Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph
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B o o k P r e v i e w<br />
Loredana Limone<br />
Il trenino arlecchino e altre storie<br />
Edizioni Associate (Roma)<br />
104 pagine, illustrato<br />
ISBN 88-267-0314-0<br />
Il Trenino Arlecchino e altre<br />
storie è una raccolta di<br />
cinque originali fiabe scritte<br />
per un bambino in<br />
particolare, ma adatte a tutti<br />
i bimbi della scuola<br />
elementare.<br />
E’ frutto della fantasia di<br />
una mamma che, un poco<br />
ogni sera prima di<br />
addormentarsi, ne<br />
imbastiva le fantastiche e<br />
divertenti trame con e per<br />
suo figlio.<br />
Il Trenino Arlecchino – un<br />
treno/bambino protagonista<br />
della fiaba che dà il nome al libro – compie un viaggio che è<br />
la metafora della crescita, della conquista dell’autonomia,<br />
che lo rinsalderà nei suoi principi.<br />
Un giorno gli capita di imbattersi in un bambino che ha fatto<br />
tardi ed ha perso l’autobus per la scuola. Diventeranno<br />
grandi amici, ma … non tutto andrà come avevano previsto<br />
…<br />
Il Trenino Arlecchino dovrà dimostrare di essere veramente<br />
maturato prima di riguadagnare l’affetto dei genitori che, per<br />
uno stupido attimo di leggerezza, crede di aver perso.<br />
Egli, con i suoi errori ed i suoi pentimenti, offre ai giovani<br />
lettori la possibilità di una prima autocritica e li porta per<br />
mano a fare le prime riflessioni sulla propria vita.<br />
Ci sono poi la storia di un panino che non voleva essere<br />
mangiato e di un bambino che diventò il suo migliore amico,<br />
le terribili disavventure del capriccioso Giannino a causa di<br />
un folletto malignetto, la tristezza di un angelo custode<br />
fugata da una provvidenziale coccinella e le meravigliose<br />
vicissitudini di due rondini un po’ bizzarre.<br />
Le cinque fiabe sono scritte in prosa effervescente con<br />
sensibilità, ironia ed attenzione e conquistano anche gli<br />
adulti portandoli a fare delle riflessioni sui comportamenti<br />
quotidiani. Il contenuto, infatti, attinge al vissuto di ogni<br />
giorno da cui l’autrice estrae frammenti di vita che servono<br />
da spunto per chiunque voglia esplorare i legami familiari, i<br />
rapporti tra genitori e figli e, in generale, l’animo umano.<br />
E’ un libro allegro, colorato, armonioso e delicato che lascia<br />
il segno per la sua semplicità e dolcezza. Si intuisce che è<br />
scritta sì con la fantasia, ma anche col cuore e con esso<br />
porta in sé un fondo di realtà; le parole, le azioni dei<br />
simpatici personaggi, sono quelle di un qualsiasi bambino di<br />
oggi e, quindi, in essi riconosciamo i nostri figli.<br />
E’ per questo che colpisce: fa sentire a casa!<br />
Sono fiabe che stuzzicano la fantasia dei bimbi e che li<br />
aiutano ad andare oltre la storia perché contengono<br />
messaggi positivi come l’altruismo, l’amicizia e la generosità;<br />
tutte di profondo contenuto morale si leggono di gusto e<br />
lasciano una solida impressione di buoni valori.<br />
Dalla lettura si possono apprendere nozioni varie: quali sono<br />
i punti cardinali, come si fabbrica il pane in un’industria,<br />
come funziona il nostro apparato digerente, qual è la<br />
particolarità dell’isola di Santorini … e tante altre cose<br />
interessanti da scoprire pagina dopo pagina.<br />
Senza mai perdere di vista il divertimento, nelle mani di<br />
adulti IL TRENINO ARLECCHINO E ALTRE STORIE<br />
potrebbe diventare un validissimo strumento con scopi<br />
educativo-didattici.<br />
Progetto Babele Dodici<br />
IL PARERE DI PB<br />
Un lungo viaggio<br />
di Rohinton Mistry<br />
Una recensione di Silvia Merialdo<br />
Un lungo viaggio. Un viaggio<br />
faticoso, incerto, a volte<br />
disperato, a volte confortato<br />
dalla fede e dagli affetti. È il<br />
lungo viaggio di Gustad,<br />
impiegato di banca a Bombay,<br />
in un mondo che sembra<br />
sempre più sfuggirgli di mano.<br />
Un viaggio tutto interiore, che si<br />
svolge percorrendo le vie del<br />
quartiere, che lo porterà fino a<br />
Delhi ma solo per poche ore e<br />
che si concluderà nella camera<br />
da letto dei figli. Un viaggio<br />
attraverso le incertezze della<br />
vita: una situazione politica tesa<br />
(è il 1971, anno della guerra fra India e Pakistan), una figlia<br />
piccola che non vuol guarire, i dubbi sulla buona fede di un<br />
vecchio amico che si fa vivo in cerca d’aiuto, un caro amico<br />
malato di un male incurabile, un figlio che scappa di casa.<br />
Primo romanzo di Rohinton Mistry, scrittore di religione<br />
parsi nato a Bombay e attualmente residente in Canada,<br />
Un lungo viaggio è un libro delicato, scritto con un ritmo<br />
pacato, con un tono sempre un po’ dimesso, fra l’ironico e<br />
l’amaro, con personaggi ricchi di grande umanità.<br />
Potrei raccontare brevemente la storia, dire del pacco e<br />
della lettera misteriosa che Gustad riceve, come è scritto in<br />
tutte le recensioni, per creare un senso di mistero che<br />
incuriosisca un ipotetico lettore. Ma sarebbe sbagliato, in<br />
quanto questo è solo uno dei molti eventi e, più che il<br />
mistero in senso di giallo o thriller, il vero mistero<br />
raccontato nel romanzo è quello di non sapere dove ci<br />
porterà la nostra strada, di non vedere una soluzione ai<br />
nostri problemi e, nonostante tutto, di continuare ad andare<br />
avanti.<br />
Non racconterò quindi la storia, ma solo due immagini<br />
secondarie e a mio avviso indimenticabili. La prima, un<br />
muro lunghissimo diventato ormai un pisciatoio pubblico a<br />
causa dell’inciviltà dei passanti, trasformato in altare grazie<br />
ai colori di un artista di strada vagabondo che vi dipinge<br />
sopra le divinità e i santi di tutte le religioni. Il muro<br />
profumerà di incenso e fiori, grazie alle offerte dei fedeli,<br />
ognuno al proprio dio o santo, a Buddha, Shiva,<br />
Zarathustra, Cristo o ai luoghi di culto musulmani.<br />
Un muro armonioso, pieno di colori, profumato, con Shiva<br />
accanto alla Madonna, con il fedele musulmano accanto al<br />
parsi. Simbolo di come tutto dovrebbe essere ma non è.<br />
La seconda, una falena che prende il volo, liberata dalla<br />
carta nera attaccata alle finestre nella stanza dei figli,<br />
messa per rispettare l’oscuramento imposto dalla guerra,<br />
ma anche simbolo di tutta l’oscurità interiore di un periodo<br />
di incertezza. Una falena che vola spaventata, non<br />
profumata e colorata come il muro, ma finalmente libera.<br />
Simbolo di come, alla fine dei conti, tutto dovrebbe essere<br />
e, a volte, è. (Silvia Merialdo)<br />
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