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«Bene, quantunque il tema non richieda uno svolgimento<br />
<strong>di</strong> fantasia», annotava Veneranda in fondo alla pagina.<br />
Alla prima riga c’è una correzione della maiuscola <strong>di</strong><br />
quel Benvenuto. In seguito non si ripete. L’ho letto e riletto.<br />
Ma si capisce subito perché Veneranda gli dava importanza.<br />
E m’è nato entusiasmo per il suo valore <strong>di</strong> prova,<br />
a parte gl’imbarazzi che mi provoca questo tentativo<br />
<strong>di</strong> Gaetanino d’entrare in contatto <strong>di</strong> parola. Come aveva<br />
fatto una sera <strong>di</strong> due secoli fa, quando il mondo girava ancora<br />
per il suo verso, e io e il mio vice l’abbiamo scacciato<br />
come un cane in chiesa.<br />
Sono corso dallo psicologo che cura Gaetanino all’ambulatorio<br />
Usl. Che cosa può volere <strong>di</strong> meglio un me<strong>di</strong>co<br />
dell’anima da un suo paziente? Così mi pareva. Il me<strong>di</strong>co<br />
dell’anima <strong>di</strong> Gaetanino però non sapeva niente dei fatti<br />
<strong>di</strong> <strong>Fraus</strong>. In che mondo vive? Altro che cerchi concentrici<br />
dopo la caduta del sasso nello stagno <strong>di</strong> <strong>Fraus</strong>: lui nello<br />
stagno ci viene a pesca <strong>di</strong> granchi, ci viene. Come molti,<br />
del resto. È in buona compagnia.<br />
Disinformazione, l’ha chiamata lui stesso, ridendo. Ho<br />
riempito la lacuna. Tutto non potevo <strong>di</strong>rgli. Solo fino al<br />
ritrovamento <strong>di</strong> Benvenuto e al suici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mariano. Se<br />
gli <strong>di</strong>co altro, questo mi prende per matto più <strong>di</strong><br />
Gaetanino, e se mi prende sul serio capace che m’inguaia.<br />
Anche per lui è importante il compito <strong>di</strong> Gaetanino,<br />
certo. Ma soltanto perché ci vede le vicende familiari del ragazzo.<br />
Ognuno mangia ravanelli del suo orto. È scemato il<br />
mio entusiasmo. E ho rimpianto perfino il <strong>di</strong>stacco della<br />
psicologia dalla gran madre filosofia, tornando a casa quella<br />
sera. Pazienza, pazienza indefettibile, <strong>di</strong>ceva il Moro: se<br />
non converte il turco, puntella almeno le nostre volontà.<br />
188<br />
Per la terza volta salivamo verso sera sul Muso dei Gatti,<br />
<strong>di</strong>retti al grande mandorlo sul baratro, io e Carletto, a<br />
caccia <strong>di</strong> marziani. E giuravo che stavolta sarà l’ultima, ma<br />
sapevo d’essere spergiuro.<br />
Carletto intanto mi parlava del pretore nuovo, arrivato<br />
in quei giorni nel nostro mandamento:<br />
– Potrebbe essere un pretore d’assalto. Lo portiamo<br />
quassù...<br />
– O Carletto, ci vuol altro. Io passerei per don<br />
Chisciotte, e tu neppure per Sancio passeresti.<br />
– Basta convincerlo che volevano ucciderla in via<br />
Crispi, quel Badoglio e i suoi compari.<br />
– Miroglio si chiama, non Badoglio. Anche Badoglio<br />
è <strong>di</strong> troppo per lui. Tu però gli crederesti a chi racconta<br />
che l’hanno investito apposta in un budello <strong>di</strong> strada, senso<br />
unico, auto in sosta sui marciapie<strong>di</strong>, traffico come un<br />
nido <strong>di</strong> rondoni all’imbrunire: come fa uno a pensare <strong>di</strong><br />
svignarsela dopo la valentia?<br />
– Io le credo. E infatti quello l’ha fatta franca.<br />
– Grazie tante. A te conviene credermi. Altri no. Adesso<br />
però stiamo attenti, il campo nemico è qui vicino.<br />
Siamo arrivati sul posto del gran mandorlo. <strong>Fraus</strong> da<br />
lassù sembrava un presepio quella sera. Non mancavano<br />
neppure i belati lontani delle greggi nel crepuscolo:<br />
– Guarda un po’, Carletto, com’è tutto bello visto da<br />
quassù.<br />
– Io da qui, lo sa, signor sindaco, io da qui vedo che la<br />
situazione è <strong>di</strong>fficile dal punto <strong>di</strong> vista militare. Armi<br />
adatte non ne abbiamo. E il nemico invece forse sì. Gli<br />
basta piazzarsi su quello spuntone <strong>di</strong> roccia...<br />
– O Carletto, pensi anche d’appellarti alle convenzio-<br />
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