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L'oro di Fraus - Sardegna Cultura

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cominciava a girare in tondo, sbuffava, sospirava, <strong>di</strong>grignava<br />

i dentoni gialli, poi <strong>di</strong> corsa si buttava per la <strong>di</strong>scesa<br />

petando e singhiozzando.<br />

– Mio padre, lui è sempre stato troppo sottomesso al<br />

suo padrone.<br />

– E non poteva neppure sfogarsi un po’ come Badoglio.<br />

– Capace che crepa lassù, solo perché <strong>di</strong>eci anni fa gli<br />

hanno detto tieni gli occhi aperti. Come i soldati giapponesi<br />

nella giungla.<br />

– E chi lo paga per starsene sempre col fucile ben oliato?<br />

– Che ne so io se lo pagano. Dice ch’è sempre stato buttato<br />

in campagna, e buttato in campagna morirà. Qualcosa<br />

gliela dànno, adesso, quei tecnici della Val Ciglione. Da<br />

bere soprattutto. È sempre ubriaco da quando quelli sono<br />

alla miniera.<br />

– Quali tecnici della Val Ciglione? Mai sentiti. Che ci<br />

fanno?<br />

Carletto mi spiega che li vedrò fra poco coi miei occhi.<br />

Lui non sa quanti sono:<br />

– Dicono che stanno facendo esperimenti per coltivare<br />

funghi in galleria.<br />

– E com’è che il sindaco non ne sa un bel niente?<br />

Carletto fa spallucce, <strong>di</strong>ce che comunque a lui quella<br />

gente non gli piace manco un poco.<br />

– Forse perché dànno troppo da bere a tuo padre?<br />

– Sì, proprio per questo, e altro ancora.<br />

– Ma allora era <strong>di</strong> quelli là che parlava quel matto <strong>di</strong><br />

Giuseppe Espis quando <strong>di</strong>ceva che la Val Ciglione s’era rifatta<br />

viva per barare ancora una volta alla miniera. Ma co-<br />

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me mai rintanati a questo modo? E poi mai visti a <strong>Fraus</strong>.<br />

– Sì, in paese li vuole vedere lei, quelli. A messa la domenica<br />

magari, no?<br />

– E tuo padre?<br />

– Sono tornati i bei tempi, per lui. Nemmeno gli uccelli<br />

entrano più alla Casa dell’Orco, da quando ci son loro.<br />

– Bene. Allora forse abbiamo il modo <strong>di</strong> far smettere<br />

certuni <strong>di</strong> pensare al museo del minatore da fare alla Casa<br />

dell’Orco.<br />

Mezza dozzina <strong>di</strong> cani, lupi e bastar<strong>di</strong>, abbaiavano furiosi<br />

dall’altra parte della sbarra, riverniciata <strong>di</strong> rosso, e<br />

ziu Antoni a piè fermo, fucile ad armacollo. Non m’ha riconosciuto.<br />

Faceva il <strong>di</strong>ffidente. Carletto lo sgridava, lo<br />

chiamava fanatico:<br />

– È il sindaco, no? Manco il sindaco conosce questo<br />

matto.<br />

Ziu Antoni ha telefonato con calma a quelli giù in miniera.<br />

I cani mi odoravano addosso <strong>di</strong>ffidenti. Io più inquieto<br />

<strong>di</strong> loro, rinculavo, e ho rischiato un assalto d’api<br />

dell’Orco Madau, per timore dei suoi cani. Finalmente ci<br />

ha dato via libera verso la miniera, giù per la <strong>di</strong>scesa dei<br />

camion del talco, due chilometri <strong>di</strong> vertigine.<br />

E in bocca <strong>di</strong> miniera cinque uomini quasi schierati,<br />

quasi in <strong>di</strong>visa, l’aria quasi seccata, ci aspettavano.<br />

– Ah, il signor Carletto! Ah, il signor sindaco!<br />

Presentazioni. Uno fa il cicerone. Si lavora anche <strong>di</strong><br />

domenica, qui, ci spiega. In certi locali però non si può<br />

entrare: incubazione del micelio:<br />

– Sono sistemi avanzati, sa? In galleria, senza letami,<br />

un segreto per funghi giganti, se tutto va per il suo verso.<br />

Nella vecchia officina <strong>di</strong> manutenzione e nella lampi-<br />

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