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Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni

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maggior parte dei bambini e degli adolescenti affetti da <strong>malattia</strong> <strong>celiaca</strong>; in particolare<br />

nei soggetti di 12 ai 17 anni, periodo <strong>della</strong> vita nel quale i ragazzi tendono ad opporsi<br />

al mondo degli adulti, ricercando <strong>un</strong>a personalità individuale. Questa ricerca è<br />

problematica nella maggior parte dei pazienti celiaci. Il sentimento di difficoltà<br />

collegato con la dieta aglutinata, appare essere assente in famiglia, mentre emerge<br />

significativamente nei momenti di incontro con gli amici (Cinquetti et al., 1997).<br />

Altri studi hanno suggerito che i problemi di alimentazione e di peso nell'infanzia<br />

possono essere fattori di rischio per i disturbi alimentari, soprattutto in adolescenza.<br />

Anche se manca ancora <strong>un</strong>a forte evidenza.<br />

A. Karwautz e al. hanno svolto <strong>un</strong>o studio sistematico sui disturbi alimentari nella<br />

celiachia. I pazienti con <strong>malattia</strong> <strong>celiaca</strong>, sono stati valutati per i disturbi alimentari<br />

attraverso <strong>un</strong> questionario, e inoltre, anche l'indice di massa corporea è stato<br />

registrato. Dai risultati emerge <strong>un</strong> tasso più alto di quanto ci si aspettasse di disturbi<br />

alimentari in pazienti celiaci, e soprattutto di bulimia nervosa. Questo sottogruppo<br />

riportava <strong>un</strong>a minore compliance alla dieta aglutinata e aveva i p<strong>un</strong>teggi più alti nel<br />

questionario sui disturbi dell'alimentazione. Nella maggior parte dei casi la diagnosi di<br />

celiachia precedeva l'esordio dei disturbi alimentari (Karwautz et al., 2008).<br />

Uno studio di follow-up ha seguito 10 soggetti affetti sia da celiachia che da disturbi<br />

dell'alimentazione, dimostrando le complesse vie d'interazione dei disturbi,<br />

comprendendo anche importanti implicazioni cliniche, prognostiche e del<br />

trattamento. Conclusioni importanti che suggeriscono ai <strong>clinici</strong> che trattano i pazienti<br />

affetti da disturbi alimentari o da <strong>malattia</strong> <strong>celiaca</strong> di essere consapevoli delle<br />

implicazioni insite in entrambe le condizioni, per sviluppare <strong>un</strong> piano di trattamento<br />

adeguato ed efficace (Leffler et al., 2007).<br />

P. A. Pynnonen indaga invece, l'incidenza dei disturbi psichiatrici nella <strong>malattia</strong><br />

<strong>celiaca</strong> non trattata, in bambini e adolescenti. Sintomi neurologici come l'atassia,<br />

sono com<strong>un</strong>i nella CD e possono essere l'<strong>un</strong>ica manifestazione del disturbo in alc<strong>un</strong>i<br />

individui con suscettibilità genetica, persino con l'evidenza sierologica <strong>della</strong><br />

sensibilità al glutine, possono non esserci sintomi gastrointestinali o lesioni mucosali.<br />

Di fianco ai sintomi neurologici, i disturbi psichiatrici sono stati evidenziati come<br />

prevalenti nella CD non trattata. Uno studio, ha riportato la precedente storia di<br />

trattamento psichiatrico in <strong>un</strong>'alta percentuale di pazienti con CD, persino anni prima<br />

<strong>della</strong> diagnosi; il 21% (9 su 42) è stato utente di cliniche psichiatriche, per disturbi<br />

nevrotici, ma soprattutto depressivi, 6 di questi hanno ricevuto <strong>un</strong>a pensione di<br />

disabilità per depressione cronica. Solo il 5% (2 su 42) del gruppo di controllo ha <strong>un</strong>a<br />

storia di trattamento psichiatrico. Usando <strong>un</strong>a versione modificata <strong>della</strong> Z<strong>un</strong>g-SDS,<br />

Ciacci e al. hanno trovato che i soggetti con CD hanno significativamente più sintomi<br />

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