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L'oro di Fraus - Sardegna Cultura

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Certe cose mettono in crisi tutta la mia filosofia... E se<br />

questo ragazzo avesse tentato il suici<strong>di</strong>o perché implicato<br />

proprio nella morte <strong>di</strong> Benvenuto?<br />

– Suici<strong>di</strong> per imitazione sono noti in me<strong>di</strong>cina legale.<br />

– Ma perché imitare proprio Mariano?<br />

– Il perché io non lo so, ma so che non mi piace.<br />

– Perché non lasci perdere, Veneranda?<br />

– Mah... Ogni morte ci <strong>di</strong>minuisce, è stato detto...<br />

– Certo, specialmente la nostra.<br />

– Neppure questo è detto, che il peggio sia la morte<br />

nostra. È che il mondo <strong>di</strong>venta sempre meno solido. E se<br />

uno si adatta, lascia perdere, be’, allora stiamo freschi.<br />

E si mette a passeggiare con un passo che non lasciava<br />

dubbi sulla sua volontà <strong>di</strong> stare in un mondo solido e pure<br />

maneggevole.<br />

– Che cosa <strong>di</strong>ce Gaetanino Pintus in quel suo componimento?<br />

– Bisogna leggerlo. Sarebbe come raccontare cosa ha<br />

detto Giovannino Beni-beni al vostro attivo questa sera.<br />

– Qual è il tema svolto?<br />

– Il tema? «Che cosa ti pare più preoccupante nel futuro<br />

imme<strong>di</strong>ato e lontano per te e per l’umanità?»<br />

– Nientemeno. E il tuo Gaetanino che ne pensa?<br />

– Tutti gli altri parlano del pericolo <strong>di</strong> guerra nucleare,<br />

Gaetanino <strong>di</strong> visite <strong>di</strong> alieni.<br />

– Bene, allora: la normalità è tornata pure a <strong>Fraus</strong>. La<br />

figlia del gavoese si sposa col siciliano. Cadraus progetta<br />

una <strong>di</strong>scoteca avveniristica. La signora Cadraus è tornata<br />

al tetto coniugale. Zia Lisabetta ha trovato un acquirente<br />

per il lavasecco <strong>di</strong> Mariano e ha venduto i canarini a un<br />

ornitologo dell’Università.<br />

102<br />

– Le donne – aggiunge Veneranda – prima parlavano<br />

<strong>di</strong> Benvenuto con sospiri tristi. Ormai lo nominano con<br />

gli occhi al cielo.<br />

– Anche <strong>Fraus</strong> ha un santo in para<strong>di</strong>so.<br />

– E i nostri ragazzi temono solo la grande bomba. E<br />

allora viva la normalità – ha concluso Veneranda accennando<br />

un brin<strong>di</strong>si a mia moglie che ritornava tra noi e mi<br />

gratificava d’un sorriso misericor<strong>di</strong>oso.<br />

Io per fare il sindaco ho due giorni liberi alla settimana<br />

dal mio lavoro d’insegnante. Nessuno può seccarmi al<br />

mio liceo per gli affari <strong>di</strong> <strong>Fraus</strong>. Che sarebbero le mie lezioni<br />

senza l’or<strong>di</strong>ne tassativo che mi protegge dal sindaco<br />

quando sono il professore? Lo capisce anche chi un luogo<br />

come <strong>Fraus</strong> l’immagina alla buona, a spennellate grosse <strong>di</strong><br />

colore locale. Su <strong>di</strong> me vigila il baffo arcigno <strong>di</strong> Setola.<br />

Usciere e telefonista, Setola vaglia i rapporti col mondo<br />

esterno, ed è il signore dei campanelli che scan<strong>di</strong>scono le<br />

ore <strong>di</strong> lezione.<br />

Ma quel giorno proprio Setola è apparso sul vano della<br />

porta della Terza B. L’aveva aperta senza bussare, o forse<br />

non l’avevo sentito io quel suo bussare, mentre parlavo...,<br />

sì, parlavo dell’immaginario sociale: da Platone a<br />

oggi. Setola ha fatto da laggiù un gesto grave <strong>di</strong> scusa e<br />

ha cominciato la traversata della classe fino a me:<br />

– C’è la sua signora al telefono, <strong>di</strong> là.<br />

Sono andato al telefono, <strong>di</strong> là. E Setola è rimasto a vigilare.<br />

Quando torno, Setola è alle prese con le ragazze. Se lo<br />

sono preso in mezzo per scomporgli il baffo arcigno. Mi<br />

<strong>di</strong>ce qualcosa, Setola, si lamenta <strong>di</strong> qualcosa, forse delle<br />

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