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Aspetti psicologico-clinici della malattia celiaca: un ... - Sara Stagni

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concordanza <strong>della</strong> <strong>malattia</strong> in gemelli monozigotici (MZ) e diziogotici (DZ), cresciuti<br />

nello stesso ambiente o in ambienti diversi. Dai risultati è emersa <strong>un</strong>a concordanza<br />

<strong>della</strong> <strong>malattia</strong> in gemelli MZ dell' 80%, superiore addirittura al diabete di tipo I. Questo<br />

dato pur confermando l'assoluta rilevanza dell'aspetto genetico, dimostra anche che<br />

fattori esterni o ambientali sono com<strong>un</strong>que necessari per lo sviluppo <strong>della</strong> celiachia.<br />

Per quanto riguarda l'aspetto genetico è noto che la celiachia è strettamente<br />

correlata ad alc<strong>un</strong>i geni HLA. Questi geni fanno parte del maggior sistema di<br />

istocompatibilità, localizzato sul cromosoma 6, in <strong>un</strong>a regione di considerevole<br />

interesse dal p<strong>un</strong>to di vista imm<strong>un</strong>ologico, denominata CELIAC1. Due geni HLA, in<br />

particolare, appaiono indispensabili per lo sviluppo <strong>della</strong> celiachia: il DQ2 e il DQ8.<br />

DQ2 e DQ8 sono glicoproteine espresse sulla superficie delle cellule APC (antigen<br />

presenting cells, vd. Prima) del sistema imm<strong>un</strong>itario. L'importanza <strong>della</strong> stretta<br />

associazione tra celiachia e antigeni di istocompatibilità di classe II risiede nel fatto<br />

che antigeni di natura peptidica, specie di piccole dimensioni, sono riconosciuti dai<br />

linfociti solo quando complessati con antigeni HLA. L'interazione tra questi e i<br />

frammenti <strong>della</strong> gliadina determina l'attivazione dei linfociti T , i cui prodotti di<br />

secrezione, come abbiamo visto precedentemente, svolgono <strong>un</strong> ruolo fondamentale<br />

nel determinismo delle lesioni mucosali. Altri geni sono com<strong>un</strong>que certamente<br />

coinvolti nell'eziopatogenesi <strong>della</strong> celiachia. A sostegno di ciò sta l'osservazione che<br />

in gemelli DZ ma identici per ciò che concerne i geni HLA, la concordanza <strong>della</strong><br />

<strong>malattia</strong> è soltanto del 35% circa. Quindi è possibile immaginare che i geni HLA<br />

esercitino <strong>un</strong> ruolo preminente,necessario ma non sufficiente, per lo sviluppo <strong>della</strong><br />

celiachia; gli altri geni, di volta in volta segnalati in singoli studi ma non replicati in<br />

altri, potrebbero essere invece implicati, a seconda delle popolazioni interessate, nel<br />

determinare aspetti <strong>clinici</strong> peculiari nella celiachia (Martelossi, 2008).<br />

I meccanismi di <strong>malattia</strong> prevedono che il glutine, contenente sequenze in grado di<br />

stimolare specificamente i linfociti T infiltranti la mucosa intestinale, facendoli poi<br />

proliferare e produrre sostanze con attività infiammatoria, in particolare l'IFN-γ .<br />

Inoltre, i diversi frammenti <strong>della</strong> catena aminoacidica del glutine attivano la risposta<br />

imm<strong>un</strong>itaria adattiva, cioè i linfociti T <strong>della</strong> polarità Th1; inoltre vengono rilasciate<br />

citochine, da entrambe le modalità, innata e adattiva. Normalmente il nostro<br />

organismo, come abbiamo spiegato in precedenza, possiede dei meccanismi in<br />

grado di attenuare i forti processi infiammatori dovute a incontrollate reazioni<br />

imm<strong>un</strong>itarie, onde evitare danni irreparabili ai tessuti e agli organi, resta da stabilire<br />

se nell'intestino del celiaco esiste <strong>un</strong> primitivo difetto di regolazione(Gianfrani &<br />

Troncone, 2008).<br />

Sulla base delle considerazioni sopra esposte i geni sembrano svolgere <strong>un</strong> ruolo<br />

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