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Ma lei era riuscita perfino a far smettere l’uso pecoreccio<br />
<strong>di</strong> vestire giovanotti e ragazze da frauensi genuini per<br />
danzare a moda nostra appena qualche illustre ci onorava<br />
d’una visita. Come in Africa se arriva la sovrana<br />
d’Inghilterra, <strong>di</strong>ceva Veneranda, che ne sapeva un po’ <strong>di</strong><br />
Terzo Mondo.<br />
– Ci fermiamo un poco al pozzo sacro? – ho proposto<br />
a Carletto quando siamo passati lì vicino: – Sono testardo,<br />
io. Voglio capire. Ho ancora un’idea qui che mi ronza.<br />
Ascolta: e se Benvenuto l’avessero ammazzato su in<br />
Casa dell’Orco, e non a <strong>Fraus</strong>? Tu che ne <strong>di</strong>ci?<br />
Carletto <strong>di</strong>ce boh e se ne sta zitto. Insisto:<br />
– Dovrebbe interessarti, invece. Sei guar<strong>di</strong>a, ha compiti<br />
<strong>di</strong> polizia, tra l’altro, no?<br />
– Il maresciallo mi ride sempre in faccia quando glielo<br />
<strong>di</strong>co.<br />
– Ma perché il cadavere l’hanno portato proprio al<br />
pozzo sacro?<br />
– E perché me lo chiede a me?<br />
– Perché è con te che parlo, no? Poi lo possiamo chiedere<br />
anche a tuo padre.<br />
– E perché a mio padre?<br />
– O Carletto, perché rispon<strong>di</strong> alle domande con domande?<br />
– E che male c’è?<br />
– Sono io che t’innervosisco?<br />
– Perché, sono nervoso?<br />
– A me pare <strong>di</strong> sì.<br />
– Facciamo adesso la provvista d’acqua buona qui alla<br />
Mandorla Amara?<br />
– Bravo Carletto, così ci portiamo su e giù in auto i bi-<br />
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doni pieni, carichi come somari. La provvista è meglio<br />
farla quando si ritorna, no? Se no facciamo come il somaro<br />
<strong>di</strong> tuo padre. Te lo ricor<strong>di</strong> il somaro <strong>di</strong> tuo padre ai<br />
tempi della miniera <strong>di</strong> talco?<br />
– No, perché?<br />
– Già, sei troppo giovane. I minatori la facevano a pie<strong>di</strong><br />
questa strada, pane e olive in bisaccia. Ma passando <strong>di</strong><br />
qua facevano provvista <strong>di</strong> quest’acqua: all’andata per loro,<br />
al ritorno per casa: al resto ci pensava tuo padre, con Badoglio<br />
che prima della guerra si chiamava Menelik.<br />
L’hai mai sentito nominare Badoglio-Menelik? No? Era<br />
un asino speciale. Aveva un raglio mai sentito. Enorme.<br />
Quando arrivava in cima alla salita della Casa dell’Orco,<br />
carico <strong>di</strong> bidoni d’acqua della Mandorla Amara, cominciava<br />
coi suoi ragli. Fatta ce l’ha, <strong>di</strong>cevano a <strong>Fraus</strong>, perché<br />
quel raglio si sentiva a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> chilometri. E dopo il<br />
canto prendeva la <strong>di</strong>scesa terribile verso la miniera. Poi è<br />
arrivato Ciarèa-nè, l’ingegner Cerina <strong>di</strong> Pinerolo. Ciarèanè<br />
non sopportava il raglio <strong>di</strong> Badoglio. E ha or<strong>di</strong>nato a<br />
tuo padre <strong>di</strong> non lasciarlo ragliare. Lo <strong>di</strong>sturbava troppo.<br />
E come si fa? Chiedeva tuo padre. Come ti pare, altrimenti<br />
licenzio te e macello il somaro. E tuo padre gliel’ha<br />
fatto capire a Badoglio che raglio d’asino in cielo non ci<br />
deve arrivare: in cima alla salita, quando il somaro faceva<br />
per intonare quel gran raglio, tuo padre con l’imbuto <strong>di</strong><br />
latta lo pestava sul muso in modo persuasivo, finché ha<br />
capito anche la bestia, però da quel canto <strong>di</strong> vittoria non<br />
riusciva lo stesso a trattenersi. Ogni volta in cima lo prendeva<br />
un impulso, una frenesia, giusto come chi deve starnutire<br />
e si trattiene, magari perché sta rubando pecore e<br />
non lo devono sentire. Badoglio adesso non ragliava, ma<br />
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