<br />
Box 8<br />
Criteri di <strong>valutazione</strong> di obiettivi / strategie / azioni<br />
a. riduce le emissioni di gas climalteranti?<br />
l riduce i consumi energetici?<br />
l È in grado di aumentare l’efficienza energetica?<br />
l promuove o incrementa l’uso di fonti energetiche rinnovabili?<br />
l Può incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti e ridurre il conferimento in discarica?<br />
[...]<br />
b. riduce la vulnerabilità rispetto agli impatti del <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong>?<br />
l Permette l’adattamento attraverso la costruzione di reti ecologiche e la salvaguardia di quelle esistenti?<br />
l Minimizza l’impermeabilizzazione dei suoli in ambito urbano?<br />
l Minimizza la frammentazione del territorio?<br />
[...]<br />
Adattato da Cooper, L. M. (2004), Guidelines for Cumulative Effects Assessment in SEA of Plans, EPMG Occasional Paper 04/LMC/CEA, Imperial College London<br />
Nel valutare significatività o meno degli impatti (<strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong> ‹−› piano / programma) bisogna innanzitutto considerare<br />
che l’orizzonte temporale di riferimento è il lungo periodo. Inoltre vanno presi in considerazione almeno i seguenti criteri:<br />
l probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti<br />
l la possibilità che le previsioni producano impatti negativi su risorse o ambiti particolarmente sensibili e vulnerabili al<br />
<strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong><br />
l la possibilità che le previsioni producano impatti negativi su risorse o ambiti sottoposti a speciale tutela <strong>ambientale</strong> e<br />
paesaggistica<br />
l lo stato dei recettori e il quadro <strong>ambientale</strong> di riferimento<br />
l la possibilità che altri piani o programmi possano generare impatti sui medesimi recettori<br />
l la possibilità che gli impatti eccedano eventuali soglie o limiti stabiliti da leggi, norme, indirizzi sovraordinati<br />
l la possibilità che gli impatti producano altri effetti secondari<br />
l l’effettiva possibilità di mitigare gli impatti<br />
Inoltre rispetto alle tematiche del <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong>, in ragione della necessità di agire in modo tempestivo per contrastare<br />
il riscaldamento globale e ridurre gli impatti che comporta sui sistemi antropici e naturali, diviene strategico non solo<br />
individuare l’alternativa che consente di raggiungere il miglior target di riduzioni delle emissioni e di aumento della resilienza<br />
dei ricettori più vulnerabili, ma anche fissare per quanto possibile i limiti temporali entro cui raggiungerli.<br />
Questo implica prendere in considerazione nella <strong>valutazione</strong>, in particolare per i piani urbanistici e territoriali, anche le<br />
modalità attuative e gestionali, cercando di individuare quelle che garantiscono la massima flessibilità e l’effettiva<br />
attuazione in tempi “brevi” in ragione dei soggetti pubblici e privati coinvolti.<br />
5.3.3. Monitoraggio<br />
La Tavola 15 fornisce un elenco di possibili indicatori correlati al <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong> utili anche per la costruzione del<br />
piano di monitoraggio. Naturalmente vanno selezionati e/o integrati affinché siano pertinenti e rappresentativi dei contenuti<br />
e degli obiettivi, del piano/programma.<br />
Come già esplicitato (cfr. Paragrafo 5.3.1), attraverso la consultazione e la verifica di coerenza esterna si possono trarre<br />
informazioni adeguate anche per la costruzione del piano di monitoraggio, facendo riferimento a banche dati esistenti e a<br />
indicatori già predisposti per il monitoraggio di altri piani, individuando per quanto possibile indicatori misurabili.<br />
Distinguere tra indicatori di contesto (clima e <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong> ed evoluzione dei principali elementi vulnerabili<br />
agli impatti del <strong>cambiamento</strong> stesso) e indicatori di efficienza (stato di attuazione) e efficacia (raggiungimento degli obiettivi/<br />
rispetto dei tempi di attuazione) del piano/programma e delle misure di mitigazione e adattamento, consente di monitorare<br />
l’evoluzione dello scenario di riferimento iniziale e di verificare, contemporaneamente la necessità di un riorientamento del<br />
piano/programma nel caso in cui nella fase attuativa vi siano impatti negativi imprevisti.<br />
Particolare rilevo assume il monitoraggio delle strategie di adattamento, e della loro “tenuta” rispetto al probabile accelerarsi e<br />
intensificarsi del <strong>cambiamento</strong> <strong>climatico</strong>, al fine di far emergere le eventuali elementi critici delle strategie stesse e adottare misure<br />
correttive. In questo modo gli enti locali contribuiscono ad accrescere la conoscenza sulle migliori strategie, è infatti<br />
[...] importante fare in modo che le varie iniziative non siano controproducenti e che non vengano duplicate ad altri livelli<br />
di governo. Grazie ad un coinvolgimento tempestivo degli enti locali e regionali si può garantire che le proposte si integrino<br />
a vicenda, dato che i comuni, le città e le regioni possono fornire informazioni in merito ad esperienze e soluzioni che sono<br />
state già sviluppate a livello subnazionale;[...] 30<br />
Note<br />
30<br />
Parere del Comitato delle regioni sul libro bianco “L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo” (2010/C 79/03),<br />
Raccomandazioni strategiche, punto 5<br />
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