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<strong>di</strong> caccia al tesoro interrato dagli antichi. Quante volte<br />
l’ho minacciato, Carletto, così severo cogli automobilisti<br />
forestieri, e <strong>di</strong> notte tombarolo in combutta coi peggiori.<br />
Anche adesso, appena sposato, lascia la sposina per farsela<br />
coi morti d’altri tempi. Comunque, resta da spiegare<br />
perché viene da me e non dai carabinieri:<br />
– Io non voglio restarci invischiato, signor sindaco.<br />
– E cosa sono io, il tuo avvocato?<br />
– Io, se si sa come l’ho trovato, mi denunciano come<br />
tombarolo. E perdo il posto, come minimo. Giusto appena<br />
sposato.<br />
– Così la notte impari a usare le mani per frugare in<br />
altri posti, in casa tua, e non dentro le tombe.<br />
– Ma io così ho ritrovato Benvenuto.<br />
– E cosa faccio io? Cosa racconto, che l’ho saputo in sogno?<br />
– Una telefonata anonima, forse.<br />
– E perché non l’hai fatta tu una telefonata anonima ai<br />
carabinieri? Eh? Perché? Non l’hai fatta perché i telefoni<br />
sono controllati, e ti beccavano subito. Per favore, non <strong>di</strong>re<br />
fesserie, Carletto. Ce ne vuole, sai, a darti retta.<br />
– No, non è così. Potevo starmene zitto, no? E Benvenuto<br />
a marcire nel pozzo <strong>di</strong> Cavanna.<br />
– Be’, <strong>di</strong>ciamo che ti credo. Io però non ti copro. Io<br />
sono un sindaco. Lo sai o no che il sindaco è responsabile<br />
massimo <strong>di</strong> polizia nel suo comune?<br />
– Per favore, non mi nomini. Io mi sono fidato a venire<br />
da lei. C’è <strong>di</strong> mezzo un morto male, trovato mentre<br />
commettevo un reato, piccolo, e quelli magari mi prendono<br />
per l’assassino.<br />
– E lo meriteresti, per come ti comporti.<br />
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– È vero. Lei qui però è il migliore. È quello che capisce.<br />
Io mi sono fidato <strong>di</strong> lei più <strong>di</strong> mio padre.<br />
Carletto piange, si pulisce coi palmi e si vergogna.<br />
– E va bene, <strong>di</strong>ciamo che per ora io ti copro. Ma devi<br />
prepararti a <strong>di</strong>re il vero a tempo e luogo. D’accordo? È<br />
chiaro?<br />
– Io mi fido <strong>di</strong> lei, è lei qui che capisce.<br />
– Già, comodo. In vita mia ho avuto lo<strong>di</strong> meno interessate,<br />
ti assicuro, Carletto Sambamore.<br />
E così senza saperlo sono stato chiamato in questo ballo<br />
da Carletto Madau, detto Sambamore dalla volta che a<br />
Santa Maria d’Agosto ha invitato una ragazza a ballare<br />
con un «Samba, amore?».<br />
Carletto è scappato come un ladro. Ho chiamato il<br />
maresciallo. Ho troncato il rosario d’improperi nugoresi.<br />
Ho dato or<strong>di</strong>ni:<br />
– E si prepari in fretta. Io avverto l’ufficiale sanitario.<br />
Poi passate voi carabinieri a prelevarlo. Io vengo con<br />
Gianuario.<br />
– Si rivolga alla guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca – ripeteva il me<strong>di</strong>co.<br />
– Si svegli, per favore. E cerchi <strong>di</strong> sbrigarsi.<br />
– Ma come si permette?<br />
– Mi permetto. È un or<strong>di</strong>ne del sindaco.<br />
Moglie e figlio mi ronzavano attorno. Lui voleva venire<br />
con me. Lei mi dava or<strong>di</strong>ni su come vestirmi.<br />
Abbiamo fatto strada noi alla camionetta dell’Arma,<br />
nella mia Centoventisette con Gianuario Interramorti,<br />
operaio-necroforo-giar<strong>di</strong>niere. Gianuario parlava, parlava:<br />
l’ora migliore del giorno, per lui. Spegni la sigaretta, per<br />
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