Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph
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I G R A N D I D E L L A L E T T ER A T U R A<br />
Oscar Wilde (1854-1900)<br />
A cura di Sabina Marchesi<br />
Difficile coniare una definizione calzante per le opere e l’essenza<br />
di Oscar Wilde, forse in assoluto il personaggio più controverso di<br />
tutta la storia della letteratura. In molti si sono provati a descrivere<br />
con una sola frase il tocco raffinato di questa penna imprevedibile,<br />
capace di colpire in poliedriche direzioni, mischiando la satira alle<br />
tinte fosche del dramma, nascondendo amabilmente feroci<br />
stilettate al cuore dell’aristocrazia e della buona società britannica<br />
dietro una prosa leggera e sarcastica, dove la buona letteratura si<br />
mescola con sofisticata eleganza alla parodia umoristica.<br />
Innumerevoli descrizioni ci sono rimaste di quest’uomo<br />
affascinante, grande (…) conversatore, mente splendida ed acuta,<br />
vissuto sempre sul filo del rasoio, in precario equilibrio tra<br />
l’acclamazione più sfrenata e il più terribile ostracismo, ma la<br />
maniera più calzante per descriverlo è forse quella di attingere ad<br />
alcuni dei suoi detti memorabili (…) destinati ad essere ripetuti e<br />
rivissuti dai posteri, a suffragio perenne della sua memoria.<br />
“La Vita Imita l’Arte più di quanto l’Arte non imiti la Vita” ed è<br />
proprio così che sono tutte le sue opere, un’imitazione continua di<br />
tutto ciò che esiste, o che noi crediamo esista, una<br />
rappresentazione speculare di tutte le umane debolezze, dove<br />
anche le grandiosità nascondono i dettagli più fragili dell’animo<br />
umano.<br />
“Non ho nulla da dichiarare eccetto il mio Genio” che descrive<br />
perfettamente il suo intero modo di vivere, quello di un uomo che<br />
fece dell’eccentricità un pregio, di nascita Irlandese riuscì ad<br />
imporsi all’attenzione della buona società di Londra<br />
affascinandola con la sua irruente personalità e la brillante<br />
conversazione che dominava incontrastata con ingegno ed<br />
audacia i salotti londinesi.<br />
“Riesco a resistere a tutto tranne che alle tentazioni” quasi il<br />
manifesto di “Dorian Gray”, dove la cultura estetica predomina su<br />
tutte le altre virtù, capolavoro assoluto ed unico suo romanzo, che<br />
lo consegna alla storia come L’Esteta dell’Arte (…) disposto a<br />
tutto sacrificare in nome dell’amore per il bello (…) separando una<br />
volta per tutte l’etica e la morale, dall’estetica.<br />
Ed infatti (…) Wilde condusse tutta la propria esistenza al di sopra<br />
e al di là delle comuni convenzioni, ostentando uno stile di vita<br />
provocatorio e spericolato, (…) sfoggiando un’eleganza<br />
stravagante e bizzarra, e per questo fu amato ed odiato da tutta la<br />
società vittoriana, facilmente influenzabile dalle mode e<br />
dall’eccentricità, vanesia e superficiale, ma terribilmente<br />
pericolosa nei giudizi, che erano senza appello e che alla fine lo<br />
condussero alla rovina. Il debutto di ciascuna delle sue commedie,<br />
da “Il ventaglio di Lady Windermere” a “L’Importanza di chiamarsi<br />
Ernesto”, gettavano in subbuglio tutta l’alta società londinese che<br />
accorreva in massa per poi fingere di scandalizzarsi per<br />
l’umorismo al vetriolo e la satira mordente che ne sbeffeggiavano i<br />
vezzi e le abitudini.<br />
Snob, capace di una ironia caustica che non esitava a usare per il<br />
solo desiderio di stupire, Wilde si fece beffe per anni dei migliori<br />
salotti vittoriani, in cui però veniva sempre benevolmente accolto,<br />
fino al giorno in cui questo precario equilibrio si spezzò, i suoi<br />
stessi vizi tanto ostentati, lo tradirono, e la bella società gli voltò le<br />
spalle condannandolo al pubblico lubridio e a una fine<br />
ignominiosa.<br />
Colpisce il fatto che i suoi aforismi siano giunti fino a noi come<br />
esempi di raffinato cinismo e di spietata ironia, quando invece a<br />
una lettura più attenta rivelano, come fu per lui stesso e per la sua<br />
vita, una certa dose di saggezza, e di comprensione per le umane<br />
debolezze. Dorian Gray fece gridare allo scandalo perchè<br />
sembrava incitare le nuove generazioni verso una condotta<br />
amorale e sconsiderata, con la certezza di una sicura immunità,<br />
pure la storia, se sottoposta ad un esame più approfondito,<br />
denota una chiara disciplina morale, sottintesa con ironia ma<br />
visibile, sotto il primo strato di decadente disprezzo.<br />
Fa tutto parte del sottile snobismo di Wilde (…) una continua sfida<br />
alla società vittoriana, un pericoloso gioco al massacro dove quel<br />
che conta è sempre è riuscire, ogni volta, a stupire. Un doppio (o<br />
triplo) salto mortale, che consente all’autore di dar ragione al<br />
proprio interlocutore e, ciò non di meno, di deriderlo.<br />
Non esistono libri morali o immorali … i libri sono scritti bene, o<br />
scritti male. Questo è tutto<br />
Sembra un’affermazione irriverente, immorale, puramente<br />
Progetto Babele Dodici<br />
- 64 -<br />
C O N S I G L I D I L E T T U R A<br />
Oscar Wilde<br />
(Dublino 1854 - Parigi 1900)<br />
Oscar Wilde è stato<br />
probabilmente il<br />
maggior esponente<br />
dell'estetismo<br />
letterario, che tentò<br />
di definire come la<br />
ribellione dell'artista<br />
alle brutture del<br />
mondo moderno, e<br />
può essere<br />
compreso nel quadro<br />
più grande del<br />
decadentismo di fine<br />
secolo. Suo padre fu<br />
un celebre oculista<br />
ed antiquario,<br />
mentre sua madre si<br />
impegnò<br />
politicamente per ottenere l'indipendenza irlandese.<br />
Oscar si laureò brillantemente ad Oxford, presso il<br />
Trinity College, già in fama di poeta. Rimasto celebre<br />
per i suoi aforismi, oltre che per le sue usanze<br />
stravaganti, che portarono un certo scandalo tra i<br />
benpensanti dell'epoca, e per le quali era<br />
frequentemente messo in ridicolo su giornali satirici<br />
come il Punch (ma che gli ottennero anche un ciclo di<br />
conferenze in America), in realtà rappresenta uno<br />
scrittore che ha cercato di vivere con assoluta libertà di<br />
artista. Nelle opere più mature, l'estetismo si fonde con<br />
apparenze simboliche, prese dalla cultura francese, e<br />
mostra l'interesse per uno sviluppo puramente dialogico<br />
delle argomentazioni, arrivando a sostenere che è la<br />
natura ad imitare l'arte, e non viceversa, in una<br />
reazione alla cupa visione didascalica della letteratura<br />
vittoriana, fino ad arrivare paradossalmente ad idee<br />
vicine al socialismo nel suo disprezzo per la società<br />
delle macchine.<br />
E' molto noto il suo teatro, che porta a maggiori<br />
raffinatezze ed umorismo il genere boulevardier in voga<br />
all'epoca (Sardou e Dumas figlio): sono molto note Il<br />
ventaglio di Lady Windermere, 1893), e specialmente<br />
L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895). mentre un<br />
significativo manifesto del suo estetismo decadente<br />
rimane il suo romanzo Il ritratto di Dorian Gray (1891),<br />
racconto della seduzione operata dal nobile Lord Henry<br />
Wotton sul giovane Dorian che passa tra le peggiori<br />
dissolutezze, sempre restando giovane di lineamenti,<br />
ma trasferendo lo sfascio della sua vecchiaia su un<br />
ritratto che Dorian coserva in soffitta.<br />
Di tendenze omosessuali, benché sposato con due figli,<br />
fu in carcere per due anni a Reading, dal 1895 al 1897,<br />
ove si ispirò per la sua opera poetica Ballata del<br />
carcere di Reading (1898), che risplende di una pietà<br />
nuova per l'umanità sofferente: si avvicinò al<br />
cattolicesimo nell'anno della morte, anche per un<br />
soggiorno di pochi mesi a Roma, e fu battezzato il<br />
giorno prima di morire a Parigi.