Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
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stress cronico, invece, sia il cortisolo sia le catecolamine sopprimono l'attività<br />
imm<strong>un</strong>itaria o più esattamente, dislocano il sistema su <strong>un</strong>a posizione Th2. Il cortisolo<br />
ottiene questo risultato alternado il profilo delle citochine e le catecolamine hanno lo<br />
stesso effetto, perché i recettori beta-adrenergici che recepiscono il segnale non<br />
sono espressi sui linfociti precursori Th1, ma solo sui Th2. Da questo p<strong>un</strong>to di vista,<br />
lo stress cronico, ha sull'imm<strong>un</strong>ità gli stessi effetti <strong>della</strong> terapia farmacologica a base<br />
di cortisone.<br />
Sembrava anche, inizialmente, che nelle prime fasi <strong>della</strong> reazione di stress, fosse<br />
riscontrabile <strong>un</strong>a diminuzione dei globuli bianchi nel sangue. In realtà, si è visto che<br />
non è <strong>un</strong>a riduzione assoluta del numero dei leucociti, ma <strong>un</strong>a loro ridislocazione nei<br />
posti di combattimento. Le cellule imm<strong>un</strong>itarie, infatti, nel corso di <strong>un</strong>a reazione di<br />
stress, passano dal sangue, dalla milza e dal timo alle superfici cutanee, a quelle<br />
mucosali respiratorie, intestinali, genitourinarie e ai linfonodi. Se invece lo stress dura<br />
nel tempo, i leucociti vengono sequestrati nella milza.<br />
La relazione tra stress e imm<strong>un</strong>ità è quindi a doppia faccia, possiamo dire che<br />
dipende dal tempo e dalla quantità di ormoni dello stress immersi nella circolazione.<br />
In corso di stress acuto la risposta imm<strong>un</strong>itaria può essere fortemente esaltata.<br />
Questo legame tra stress e infiammazione è stato indagato da vari p<strong>un</strong>ti di vista, e H.<br />
Black, ha raccolto numerose prove, gi<strong>un</strong>gendo alla conclusione che l'infiammazione<br />
è parte integrante <strong>della</strong> reazione di stress. Numerosi sono i meccanismi, incentrati<br />
sulle citochine infiammatorie in conseguenza <strong>della</strong> reazione di stress. L'interleuchina-<br />
6, in particolare, può essere rilasciata dall'endotelio dei vasi sanguigni e dal grasso<br />
sottocutaneo e viscerale, come conseguenza dell'attivazione del simpatico e <strong>della</strong><br />
produzione di cortisolo, che costringe i vasi e mobilita i depositi di grasso. Del resto,<br />
va anche considerato che, l'eccesso di cortisolo squilibra l'assetto del sistema<br />
imm<strong>un</strong>itario, collocandolo su <strong>un</strong> profilo Th2, che è com<strong>un</strong>que <strong>un</strong>a modalità<br />
infiammatoria, anche se inefficace su virus e tumori.<br />
Come è intuibile, anche il CRH e l'AVP hanno <strong>un</strong> generale effetto antinfiammatorio,<br />
poiché sollecitano la produzione di ACTH, e quindi di cortisolo. Direttamente e<br />
localmente, però questi due ormoni hanno <strong>un</strong>'azione infiammatoria. Il CRH viene<br />
prodotto localmente nei tessuti infiammati, soprattutto dai nervi periferici, ma può<br />
anche essere prodotto dalle cellule imm<strong>un</strong>itarie. E' stato riscontrato in tessuti<br />
infiammati di persone con artrite reumatoide, tiroiditi e colite ulcerosa. Ha <strong>un</strong>'azione<br />
vasodilatativa e ipotensiva ed è capace di far degranulare le cellule mastoidi, con<br />
liberazione di istamina e conseguenti allergie, cioè <strong>un</strong>a risposta di tipo Th2. Al<br />
contrario l'AVP sembrerebbe avere <strong>un</strong> effetto di stimolazione <strong>della</strong> produzione di<br />
interferone-gamma, e quindi <strong>della</strong> risposta Th1. L'effetto infiammatorio complessivo<br />
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