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L'oro di Fraus - Sardegna Cultura

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Il maresciallo ha fatto un cenno, e un carabiniere <strong>di</strong><br />

quei nostri è uscito zitto e svelto.<br />

– Non è per il tuo bene che t’ha fatto tua madre, figlio<br />

mio – gli ha detto una donna che passava mentre portavano<br />

Mariano al cellulare. Stava passando lì per caso, la<br />

vecchietta: non c’erano curiosi per Mariano: altri orrori<br />

contavano <strong>di</strong> più anche qui da noi. Perché quel giorno a<br />

Roma il turcomoro ha sparato al papa.<br />

Ieri notte ho pasticciato un po’ con quest’aggeggio.<br />

Ho comprato apposta un nuovo magnetofono, minuscolo,<br />

da portarmi appresso, così non devo contenderlo a mio figlio.<br />

Non lo conosco bene ancora, e una parte della registrazione<br />

s’è perduta. Meglio così però: che non rimanga<br />

traccia <strong>di</strong> quello sfogo mio privato, fin troppo personale,<br />

al ricordo <strong>di</strong> quei giorni <strong>di</strong> maggio, quando a <strong>Fraus</strong> la vergogna<br />

comune era anche pudore del singolo. Su certi abissi<br />

è meglio non chinarsi, se si soffre <strong>di</strong> vertigini. E io ne<br />

soffro.<br />

A <strong>Fraus</strong> hanno rinviato matrimoni. Il mio barbiere ha<br />

tolto dalla vetrina <strong>di</strong> bottega il suo cartello figo col taglio<br />

unisex.<br />

– E leggeteli i giornali – <strong>di</strong>ceva l’ufficiale sanitario: –<br />

Son cose d’ogni giorno, queste qui, da qualche parte.<br />

– Ogni giorno hai tuoni e lampi in qualche luogo, ma<br />

non nel tuo cortile, lampo ti bruci – gli ha risposto un tale.<br />

Gli uomini la sera in bettola o in ovile giocavano alla<br />

morra, truci, accaniti, al limite <strong>di</strong> voci roche.<br />

I bambini se chiedevano ai gran<strong>di</strong> qualche spiegazione<br />

ricevevano cazzotti in testa.<br />

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La gente camminava rasente i muri.<br />

Il forestiero che voleva informarsi <strong>di</strong> prima mano riceveva<br />

sguar<strong>di</strong> torvi.<br />

E il vecchio parroco nero e occhialuto incedeva accigliato<br />

in mezzo al passeggio festivo, lanciava tutt’attorno<br />

occhiate severe e il gregge dei passeggiatori gli faceva largo<br />

come per rimorso.<br />

– Voi altri me l’avete rovinato questo figlio.<br />

Così ha gridato la madre <strong>di</strong> Mariano a Belisario<br />

Demartis segretario del partito. Voi altri, eravamo i compagni<br />

<strong>di</strong> Mariano alla sezione. Sì, perché per anni la sezione<br />

aveva sede in bottega <strong>di</strong> Mariano, quando Mariano<br />

era ancora sarto e la sezione appena re<strong>di</strong>viva. Sotto gli<br />

schermi serali si facevano tacere i canarini e la bottega si<br />

riempiva fino a tar<strong>di</strong> dei <strong>di</strong>scorsi... <strong>di</strong> studenti ed operai<br />

uniti nella lotta. Si <strong>di</strong>ceva così, allora. Zia Lisabetta qualche<br />

volta s’affacciava, brontolava, faceva gli scongiuri e<br />

molte croci.<br />

E Belisario Demartis come al solito è venuto a piangere<br />

da me. Poi è venuto il giorno peggiore, per Mariano<br />

e per noi. Prima al telefono m’ha chiamato il <strong>di</strong>rettore<br />

delle carceri, con voce, come <strong>di</strong>re? Tutta piena d’unzione,<br />

e m’ha dato la notizia. Poi un funzionario del prefetto per<br />

avvertirmi dell’arrivo del suo capo qui a <strong>Fraus</strong>:<br />

– E non è una visita amichevole – ha aggiunto <strong>di</strong> suo.<br />

Il prefetto a <strong>Fraus</strong>? E quando mai. Mai successo prima,<br />

a memoria del signor Melis, impiegato esecutivo da prima<br />

della guerra. Molti non lo sanno, ma il prefetto è il superiore<br />

<strong>di</strong>retto per un sindaco. E io avevo altro per la testa,<br />

si vedeva. Formiche d’un <strong>di</strong>strutto formicaio, gl’impiegati<br />

al comune non sapevano che cosa fare e dove e co-<br />

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