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Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni

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sviluppo di specifiche strutture cerebrali, con effetti che persistono nel tempo.<br />

L'esposizione al cortisolo in utero ha effetti sulla struttura dei neuroni e sulla<br />

formazione delle sinapsi. Questo è stato dimostrato sperimentalmente<br />

somministrando a scimmie Rhesus del cortisone, che causa degenerazione e<br />

riduzione del volume dell'ippocampo, e che permane per 20 mesi di età. Piccole dosi<br />

ripetute, che mimano lo stress cronico, hanno effetti più deleteri di <strong>un</strong>a singola dose<br />

elevata. E' stata inoltre dimostrata <strong>un</strong>a programmazione dell'asse dello stress da<br />

parte del cortisolo, nel senso che sia l'ipotalamo che il suo regolatore, l'ippocampo,<br />

sono sensibili all'ormone. L'eccesso di cortisolo induce, infatti, <strong>un</strong>a riduzione dei<br />

recettori, che legano l'ormone. Ma anche, in questo caso, il fatto più inquietante è<br />

che questa alterazione dei recettori, realizzata in fasi precoci, tende a diventare<br />

permanente, e questo causerà difetti di regolazione dell'asse. Com<strong>un</strong>que, al di là dei<br />

difetti, possiamo dire, che il sistema viene configurato, dal primo ambiente di vita.<br />

Questa configurazione, conferirà all'individuo, la sua specificità biologica, che si<br />

tradurrà nella sua reattività individuale agli stimoli stressanti e che quindi influenzerà<br />

anche i suoi comportamenti. Una sovraesposizione al cortisolo in utero, infatti può<br />

condurre a <strong>un</strong>'alterazione nel comportamento da adulto. Alc<strong>un</strong>i studi, per esempio,<br />

hanno associato eventi stressanti nel secondo trimestre <strong>della</strong> gravidanza a <strong>un</strong><br />

aumento <strong>della</strong> schizofrenia. D'altra parte, studi su animali dimostrano che lo stress<br />

prenatale programma <strong>un</strong> aumento dei comportamenti d'ansia, con incremento del<br />

CRH nell'amigdala, che ha effetti stimolanti l'asse dello stress. Anche questa è la<br />

dimostrazione di <strong>un</strong> imprinting che porterà a <strong>un</strong>a sovrapproduzione di cortisolo da<br />

adulto. Questo vuol dire che l'amigdala, cuore <strong>della</strong> risposta emozionale, sarà<br />

programmata per attivarsi più rapidamente e con maggiore forza agli stimoli<br />

stressanti. Un ulteriore dimostrazione, viene da <strong>un</strong>o studio stat<strong>un</strong>itense,<br />

dell'<strong>un</strong>iversità di Madison, hanno condotto <strong>un</strong>'indagine su 430 donne incinte, studiate<br />

per 4 anni e mezzo dopo il parto, sulle quali si è valutata la presenza dello stress e<br />

<strong>della</strong> depressione, mentre nei bambini la presenza di cortisolo salivare a 1, 4, 12<br />

mesi e a 4 anni e mezzo. Lo studio dimostra che lo stress e la depressione materni<br />

incrementano il cortisolo nei bambini. Dimostra anche, che all'età di 4 anni e mezzo,<br />

lo stress materno è in grado di far salire notevolemente il cortisolo dei bambini solo<br />

se questi erano stati programmati, cioè se nelle prime fasi <strong>della</strong> loro vita avevano<br />

subito lo stress materno. Infatti, bambini di 4 anni e mezzo che, nei primi mesi di vita,<br />

non hanno subito lo stress materno non incrementano il cortisolo, anche se si<br />

trovano in <strong>un</strong>a situazione familiare fortemente stressante. Questo vuol dire che è<br />

fondamentale l'imprinting dei primi mesi di vita. I bambini di 4 anni e mezzo con il<br />

cortisolo elevato presentano anche maggiori difficoltà emotive e comportamentali,<br />

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