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L'oro di Fraus - Sardegna Cultura

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Ciglione stava facendo prospezioni in segreto alla miniera,<br />

alla ricerca dell’oro <strong>di</strong> <strong>Fraus</strong>. E voleva organizzare una<br />

vertenza con la Val Ciglione. Come ai bei tempi. Lui lassù<br />

ci vede in azione la sua eterna controparte, da vecchio<br />

minatore sindacalista, <strong>di</strong>eci anni ormai che la miniera è<br />

chiusa. I ragazzini ci vedono i marziani, oggi. E il nostro<br />

magistrato un covo <strong>di</strong> pastori che sequestrano. E prima<br />

ancora noi ci vedevamo l’orco e mille <strong>di</strong>avoli.<br />

– Ci si immagina inferni conservati, qui da noi, per<br />

non saper pensare neppure a para<strong>di</strong>si persi. Ma da queste<br />

parti è sempre legittima ogni angoscia.<br />

– Già, ciascuno ci pensa ciò che teme, alla Casa dell’Orco.<br />

– Per buone ragioni – mormora ancora Veneranda.<br />

Ma non insiste più: anche la Vergine <strong>di</strong> Ferro ha rassegnazioni<br />

femminili. Poi, quando si congeda, rimane a<br />

chiacchierare con mia moglie sulla soglia. Io m’addormento<br />

davanti alla tivù, mentre sento e non sento che loro<br />

parlano dei fatti alla miniera, parlano dell’Orco, e forse<br />

sogno giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> corallo, e telai d’oro <strong>di</strong> fate piccoline<br />

che tessono là sotto i bei corsetti e le babbucce <strong>di</strong> cristallo<br />

che risuonano al vento le notti <strong>di</strong> gran luna.<br />

È domenica l’indomani. Ho riunione alle un<strong>di</strong>ci coi<br />

pastori per gli ovili sociali. Posso dormire fino a tar<strong>di</strong>.<br />

Devo convincerli a costruirli altrove questi ovili, non alla<br />

Mandorla Amara, nel cuore umido d’un salto arido, al<br />

centro della mia utopia.<br />

Ma prima dell’alba Carletto Sambamore messo-guar<strong>di</strong>a<br />

mi sveglia lanciando sassolini contro la finestra. Quasi<br />

avessimo una tresca, il sindaco e il suo vigile. Voleva <strong>di</strong>rmi<br />

com’è che quella notte ha ritrovato Benvenuto.<br />

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In <strong>di</strong>visa da vigile Carletto Sambamore è sempre inappuntabile<br />

e marziale. Ma quella notte era in borghese,<br />

sporco come uno zappatore che ritorna dai suoi campi fra<strong>di</strong>ci,<br />

e con la faccia terrea. Ho il risveglio burbero, io, figurarsi<br />

a quell’ora, con la domenica nel subcosciente. E<br />

poi che razza <strong>di</strong> modo d’annunciarsi: mai saputo ch’esistono<br />

i telefoni? Ah, l’ha fatto per <strong>di</strong>screzione, per non<br />

svegliare tutta la mia casa... Ma me li ha svegliati prima<br />

<strong>di</strong> me, la moglie e il figlio. Ce l’hanno tutti il telefono,<br />

oggigiorno: chiunque può entrare strillando in casa d’altri<br />

finché non gli dài sod<strong>di</strong>sfazione, pronto! Agli or<strong>di</strong>ni! A<br />

<strong>di</strong>sposizione! E smettila Carletto d’implorare con quei gesti...<br />

Hai trovato a Benvenuto? Macché a Benvenuto, ho<br />

trovato Benvenuto, si <strong>di</strong>ce.<br />

– Benvenuto, a Benvenuto... L’ho ritrovato, ha capito?<br />

– E lo vieni a <strong>di</strong>re a me? A quest’ora. E dov’è?<br />

– Sta dentro il pozzo sacro <strong>di</strong> Cavanna. Morto ammazzato.<br />

– Morto, Cristo santo. Sicuro ch’è lui? Sicuro ch’è<br />

morto? E adesso, chi glielo <strong>di</strong>ce a Barbarina. E a Carnera:<br />

quello ce li ha già da prima i pali da carro piantati nel <strong>di</strong><strong>di</strong>etro.<br />

– Signor sindaco, bisogna andarci, fare sopralluoghi.<br />

– Ho capito, ho capito. Lasciami tempo per ri<strong>di</strong>ventare<br />

sindaco, a quest’ora. Sie<strong>di</strong>ti, accomodati. Raccontami<br />

tutto. Anzi no, meglio avvisare subito i carabinieri... A<br />

proposito, perché te ne vieni qui da me, e non dai carabinieri,<br />

eh, Carletto?<br />

Carletto fa gesti, bisbigli e ammiccamenti. Ma che fa?<br />

Dice che gli altri <strong>di</strong> casa non devono sentire. E mi mormora<br />

all’orecchio della sua scoperta, durante una partita<br />

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