Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
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i neuropeptidi, primo in assoluto fu il TRH, fattore ipotalamico stimolante l'ipofisi.<br />
Nel campo delle neuroscienze, invece, studi <strong>della</strong> fine degli anni '90 hanno<br />
dimostrato che l'assetto anatomico del cervello, al contrario di quanto si riteneva in<br />
precedenza, è variabile perché si possono modificare, in maniera reversibile, le<br />
sinapsi, per rispondere a stimoli diversi, e inoltre se ne possono formare<br />
continuamente di nuove, modificando così la mappa cerebrale di <strong>un</strong>'area. Inoltre si<br />
possono generare, e continuamente si formano, nuove cellule gliali e nuovi neuroni,<br />
che, in particolare nell'ippocampo, si è visto hanno, la f<strong>un</strong>zione di fissare nuove<br />
memorie. In particolare, è stato dimostrato che la neurogenesi è fortemente<br />
influenzata dagli stimoli ambientali, soprattutto lo stress, che è in grado di bloccare la<br />
produzione di nuove cellule nervose.<br />
Negli anni '70, è stato fondamentale l'apporto di G. Engel, che, con il modello<br />
biopsicosociale, descrive la <strong>malattia</strong>, come ho già detto, come risultato<br />
dell'interazione multifattoriale tra sistemi a vari livelli del f<strong>un</strong>zionamento umano, cioè,<br />
cellulare, tissutale, interpersonale, ambientale, organismico. Ogn<strong>un</strong>o di questi fattori<br />
è da soppesare nella sua determinazione dell'esito finale, abbandonando così<br />
definitivamente il modello lineare <strong>della</strong> <strong>malattia</strong>, poiché troppo limitativo. Questo è il<br />
passo decisivo che permette lo sviluppo <strong>della</strong> psicosomatica moderna, che<br />
svincolandosi da <strong>un</strong> approccio eterogeneo, cioè facente riferimento a più teorie di<br />
riferimento, passa a quello olistico, perciò a <strong>un</strong>a visione dell'essere umano<br />
omnicomprensiva. I p<strong>un</strong>ti chiave, del modello vengono esposti da Liposki e sono tre:<br />
il primo è l'importanza dell'indagine <strong>della</strong> relazione tra variabili psicologiche,<br />
biologiche e sociali <strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> <strong>malattia</strong>; il secondo è la considerazione di <strong>un</strong><br />
approccio olistico alla clinica medica ed il terzo è l'importanza di tenere in<br />
considerazione i correlati psicologici e sociali che incidono sull'esordio, sul decorso e<br />
sull'esito delle malattie, comprendendo inoltre la valutazione di aspetti psichiatrici e<br />
<strong>clinici</strong>, come per esempio, il comportamento abnorme di <strong>malattia</strong> che può incidere<br />
sulla compliance.<br />
Di questa relazione tra ambiente sociale e salute, evidenziata anche da studi<br />
epidemiologici, conosciamo ormai anche i meccanismi patogenetici che la<br />
sostanziano, riferibili al sistema dello stress, studiato e oggettivato nel modello che<br />
descriverò nel prossimo capitolo. Da questa nuova visione dell'essere umano che<br />
non può non essere studiato nel suo contesto, cioè nel sistema delle relazioni che lo<br />
riguardano, emerge <strong>un</strong>a linea di ricerca, relativa all'evoluzione dell'individuo.<br />
Essendo ormai evidente che i fattori ambientali influenzano anche lo sviluppo<br />
prenatale producendo effetti sia f<strong>un</strong>zionali che strutturali che durano tutta la vita.<br />
Nella pancia <strong>della</strong> mamma, si realizza <strong>un</strong>a sorta di programmazione, di imprinting<br />
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