Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph
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Progetto Babele Dodici<br />
Wang Shuo e la “letteratura dei teppisti”<br />
A cura di Melinda Brindicci<br />
melindapechino@hotmail.com<br />
Wang Shuo nasce a Nanchino<br />
nel 1958 ma presto si<br />
trasferisce a Pechino con la<br />
famiglia. Durante gli anni della<br />
Rivoluzione Culturale (1966-<br />
1976) i genitori, costretti a<br />
lasciare la città per recarsi nei<br />
campi di studio-lavoro, lasciano<br />
i figli in città, e da questo<br />
momento inizia per Wang Shuo<br />
un periodo di crimini e galera.<br />
Diplomatosi nel 1976, Wang Shuo si arruola nella marina<br />
militare, ma presto è cacciato e costretto ad impiegarsi in<br />
una farmacia e da questo momento inizia a scrivere romanzi<br />
e racconti.<br />
Nel 1984 scrive il suo primo racconto Kong Zhong Xiaojie (<br />
Air Stewrdesses ottenne presto gran successo negli Stati<br />
Uniti vedendo 10 milioni di copie) e il successo lo porta negli<br />
Stati Uniti dove inizia a lavorare come scrittore di copioni<br />
cinematografici e come direttore cinematografico.<br />
Oggi vive tra Pechino e gli Stati Uniti dove ha raggiunto<br />
fama di grande scrittore e novellista, simbolo della<br />
trasformazione socio-culturale della Cina.<br />
Amato dagli studenti e dagli intellettuali per la sua abilità nel<br />
descrivere gli angoli più bui e oscuri della nuova Pechino,<br />
Wang Shuo fu criticato dalla stampa ufficiale che valutava le<br />
sue opere di scarso valore culturale e fuori degli schemi di<br />
suddivisione in movimenti che caratterizzano la letteratura<br />
cinese moderna. Non rientrando in nessun movimento<br />
letterario, la critica ha classificato le opere di Wang Shuo<br />
come “letteratura dei teppisti” (pizi wenxue).<br />
I protagonisti di Wang Shuo sono tutti fuori della tradizionale<br />
suddivisione in classi della società cinese (operai-contadinisoldati-intellettuali),<br />
sono invece degli sfaccendati,<br />
vagabondi che vivono alla giornata, amano il gioco<br />
d’azzardo i piaceri dell’ alchool e del sesso, sono gli<br />
emarginati della società cinese.<br />
Tale gruppo sociale nasce in Cina dallo scontro fra la crisi<br />
dei valori durante la Rivoluzione Culturale e la politica di<br />
apertura intrapresa da Deng Xiaoping nel 1978, generando<br />
trasformazioni ideologiche e sociali prevalentemente nelle<br />
grandi città come Pechino e Shanghai.<br />
Non è un caso, infatti, che quasi gran parte dei racconti e<br />
dei romanzi di Wang Shuo siano ambientati nella Pechino<br />
post-Rivoluzione Culturale e abbiano come protagonisti<br />
giovani studenti ribelli e desiderosi di nuove esperienze fuori<br />
degli schemi imposti dal partito e dalla società.<br />
Questo è anche il tema presente in Dongwu Xiongmeng (La<br />
ferocia degli animali), scritto da Wang Shuo nel 1991. E’ un<br />
romanzo in prima persona, è scritto nel tipico gergo<br />
popolare dei giovani di Pechino e racconta in modo<br />
realistico storie di giovani ribelli, semplici per un lettore<br />
occidentale, ma assolutamente innovative e fuori degli<br />
schemi per il pubblico cinese.<br />
L’autore è voce narrante del romanzo e protagonista<br />
insieme a Gao Yang, Gao Jin e Wang Ruohai. La storia è<br />
ambientata a Pechino nella metà degli anni Settanta subito<br />
dopo la Rivoluzione Culturale. Lo scrittore ricorda la vita di<br />
un gruppo di dodicenni, liberi dal controllo delle famiglie e<br />
della scuola di cui tutti godevano in quel periodo postrivoluzionario.<br />
Tale situazione genera un senso di libertà ma<br />
anche di solitudine e alimenta un bisogno di legarsi<br />
morbosamente agli amici del gruppo e cercare i primi amori.<br />
Questo gruppo di adolescenti ha anche dei sogni da eroe<br />
nazionale, lo scrittore protagonista, infatti, sogna di entrare<br />
nell’Esercito di Liberazione e sconfiggere gli Americani e i<br />
Russi in una terza guerra mondiale.<br />
La politica ha ancora una volta un ruolo dominante e<br />
s’impone sui giovani e sulle loro scelte di vita, scoraggia la<br />
diversità e incoraggia la conformità a modelli politicamente<br />
imposti. In questo clima risalta la creatività e la diversità<br />
degli adolescenti ribelli di Pechino. (MB)<br />
Da La Ferocia degli animali di Wang Shuo<br />
Traduzione a cura di Melinda Brindicci<br />
“Non ricordo bene che giorno fosse, mi<br />
pare fosse il giorno della festa<br />
nazionale o forse il giorno delle<br />
manifestazioni e delle proteste. Io<br />
partecipai con tutta la scuola ad una<br />
visita della città, a farci da scorta c'era<br />
una guida turistica militare; con una<br />
bandierina di carta fra le mani<br />
seguivamo tutti i il professore che<br />
intonava slogan.<br />
Quel giorno in tutta la città tutte le<br />
istituzioni e tutte le scuole si<br />
organizzarono per le strade,<br />
dappertutto si potevano vedere<br />
bandierine rosse e sentire slogan<br />
intonare. Ad ogni incrocio si vedevano<br />
numerosissimi membri del contingente<br />
militare marciare in modo ordinato e<br />
preciso, anch’essi intonando uno slogan. Alcuni operai ben organizzati<br />
tiravano fuori dal carretto a tre ruote un gran tamburo.<br />
In queste manifestazioni ci si stanca tanto, e bisogna camminare un<br />
bel po’ per arrivare alla piazza centrale, girarle attorno e ritornare<br />
finalmente all’università.<br />
Quel giorno a Tian’an men non ci fu nessun leader ad accoglierci, solo<br />
una grande lanterna rossa e una ringhiera bianca nient’altro.<br />
Facemmo il giro della piazza intonando uno slogan, mentre gli altri<br />
gruppi riprendevano la via centrale per ritirarsi.<br />
Sulla via del ritorno eravamo tutti ammutoliti dalla stanchezza, il sole<br />
era ancora molto forte, tanto che anche gli slogan chiari e forti del<br />
professore di educazione fisica davanti al gruppo, iniziavano pian<br />
piano a diventare sempre più silenziosi. Tutti noi camminavamo per<br />
inerzia e ogni tanto scambiavamo qualche parola, ma alla vista della<br />
signora che vendeva i ghiaccioli ci affrettammo tutti a comprarne uno<br />
per raggiungere poi di nuovo la guida militare che ci accompagnava.<br />
Le strade quel pomeriggio sembravano abbandonate, lavoratori,<br />
studenti e militari riprendevano la via del ritorno e gli slogan che<br />
avevano animatamente animato le vie non si sentivano più, nessuno<br />
più aveva la forza di parlare.<br />
Una decina di persone che indossavano l’abito militare e le scarpe di<br />
pezza cinesi erano sedute sulle biciclette ad un incrocio davanti alla<br />
stazione della polizia, con le mani nelle mani e una sigaretta in bocca,<br />
chiacchieravano animatamente attirando con sfida lo sguardo della<br />
gente.<br />
Quando noi studenti passammo dinanzi a loro, ci guardarono con<br />
superiorità e disprezzo, facendo preoccupare un pò i più rispettosi fra<br />
gli studenti, mentre i professori fecero finta di averli notati.<br />
Erano i miei vecchi amici, ex compagni di classe, proprio quelli che<br />
mia madre mi proibiva di vedere.<br />
Gao Yang fu il primo a vedermi, mi sorrise e mi chiamò e tutti gli altri si<br />
girarono a guardarmi e sorridendomi gridarono:<br />
“Che noia che sei!”<br />
Io spontaneamente mi allontanai dal gruppo della scuola e andai verso<br />
di loro con un cero orgoglio. Molti dei miei compagni di classe mi<br />
guardarono, ma richiamati dai professori proseguirono il cammino<br />
verso la scuola.<br />
Xu Xun mi passò subito una sigaretta “Hengda”, io in piedi dinanzi a<br />
loro cominciai a fumare, con fierezza osservavo i militari che sfilavano<br />
al mio fianco e in un attimo provai un senso di grandezza e superiorità.<br />
Loro intanto parlavano di donne, un tema nuovo. Prima, quando io ero<br />
nel gruppo con loro si parlava solo di con chi fare a pugni, era l’unico<br />
argomento d’interesse. In quel periodo se c’era chi parlava di<br />
qualunque cosa che avesse relazione con le ragazze, non solo veniva<br />
minacciato all’istante, ma veniva anche attaccato unanimemente dal<br />
gruppo, noi eravamo convinti che questo fosse il ruolo e l’onore dei<br />
veri eroi. Era oramai da due mesi che non stavo più col gruppo, e<br />
vedevo che quando loro parlavano di donne lo facevano senza pudore<br />
e con indifferenza, quasi come esperti di belle prede. Così sembrava<br />
dalle loro parole. Capì quindi che in questo periodo avevano<br />
conosciuto un po’ di persone, e non mancavano nomi noti nel gruppo,<br />
non solo mi presentarono alcuni ragazzi potenti, ma avevano anche<br />
rapporti con alcune ragazze.<br />
In quel momento provai la solitudine e il dolore di essere fuori dal<br />
gruppo, di essere rimasto solo.<br />
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