You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
cio armato della legge a <strong>Fraus</strong>: zuppo sporco e spaventato.<br />
E fa pure il gradasso.<br />
– Ma che deve succedere, ancora, alla Casa dell’Orco?<br />
– <strong>di</strong>ce Carletto uscendo quasi subito dal bagno: – Erano<br />
due, i morti male, e abbiamo fatto tre. Ma questo ci voleva.<br />
E cosa teme, che adesso i suoi compari vanno a denunciare<br />
tutto alla giustizia?... Allora, i copre oppure no?<br />
– Al <strong>di</strong>avolo, Carletto, non lo so. Non lo so ancora.<br />
Adesso sono solo stanco. Devo almeno decidere se bisogna<br />
prenderti in parola, anche stavolta. Per fortuna tua, te ne<br />
vai domani. An<strong>di</strong>amo, t’accompagno a casa. Le hai già<br />
pronte le valigie?<br />
– Pronte. Stavolta ho tutto pronto.<br />
A letto, più tar<strong>di</strong>, guardo nel buio. Intrattengo una<br />
voglia <strong>di</strong> tornare io lassù, a portare Miroglio fra<strong>di</strong>cio e<br />
rotto al cimitero nostro, in spalla, a stare con gli altri<br />
morti male <strong>di</strong> questa brutta storia.<br />
In tutto il corpo sento le spine del Muso dei Gatti.<br />
Non ho più moglie che mi tolga le spine mentre le racconto<br />
frottole sulle mie gite notturne nei luoghi spinosi:<br />
e in testa Miroglio che fa la piroetta atterrando giù <strong>di</strong> sotto,<br />
in Casa dell’Orco, dopo il volo dal Muso dei Gatti.<br />
Poi nel salto veglia la notte sul sonno <strong>di</strong> <strong>Fraus</strong>. Silenzio<br />
sonoro <strong>di</strong>lata il tempo e lo spazio. Sul Muso dei Gatti<br />
la luna imbianca gli asfodèli. Sulle stoppie dormono i pastori<br />
che giocavano alla morra. Ed ecco giù in miniera i<br />
cani del vecchio guar<strong>di</strong>ano si riscuotono, odorano il vento.<br />
Un bianco uccello notturno si leva in allarme su mostri<br />
immobili <strong>di</strong> fichi d’In<strong>di</strong>a. Tacciono i grilli, e le rane<br />
236<br />
alla Mandorla Amara. Negli alveari <strong>di</strong> tronco e <strong>di</strong> sughero<br />
le api riprendono il brusio. Un cane abbaia. La notte<br />
trattiene il respiro profondo... La Casa dell’Orco esplode<br />
senza suono: una fluorescenza irrigi<strong>di</strong>sce il cielo. Il buio e<br />
il silenzio ricadono urlando, li risucchia la voragine.<br />
Eccoli, escono. Inu<strong>di</strong>bili i loro passi rimbombano. Dal nido<br />
rotto marciano in ranghi serrati in <strong>di</strong>rezione d’ogni dove.<br />
Sopra <strong>di</strong> loro non c’è più cielo. Sotto <strong>di</strong> loro non c’è<br />
più terra. <strong>Fraus</strong> s’accartoccia bruciando come un foglio <strong>di</strong><br />
stagnola, senza fiamma. Non hanno forma, non colore.<br />
Sono or<strong>di</strong>ne e rigore. Assorbono ogni cosa, in marcia compatta<br />
giù dal nido rotto. Dopo, la notte non sente più se<br />
stessa. Nessuno sente più nessuno. Dopo <strong>di</strong> loro il cristallo<br />
perfetto del nulla.<br />
Mi risveglio in sudore. E riprendo a guardare nel buio.<br />
Il resto della notte, insonne, e il mattino seguente, il fiato<br />
dell’Orco sulla nuca, ho riflettuto, ho immaginato e temuto<br />
vendette dei farabutti, e ho atteso. Lontano da lassù:<br />
mi sembrava che soprattutto bisognava tenersi lontano<br />
dalla Casa dell’Orco. Niente neppure al registratore,<br />
incapace <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> guardarmi vivere per renderne conto.<br />
La seconda mattina, dopo un’altra notte quasi insonne,<br />
libero dalla scuola, sto per uscire <strong>di</strong> casa deciso ad andare<br />
su in miniera, quando squilla il telefono. È il magistrato<br />
della procura, il deus ex machina, quello <strong>di</strong> sempre:<br />
– Sto partendo per <strong>Fraus</strong> – mi fa, e io non so che <strong>di</strong>rgli,<br />
anche se penso ch’è peggio tar<strong>di</strong> che mai stavolta.<br />
– Allora, non è contento, signor sindaco? M’accompagna<br />
a fare questa visitina alla Casa dell’Orco, lì da voi?<br />
237