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Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph

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par che s’incurvi e che riposi il cielo. (I, 8)<br />

E sono nobili le parole che Venere rivolge ad Enzo, re<br />

di <strong>Sardegna</strong>, figlio naturale di Federico II, perché<br />

riconquisti la secchia, beh diciamo che sono nobili<br />

nella prima parte, perché nella seconda Venere si<br />

ricorda (giustamente) di essere dea dell’amore e allora<br />

gli suggerisce un ottimo motivo per assediare<br />

Bologna:<br />

Va' in aiuto de' tuoi, ché t'apparecchia<br />

nuova fortuna il ciel non preveduta:<br />

tu salverai quella famosa Secchia<br />

che con tanto valor fia combattuta,<br />

che giornata campal nuova né vecchia<br />

non sarà stata mai la piú temuta:<br />

Modana vincerà, ma con fatica,<br />

e tu entrerai ne la città nemica.<br />

Quivi d'una donzella acceso il core<br />

ti fia, la piú gentil di questa etade<br />

che sí t'infiammerà d'occulto ardore<br />

che ti farà languir di sua beltade;<br />

al fin godrai del suo felice amore,<br />

e 'l nobil seme tuo quella cittade<br />

reggerà poscia, e riputato fia<br />

la gloria e lo splendor di Lombardia. – (III, 3-4)<br />

Spero di aver dato un’idea,<br />

per quanto approssimativa,<br />

del poema. E' difficile<br />

riassumere tutte le vicende<br />

e specialmente i personaggi,<br />

che come in ogni poema<br />

cavalleresco che si rispetti,<br />

sono miriadi. In una bella<br />

pagina internettiana, Mario<br />

Verdoglia elenca le<br />

“battaglie maccheroniche”,<br />

cioè battaglie realmente<br />

svoltesi, ma narrate<br />

comicamente (è un<br />

espediente utilizzato tra<br />

l’altro da molto cinema comico, da “Gli allegri<br />

legionari”, “Il giorno più corto” a “Come persi la<br />

guerra”). E qui troviamo l’elenco dei condottieri<br />

modenesi e bolognesi come appaiono descritti nella<br />

“Secchia”, compreso l’ineffabile conte di Culagna con<br />

elmo piumato e duecento buoni a nulla, mentre nel<br />

campo bolognese spicca tra i molti condottieri che<br />

seguono il conte Romeo Pepoli, nientemeno che<br />

capitan Fracassa. Varrebbe la pena di leggere l’elenco<br />

intero, che è già un capolavoro di comicità in sé.<br />

Tassoni, come descrittore di “battaglie<br />

maccheroniche” è qui in compagnia di vari altri<br />

secentisti, con un epigono d’eccezione, François<br />

Marie Voltaire, narratore della “Pulcella d’Orléans”,<br />

dove la battaglia, non dissimilmente da quel che era la<br />

guerra di Troia in nuce, è più che altro attorno alle<br />

grazie della fanciulla che altro. Che dire di più? A chi<br />

ha a cuore il lieto fine, basti sapere che, dopo dodici<br />

canti e qualcosa come ottomila versi, il legato del<br />

Papa arriva a metter pace, e che i Bolognesi fino ad<br />

oggi non hanno recuperato la Secchia, e di questo<br />

sono testimone. Spero anche vi sia venuta un po’ di<br />

curiosità di rileggere questo classico. Lo trovate,<br />

scaricabile, su www.liberliber.it/biblioteca/t/tassoni/<br />

Note:<br />

I testi sono presi da ALESSANDRO TASSONI, La secchia<br />

rapita, edizione critica a cura di O. Besomi, Padova, 1990.<br />

Utili letture: SILVIA LONGHI, Il vestito sconveniente. Abiti ed<br />

armature nella Secchia rapita Italique, n°1 (1998), pp.103-126<br />

ATTILIO MOMIGLIANO, <strong>Studi</strong> di poesia, Laterza, Bari, 1938.<br />

Vedi anche per descrizione delle “battaglie maccheroniche”:<br />

http://web.genie.it/utenti/m/mario.verdoglia/Wargame/Bat<br />

hott/BATHOTT4.HTM<br />

Progetto Babele Dodici<br />

Sto sui pedali immobili di Cipollini<br />

di Alessandra Nassuato<br />

Sono un oggetto smarrito in labbra morbide e sensuali.<br />

Mi sono smarrita nei tuoi baci lenti e umidi e nessuno viene più a reclamarmi.<br />

Non ho un padrone che ricordi di avermi perso e sto così, tra scaffali di<br />

memoria impolverati di noia.<br />

Sto sui pedali immobili di Cipollini in cerca di un senso per la volata finale, sto<br />

sul suo sudore di fatica vana a raggiungere un obbiettivo che non mi invoglia<br />

più.<br />

Ho un cartellino giallo appeso al collo con un numero impresso: 0.<br />

Attorno a me cose.<br />

Dagli occhi insensati, tremanti di paura.<br />

Qualcuno viene a pretendere ciò che è suo, per lo più sono donne.<br />

Io invece aspetto un uomo.<br />

Che non ricordo più, che non riconoscerei se non fosse per questo numero<br />

che mi pesa addosso come un macigno al collo di un suicida.<br />

Fa freddo qui dentro e c’è troppo silenzio e non sento più le dita dei piedi, non<br />

potrei camminare nemmeno se lo volessi.<br />

Ma non voglio.<br />

E nemmeno pedalare.<br />

Se solo avessi ali mi librerei in volo ma non ho nemmeno un misero aquilone<br />

da dirigere dal basso del mio scaffale.<br />

In tasca un foglio, un temperino e un mozzicone di matita mangiucchiata.<br />

Disegno la tua bocca, schiusa e calda e ci poggio sopra la mia.<br />

E riprendo quel film interrotto che rappresenta la mia vita, è l’immagine eterna<br />

di un incontro di labbra.<br />

Ne sento l’odore pulito e candido, ne provo il gusto dolce e lieve, ne assaporo<br />

l’ebrezza.<br />

Labbra lente che si toccano appena, vicine a occhi socchiusi.<br />

Labbra molli e pigre che indugiano a lungo prima di combaciare in un incastro<br />

perfetto.<br />

Labbra accoglienti.<br />

Ma il disegno scompare sotto la pressione della mia lingua e di fogli non ne<br />

ho più.<br />

Ho solo spazio bianco e accecante nella mia testa, spazio illimitato su cui<br />

dipingere lo scambio di saliva tra due ciclisti inerti.<br />

E non ho colori per questo quadro né pennelli, non ho setole abbastanza<br />

sottili per miniare un sentimento tanto evanescente.<br />

Resta il bianco della tela a fare da colonna sonora a questa nostalgia di glorie<br />

passate, resta un flashback attorno al quale la squadra freccia portando al<br />

podio un nuovo eroe.<br />

Non so perché mi sono smarrita.<br />

Non so perché sono nata.<br />

Non so perché non ho voglia di brindare ad un successo che non mi da più<br />

emozioni.<br />

Nessuno mi spolvera.<br />

E invecchio sotto il peso dei ricordi.<br />

Nessuno mi ama.<br />

E muoio sotto il peso del nulla.<br />

Muoio.<br />

- 55 -<br />

IN BREVE

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