Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
1.NASCITA E SVILUPPO DELLA MEDICINA INTEGRATA<br />
Nel 1936, con <strong>un</strong> articolo pubblicato sulla già allora prestigiosa rivista britannica,<br />
“Nature”, il medico e scienziato canadese, Hans Seyle, descrisse <strong>un</strong>a sindrome<br />
prodotta da diversi agenti nocivi, caratterizzata da <strong>un</strong>a stessa reazione,<br />
indipendentemente dal tipo di sostanze iniettate nell'animale da esperimento. Seyle<br />
segnalò che essa era dovuta ad <strong>un</strong>'ipertrofia <strong>della</strong> corteccia surrenale e da <strong>un</strong>'atrofia<br />
del timo e delle ghiandole linfatiche, insieme alla ulteriore presenza di ulcere<br />
gastriche nell'animale esposto all'esperimento. Questo lavoro è importante perché<br />
chiude la prima fase <strong>della</strong> fisiologia moderna, sintetizzando il lavoro di C. Bernard e<br />
W. Cannon, che per descrivere il f<strong>un</strong>zionamento dell'organismo umano introdussero<br />
il concetto di omeostasi e di stress. Cannon in particolare, introdusse il termine<br />
stress, che significa sforzo, e che fino ad allora era stato utilizzato esclusivamente in<br />
ingegneria da R. Hooke. Lo stress può allora essere definito come lo sforzo messo in<br />
atto in conseguenza di <strong>un</strong> evento che ci impone delle richieste, davanti alle quali<br />
produciamo risposte emozionali, cognitive, comportamentali e fisiologiche a cui<br />
conseguono adattamenti psicologici e fisiologici. Questi adattamenti, altro non sono<br />
che <strong>un</strong> processo di regolazione dellʼambiente interno, in risposta allʼambiente<br />
esterno, ed avvengono per assicurare <strong>un</strong> f<strong>un</strong>zionamento corporeo ottimale, chiamato<br />
omeostasi ( Cannon, cit. in Bottaccioli 2007). Allora, per stress, si intende la risposta<br />
fisiologica, lo sforzo fisiologico, cioè, a ristabilire lʼomeostasi, mentre la causa di tale<br />
sforzo, la minaccia insomma, è chiamata stressor (Seyle 1956). Questa dinamica è<br />
utile agli individui per adattarsi alle nuove situazioni e, nei casi in cui questo avviene<br />
con successo, si può parlare di eustress, <strong>un</strong>o stress buono, costruttivo. Nel caso in<br />
cui però lo sforzo permanga perché la risposta dellʼindividuo non è stata<br />
soddisfacente per la situazione, si parla di distress e cioè di <strong>un</strong>o sforzo negativo che<br />
a l<strong>un</strong>go andare porta allʼesaurimento dellʼindividuo. Questo processo, definito da<br />
Seyle, come “Sindrome Generale di Adattamento” può essere diviso in tre fasi. Nella<br />
prima, la fase di allarme, l'organismo mobilita le sue difese attivando l'asse ipofisi-<br />
ipotalamo-surrene; nella seconda fase, quella di resistenza, se lo stress persiste,<br />
l'evento fondamentale è la sovrapproduzione di cortisolo, che ha come conseguenza,<br />
la soppressione delle difese imm<strong>un</strong>itarie; mentre nell'ultima fase, di esaurimento, si<br />
registra l'esaurimento <strong>della</strong> ghiandola surrenale, con la morte dell'animale da<br />
esperimento, che non più protetto dal cortisolo, presenta lacerazioni <strong>della</strong> mucosa<br />
gastrica. Questo meccanismo, ovviamente, non è da considerare <strong>un</strong>idirezionalmente<br />
dall'alto, cioè dal SNC, verso il basso, il neurovegetativo, ma anzi è da inserire entro<br />
8