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Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph

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edicola/libreria e quando ottieni i<br />

pagamenti sono lunghissimi e<br />

ingestibili finanziariamente. In<br />

sostanza, giusto per dare un<br />

esempio, se vai in stampa con<br />

5.000 copie con il terzo numero (e<br />

lasciamo perdere il costo<br />

tipografico) non sai ancora quanto<br />

hai incassato dal numero uno.<br />

Assolutamente ingestibile.<br />

Internet e la scrittura... qual é<br />

l’approccio di Sherlock Magazine<br />

col mondo di chi scrive in rete?<br />

Un buon rapporto, direi. La rivista<br />

su carta nasce dalla consorella online,<br />

dove si è fatta conoscere e<br />

apprezzare fin dal 2000. Abbiamo conosciuto molti dei nostri<br />

attuali redattori e collaboratori dalla rete e li sproniamo a dare il<br />

meglio anche attraverso il premio letterario SherlockMagazine<br />

Award. Il bando è disponibile su www.sherlockmagazine.it/award/<br />

Carta contro e-book. Un pronostico al volo, chi vincerà?<br />

Bit contro Atomi? Che dire, con la Solid avevamo anticipato la<br />

scommessa a due-tre anni fa. Volevamo essere i primi ad avere<br />

delle collane di letteratura di genere disponibili sotto forma di bit.<br />

Ovviamente abbiamo perso. L’e-Book non è partito come doveva<br />

per variegate ragioni. Credo che la carta continuerà a esistere per<br />

molti anni ancora, alla faccia dei “pompieri” di Fahrenight 451 di<br />

Ray Bradbury ;-)<br />

Sherlock Holmes ha più di cento anni, e tuttavia l’interesse<br />

per le sue imprese non accenna a diminuire. So bene che su<br />

questo argomento si potrebbero scrivere saggi monumentali,<br />

tuttavia quali sono, a vostro parere, le principali ragioni di<br />

questa sorpendente longevità?<br />

Su questo tema, hai ragione, si potrebbe scrivere un libro. E<br />

infatti… l’ho fatto! Nel saggio “L’Universo di Sherlock Holmes”<br />

(Solid Ed. 2001), affronto il tema da tanti punti di vista.<br />

Fondamentalmente il giallo deduttivo parte dalle avventure di<br />

Sherlock Holmes e quindi diviene tappa forzata – per chi prima,<br />

per chi poi - di chi legge gialli. Penso esista un profondo senso di<br />

riconoscimento verso l’opera di Sir Arthur Conan Doyle perché è<br />

stato l’antesignano di tutti i detective e ha saputo forgiare un<br />

personaggio non banale, che si apprezza non solo per la sua<br />

abilità abduttiva, ovvero il procedimento logico ipotetico-deduttivo,<br />

ma anche per i tanti difetti caratteriali e qualche piccolo vizio.<br />

Holmes è l’icona di tutta la detective story e non potrà mai<br />

passare inosservato nella storia delle letteratura, anche se la<br />

generazione di lettori si assottiglia sempre più, sostituita da abili<br />

giocatori di playstation.<br />

Mi pare di notare che su SH si<br />

parli molto (e molto volentieri)<br />

di apocrifi. Anche questo, in<br />

fondo fa parte del fenomeno<br />

Holmes, un personaggio che<br />

resuscita dalle proprie ceneri,<br />

un gioco che coinvolge<br />

scrittori e lettori. Come<br />

risponde il vostro pubblico a<br />

questa “sfida” letteraria? Si<br />

lascia coinvolgere o fruisce<br />

passivamente del materiale<br />

presentato?<br />

L’apocrifo porta con sé pro e<br />

contro. Prima di tutto deve<br />

essere scritto come se lo fosse<br />

stato da Conan Doyle. E questo<br />

è già un primo punto difficile da<br />

raggiungere, stilisticamente parlando. Ancora più difficile è creare<br />

una storia che possa inserirsi tra quelle del canone e non pesti i<br />

piedi a date scomode. Se scrivessimo un racconto bellissimo di<br />

Holmes, ma lo ambientassimo a Londra nel periodo del grande<br />

Iato (1891-1894), commetteremo un errore imperdonabile per gli<br />

sherlockiani in quanto in quel periodo il detective risulta essere<br />

Progetto Babele Dodici<br />

- 87 -<br />

morto, caduto nelle cascate di Reichenbach. Qui subentriamo un<br />

po’ noi che ci assorbiamo gli apocrifi degli autori e ne dobbiamo<br />

analizzare temi, periodi storici e stile. Torna quindi in auge il<br />

pesante lavoro di editing di cui accennavo all’inizio di questa<br />

intervista. Ovviamente tutto questo lo facciamo perché sappiamo<br />

anche che quando ci troviamo davanti a un nuovo caso da<br />

risolvere per Holmes, la curiosità di leggerlo è tanta per tutti,<br />

anche per i più fondamentalisti che snobbano l’arte dell’apocrifo,<br />

ma che in fondo lo leggono comunque. Holmes, grazie agli<br />

apocrifi, può di fatto continuare a vivere e agire come se fosse<br />

ancora qua in mezzo a tutti noi.<br />

Non solo Holmes... infatti su SM trovano spazio altri detective<br />

“classici”, da Poirot a Nero Wolfe. Già ora l’accordo in atto<br />

con Mondadori fa di www.sherlockmagazine.it una sorta di<br />

vetrina della più classica delle collane “gialle”. Avete<br />

intenzione di ampliare questa collaborazione? A quando nei<br />

“Gialli Mondadori” una raccolta degli apocrifi di Sherlock<br />

Holmes scritti dai lettori del sito? :)<br />

Non andiamo troppo in là. Mondadori ci ha permesso di fare il<br />

broadcasting con grande anticipo delle sue collane da edicola<br />

ogni mese. Per il nostro sito è certamente un piccolo scoop che si<br />

rinnova ogni volta che ci arrivano i sei nuovi titoli da presentare e<br />

le sei copertine dalle quali scegliere la più vicina al nostro target.<br />

Da qui a pensare che ci sia materiale per una loro antologia lo<br />

dubito fortemente. Anche perché facciamo già fatica a mettere<br />

assieme i racconti per la nostra rivista…Perché mai dovremmo<br />

darli alla “concorrenza”? Ovviamente scherzo, non possiamo<br />

pensare minimamente di comparare il nostro obiettivo con quello<br />

molto più commerciale di una “signora” Mondatori, e che<br />

ovviamente rispetto tantissimo perché ancora oggi permette di<br />

leggere autori, come ad esempio Anne Perry, che scrive<br />

ambientando le storie nella stessa Londra vittoriana di Conan<br />

Doyle, a prezzi popolari. Commercialmente parlando, non la vedo<br />

attendibile un’antologia di apocrifi italiani sulle loro testate da<br />

edicola. Almeno per il momento.<br />

Progetti per il futuro?<br />

Vorrei allungare la giornata a 48 ore, ma dubito di riuscirci. Il<br />

tempo non basta mai… Se proprio devo dirne una sono anni che<br />

mi piacerebbe portare i contenuti dei siti tematici che curo, quindi<br />

anche quello su Holmes e la detective story, in versione audio.<br />

Una sorta di network radiofonico on-line che permetta di accede a<br />

notizie non più da leggere ma da ascoltare. Per fare questo<br />

servono però potenti server, tanta banda e molto tempo. Tre cose<br />

che attualmente mi mancano davvero molto.<br />

Se ci fosse uno sponsor nei paraggi, però, si faccia avanti…<br />

Chi ricorda?<br />

Per gentile concessione di Luigi Pachì<br />

Intervista a cura di Marco Roberto Capelli<br />

Complimenti a Roberto Lacchè, che, per primo,<br />

ha correttamente individuato l’incipit<br />

proposto nello scorso numero di PB, si<br />

trattava, ovviamente, del “Golem” di Gustav<br />

Meyrink.<br />

E questo è l’incipit inviatoci da Roberto:<br />

Mi tirarono fuori dal carro di fieno che era<br />

mezzogiorno circa. C'ero saltato dentro la<br />

notte precedente, laggiù sul confine, e,<br />

appena sotto il telone, avevo subito attaccato<br />

a dormire.<br />

Avete capito di che libro si tratta? Se la<br />

risposta è sì, scriveteci a<br />

redazione@progettobabele.it indicando autore e<br />

titolo dell’opera.<br />

Al primo che ci avrà inviato la soluzione<br />

esatta, verrà spedita una copia stampata<br />

di “So chi sei… ed altre ossessioni” di<br />

Fabio Monteduro ed, ovviamente, il<br />

vincitore avrà l’onore di proporre<br />

l’incipit per PB13. Buona caccia!

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