Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni
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7. Discussione<br />
Dal confronto con i dati normativi del FAD, emerge che nelle dimensioni del Problem<br />
Solving, Ruoli, Responsività affettiva e Coinvolgimento Affettivo, il nostro campione<br />
complessivo mostra p<strong>un</strong>teggi più alti. In particolare, inoltre, dalle correlazioni sembra<br />
evidenziarsi <strong>un</strong> “iperf<strong>un</strong>zionamento familiare protettivo”. Questo sembra indicare che<br />
nei soggetti con minore benessere ci sia <strong>un</strong>a maggiore attivazione psicofisiologica<br />
con <strong>un</strong>a maggiore attenzione ai segnali somatici, <strong>un</strong>'internalizzazione <strong>della</strong> rabbia ed<br />
anche minore socievolezza, forse anche a causa dei sentimenti di inadeguatezza,<br />
che probabilmente alla base <strong>della</strong> maggiore connessione familiare le correlazioni<br />
meno forti.<br />
Troviamo che a elevati livelli di Persistenza corrispondono anche maggiori risorse e<br />
coinvolgimento attivo nella vita, ma anche minor Problem Solving familiare. In<br />
individui che mostrano ampiamente di possedere delle risorse “l'iperf<strong>un</strong>zionamento<br />
familiare” è possibile che non entri in gioco perché non necessario.<br />
Sembra inoltre che gli individui che presentino maggiori indici sintomatologici,<br />
abbiano anche nel FAD p<strong>un</strong>teggi più alti, come che la famiglia attuasse <strong>un</strong>a sorta di<br />
protezione maggiore verso questi soggetti più vulnerabili.<br />
E' interessante anche evidenziare che confrontando i risultati delle dimensioni tra<br />
celiaci e loro parenti, siano quasi tutti prive di differenze statisticamente significative.<br />
Questo può sottolineare nuovamente, come è emerso del resto dai risultati delle<br />
correlazioni, che in queste famiglie sembra spesso presente <strong>un</strong> alto f<strong>un</strong>zionamento<br />
familiare soprattutto quando il familiare celiaco presenta più distress, meno<br />
benessere e meno risorse personali. La famiglia agirebbe in questo modo, come<br />
elemento “protettivo” del soggetto in questione, ma potrebbe anche sembrare, come<br />
dicevamo a più riprese <strong>un</strong> “iperf<strong>un</strong>zionamento familiare”.<br />
Abbiamo anche visto che quando il paziente celiaco non presenta distress eccessivo,<br />
ma si mostra più autodeterminato, con maggiore benessere, cooperativo ed anche<br />
con <strong>un</strong>o scopo nella vita più alto, è più autonomo e svincolato dalla famiglia, tanto<br />
che si riducono anche i p<strong>un</strong>teggi di dipendenza e attaccamento e anche i p<strong>un</strong>teggi<br />
del FAD si riducono. Com<strong>un</strong>que, in qualsiasi di questi due casi, la celiachia, implica<br />
<strong>un</strong>'attenzione e l'attuazione di determinate routine e comportamenti di evitamento per<br />
tutto il nucleo familiare, implicando probabilmente che non è possibile scorgere<br />
differenze tra i soggetti celiaci e i suoi familiari all'interno delle dimensioni di<br />
f<strong>un</strong>zionamento familiare, poiché queste famiglie tendono a f<strong>un</strong>zionare <strong>un</strong> po' come<br />
<strong>un</strong> tutt'<strong>un</strong>o.<br />
L'<strong>un</strong>ica differenza, come abbiamo visto, si riscontra nel Controllo Comportamentale<br />
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