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L'oro di Fraus - Sardegna Cultura

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– Cos’è, una tappa verso il riconoscimento che l’inferno<br />

così come si <strong>di</strong>ce non c’è più? Ma allora è vero che Santa<br />

Madre Chiesa è più lungimirante della sua succursale<br />

frauense. Per l’e<strong>di</strong>ficazione dei fedeli è sempre meglio un<br />

funerale religioso, no?<br />

– Non posso, figlio santo. Come te lo devo <strong>di</strong>re? In<br />

russo?<br />

L’ho minacciato <strong>di</strong> andare a sobillargli il viceparroco.<br />

Che gli mandavo zia Lisabetta a cantargli il Dies Irae:<br />

– E poi noi altri organizziamo un bel funerale civile,<br />

con ban<strong>di</strong>era rossa e canto relativo. Le piace l’idea?<br />

Il parroco ha allargato le braccia in segno d’impotenza.<br />

Ma le Onoranze funebri «Il Riposo» hanno fornito tutti<br />

i simboli cristiani e la pompa cattolica. Zia Lisabetta ha<br />

voluto la salma a casa. Il viceparroco ci ha fatto una capatina,<br />

a bene<strong>di</strong>re i vivi, e forse pure il morto.<br />

Con mio figlio, Belisario e Veneranda il giorno dopo<br />

seguivamo in auto il carro funebre. C’era solamente un’altra<br />

macchina, <strong>di</strong> parenti meno straniti per questa morte.<br />

Veneranda è stata zitta tutto il tempo. Belisario ripeteva<br />

che bisogna organizzare qualcosa per salvare la faccia del<br />

partito. Io m’abbandonavo all’assillo d’un motivo da ballo.<br />

Mariano lo suonava spesso alle feste, sul palco infrascato.<br />

Lui lo chiamava Tango a bolero sincopato.<br />

Mio figlio mi dà gomito, mi rendo conto che Belisario<br />

mi fa delle domande e aspetta le risposte.<br />

– A pensarci bene – <strong>di</strong>co a sproposito – in fondo quei<br />

tali che al funerale <strong>di</strong> Benvenuto volevano cantare inni <strong>di</strong><br />

giubilo forse non sono tanto strampalati.<br />

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Belisario mi guarda, mi riguarda e smette <strong>di</strong> parlare.<br />

No, non c’è nessuna delle donne che han ballato al suono<br />

<strong>di</strong> Mariano. Qualcuna <strong>di</strong> quelle che han sbirciato alla<br />

finestra il funerale forse l’ha ricordato in questa funzione<br />

d’allegria. Tutte le finestre son rimaste chiuse.<br />

Nessuno t’accompagna <strong>di</strong> quelli che un tempo accompagnavi<br />

nelle danze. Nessuno. Ma ci saranno i morti,<br />

quelli che hai salutato cantando In para<strong>di</strong>sum. E ci saranno<br />

tutti i suonatori del passato, quelli che t’hanno preceduto.<br />

I suonatori delle tre canne in armonia, tutti quanti<br />

fino a zio Guglielmo Cocco che t’ha insegnato a trarne il<br />

suono, tutti, capeggiati da quel Madau antico che s’è portato<br />

le launeddas alla guerra <strong>di</strong> Crimea e ha fatto concorrenza<br />

alle cornamuse scozzesi. E gli organisti. Zio Cesare<br />

che da vecchio ha espunto dal Credo quel porco <strong>di</strong> Pilato<br />

e al suo posto farfugliava sollevando il volume dell’organo<br />

perché il parroco gli proibiva <strong>di</strong> sostituirlo con sant’Antonio.<br />

Ci sono tutti. In para<strong>di</strong>sum deducant te, in tuo adventu<br />

suscipiant te che sei dei loro. Et deducant te là dove stanno<br />

tutt’insieme a ricordare feste che loro hanno rallegrato<br />

fin dalle antiche primavere dei nuraghi.<br />

Per portare Mariano fino al loculo ci deve aiutare Gianuario<br />

Interramorti. Pistis M. c’è scritto col gesso, sul cemento<br />

del loculo. Ci guar<strong>di</strong>amo. Non sappiamo come fare.<br />

Lo mettiamo dentro. Genesio incomincia subito a murare.<br />

Mio figlio sta lì ritto con la croce inutile <strong>di</strong> legno appoggiata<br />

sulla fronte. Gliela prendo e la pianto nella terra<br />

dura.<br />

Ospitano molti uccelli i due plotoni d’alberi del cimitero.<br />

E là sotto ho sentito reale per un attimo l’odore della<br />

stoffa stirata col ferro a vapore.<br />

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