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Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph

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Progetto Babele Dodici<br />

Lo scopritore diventato palla di gomma<br />

di Salvatore Romano<br />

Tante volte ho visitato cantine e soffitte ormai private del loro<br />

fascino, del loro mistero perché qualcuno mi ha preceduto.<br />

Qualcuno privo di poesia, un rude ricercatore di tesori, non un<br />

raffinato scopritore di cimeli pieni di storia come me. Perché io<br />

in realtà sono un poeta di antichi oggetti, un cultore di antiche<br />

tracce dell’uomo nascoste nei più umili oggetti.<br />

Mi sono sempre piaciute le soffitte, quelle di una volta,<br />

basse, appena illuminate da piccole feritoie, piene di<br />

polvere. Quelle, per intenderci, patrizie cadute in disgrazia.<br />

Mi hanno sempre attirato, soprattutto se da tempo<br />

nessuno ci mette più piede. Si, perché il bello è proprio<br />

questo, devo essere il primo ad entrarvi dopo anni di<br />

abbandono, per scoprirvi qualcosa. Cosa di preciso non<br />

so, ma qualcosa. Forse l’essenza!<br />

L’uomo è un animale terribile, dovunque va deteriora,<br />

manomette, compromette. Soprattutto se si intromette in<br />

cose non sue.<br />

Tante volte ho visitato cantine e soffitte ormai private del<br />

loro fascino, del loro mistero perché qualcuno mi ha<br />

preceduto. Qualcuno privo di poesia, un rude ricercatore di<br />

tesori, non un raffinato scopritore di cimeli pieni di storia<br />

come me. Perché io in realtà sono un poeta di antichi<br />

oggetti, un cultore di antiche tracce dell’uomo nascoste nei<br />

più umili oggetti.<br />

Questa passione la scoprii da piccolo, durante le vacanze<br />

estive che passavo in campagna dai nonni ospitato nella<br />

loro vecchia villa. Durante il riposo pomeridiano dei<br />

“grandi” io ne approfittavo per andare su in soffitta a<br />

rovistare tra le antiche cose conservate. Rimanevo<br />

incantato di tutto ciò che scoprivo, giocattoli, libri, porta<br />

gioie, medaglioni, vecchie cornici tarlate, dipinti ormai<br />

anneriti e così via, fino agli oggetti più bizzarri. E’ una<br />

fortuna che i nostri avi amassero conservare ogni cosa,<br />

adesso questa caratteristica l’abbiamo persa. Siamo<br />

schiavi del consumismo, si butta via tutto e si ricompra<br />

nuovo. E abbiamo perso una cosa importante: la forza che<br />

gli oggetti immagazzinano nel corso degli anni. Il risultato è<br />

che non riusciamo più a dialogare col nostro passato, con i<br />

ricordi, perdendo di conseguenza la profondità dei<br />

sentimenti.<br />

Ma io ho continuato a cercare tra le cose antiche e<br />

abbandonate.<br />

Di lavoro infatti faccio lo scopritore.<br />

Lo scopritore è una professione, in effetti, non nuova né<br />

originale. Scopritori sono gli archeologi, gli storici, i<br />

ricercatori. Ma non come lo sono io.<br />

Sono uno scopritore suigeneris, uno scopritore speciale,<br />

oserei dire unico. Perché di scopritori se ne contano a<br />

centinaia, scopritori di cose umili e scopritori di cose<br />

pregiate. Ma non scopritori di sensazioni imprigionate o,<br />

custodite, all’interno di oggetti, i più svariati. Io sono uno<br />

scopritore di sensazioni, di sentimenti, di stati d’animo.<br />

Sono uno scopritore di cianfrusaglie e attraverso oggetti<br />

che possono apparire insignificanti ne traggo la storia che<br />

li ha attraversati.<br />

C’è stato qualche conoscente che ha voluto cimentarsi<br />

nella stessa attività ma, ahimè, fallendo completamente.<br />

Perché non è cosa di tutti, bisogna averci una certa<br />

predisposizione. Bisogna nascerci. E’ una vocazione, è<br />

missione, è il cardine del proprio vivere. Bisogna avvertire<br />

il bisogno interiore di capire per cercare, per trovare<br />

perché, poi, in definitiva si cerca se stessi.<br />

Non sto a raccontarvi oltre cosa mi ha spinto in questa<br />

attività, vi annoierei. Però sento il bisogno di raccontarvi<br />

ciò che mi ha causato questa attività. E quello che mi ha<br />

- 56 -<br />

causato non so definirlo né un fatto positivo né un fatto<br />

negativo, non lo so, forse tutti e due le cose, anzi<br />

sicuramente. Perché in ogni azione della natura c’è un pro<br />

e un contro, e anzi gli aspetti che più ci sembrano negativi<br />

nascondono spesso aspetti benefici.<br />

Dunque, tempo fa mi recai in un vecchio casolare la cui<br />

soffitta era chiusa da un centinaio d’anni. Il proprietario<br />

affermava di non esservi mai entrato perché ne aveva<br />

paura. Durante le notti, asseriva, da sopra giungevano<br />

strani rumori. Dei topi, probabilmente, ma aveva egli paura<br />

pure dei topi. Aprii con molta fatica la vecchia porta di<br />

legno poiché i cardini erano talmente arrugginiti da formare<br />

un unico blocco di ferro.<br />

L’interno era pieno zeppo di cianfrusaglie, piccoli mobili,<br />

statue, quadri, tutto ricoperto di ragnatele e polvere. Iniziai<br />

a spostare qualche oggetto, qualche soprammobile<br />

quando la mia attenzione fu attratta da un grande<br />

specchio.<br />

Era uno specchio alto circa due metri e largo uno, con<br />

intorno una cornice di legno finemente lavorata con teste<br />

di leoni e aquile e volute stile liberty.<br />

Mi ci avvicinai e provai a pulirne la superficie opacizzata<br />

dal tempo ma esso andò in frantumi all’improvviso<br />

cadendomi addosso e…zac, un taglio netto e la gamba si<br />

staccò. Zac, un altro taglio e andò via il braccio. Altri due<br />

colpi e mi ritrovai solo con il busto.<br />

***<br />

Giro la testa in direzione di uno specchio e non mi vedo<br />

male.<br />

Nudo di spalle – © Salvatore Romano

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