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Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni

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endere scientifici i dati di ogni paziente. Engel auspicava che il passaggio dal<br />

modello biomedico a quello biopsicosociale fosse il maggior cambiamento per la<br />

medicina negli anni '70. Purtroppo il cambiamento, anche da come emerge dalla più<br />

recente monografia, non si è compiuto del tutto. Infatti, come 30 anni fa, l'approccio<br />

dominante ai disturbi, oggi, è quello biomedico, con la biologia molecolare come<br />

base delle discipline scientifiche e come conseguenza, <strong>un</strong> progressivo declino<br />

dell'osservazione clinica come sorgente primaria delle sfide scientifiche. D'altro canto<br />

però, le evidenze a supporto del modello biopsicosociale, sono considerabilmente<br />

aumentate nel corso degli anni. Un imponente corpo di ricerche ha documentato il<br />

ruolo degli eventi di vita stressanti e ripetuti o delle croniche sfide ambientali nella<br />

modulazione <strong>della</strong> vulnerabilità individuale alla <strong>malattia</strong> [….], inoltre i confini<br />

tradizionali, tra le diverse specializzazioni mediche, basate sui sistemi organici (es.<br />

cardiologia, gastroenterologia) appaiono sempre più inadeguati nel trattare problemi<br />

e sintomi che si sviluppano trasversalmente alle suddivisioni organiche, richiedendo<br />

quindi <strong>un</strong> approccio olisitico, come avrò modo di spiegare nei prossimi capitoli. Il<br />

benessere <strong>psicologico</strong>, è stato riconosciuto svolgere <strong>un</strong> ruolo protettivo nell'equilibrio<br />

dinamico salute-<strong>malattia</strong> disegnato da Engel. Il bisogno di includere la<br />

considerazione del f<strong>un</strong>zionamento nella vita giornaliera, la produttività, la prestazione<br />

nei ruoli sociali, la capacità intellettuale, la stabilità emozionale e il benessere, sono<br />

emersi come parti cruciali dell'investigazione clinica e <strong>della</strong> cura dei pazienti. Questi<br />

risultati sono diventati particolarmente importanti nei disturbi cronici, dove le cure non<br />

possono prendere da sole il posto degli operatori sanitari o dei familiari dei pazienti<br />

cronicamente ammalati, per i quali poi, il carico emozionale diventa via via più<br />

manifesto. Bisogna dire però, che i pazienti, sono diventati sempre più consapevoli di<br />

questi problemi. Le loro difficoltà nell'affrontare attivamente i disturbi e le loro<br />

conseguenze psicologiche, hanno infatti portato allo sviluppo e alla creazione di<br />

numerose associazioni. In diversi studi controllati per differenti disturbi psichiatrici,<br />

l'uso di strategie psicologiche terapeutiche ha prodotto <strong>un</strong> sostanziale miglioramento<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita, delle risorse di coping e nel decorso del disturbo. Attualmente,<br />

però, la maggior parte degli investimenti nell'ambito <strong>della</strong> salute sono diretti<br />

all'approccio di tipo biomedico e inoltre, la metà dei decessi occorsi in USA, possono<br />

essere attribuiti ad esposizioni e comportamenti largamente prevenibili, come il fumo<br />

di sigaretta, l'obesità e l'inattività fisica (Fava & Sonino, 2008).<br />

Sicuramente, però, negli ultimi 60 anni, la medicina psicosomatica ha posto<br />

numerose domande fondamentali, che hanno contribuito alla crescita di altre<br />

discipline collegate, come la psiconeuroendocrinologia, la psicoimm<strong>un</strong>ologia, la<br />

presa in considerazione <strong>della</strong> relazione tra psichiatra e paziente, la medicina<br />

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