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Speciale Sardegna - Centro Studi e Ricerche Aleph

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Scattavo in piedi e recuperavo tutta la mia<br />

roba per tornare su e raccontarlo a Gea.<br />

Mentre risalivo a grandi falcate, canticchiando,<br />

mi tornava in mente quel sottofondo musicale<br />

un po’ elektro che avevo sentito dietro la voce<br />

al telefonino. Strano che lei ascoltasse roba<br />

simile. Mi veniva un dubbio atroce. E se non<br />

fosse stata lei? Un’ipotesi terrificante mi<br />

sconvolgeva, facendomi sbiancare malgrado<br />

l’abbronzatura accesa. E se fossero stati quelli<br />

della radio che mi cercavano per offrirmi il<br />

posto di dj? Ed io avevo detto che Ronnie era<br />

partito. Maledizione, dovevo rintracciarli in<br />

qualche modo. Guardare sull’agenda il<br />

numero. Richiamarli. In quel momento sentivo<br />

suonare ancora il telefonino. Mi sa che ci<br />

stavano riprovando. Un sospiro di sollievo<br />

mischiato al fiatone della gran corsa.<br />

Rispondevo al volo “Siiiii” Ora avrei spiegato<br />

tutto. Avrei detto che era stato solo uno<br />

scherzo per un’amica. Io c’ero e come ed ero<br />

pronto a prendere il mio posto in consolle.<br />

“Posso parlare con Ronnie?” Neanche le davo<br />

il tempo di finire. “Certo che ci sono...Non<br />

sono partito, aspettavo proprio questa<br />

telefonata... “ Sento una risatina sommessa,<br />

dall’altro capo. “Non sei proprio<br />

cambiato…aspettavi proprio me, eh….Che me<br />

le scrivi a fare quelle lettere di rabbia e<br />

contestazione allora?”<br />

Oddio, maledizione. Questa é lei davvero.<br />

Cerco di ribattere qualcosa, dico che mi sono<br />

appena svegliato, aspettavo una telefonata di<br />

lavoro, sono un po’ sfasato. Ma lei continua a<br />

ridacchiare e mi smonta. Dice che ci<br />

risentiamo nei prossimi giorni. Avremo tempo<br />

per discutere. Ha sfoderato il solito<br />

atteggiamento da primadonna. Ed io ho perso<br />

una maledettissima occasione per stroncarla.<br />

Risalgo su e prima ancora di raccontare tutto<br />

a Gea, rovisto fra i libri per trovare il numero<br />

della radio. Ma lei sta facendo la doccia ed è<br />

sintonizzata proprio su quella lunghezza<br />

d’onda. Sento nettissime, al di là della porta, le<br />

parole di Max, il conduttore della top-charts.<br />

“Abbiamo appena parlato col futuro dee-jay<br />

scelto dopo una lunga selezione...Si chiama<br />

Brian e ve lo presenteremo prossimamente.<br />

Inizialmente c’eravamo orientati su un altro<br />

bravissimo dj. Ma ha tradito l’Italia per qualche<br />

spiaggia trendy. Ti auguriamo un estate<br />

focosa ad Ibiza o dovunque tu sia, Ronnie”.<br />

Ed io, trascinandomi a fatica con le ciabattine<br />

da mare fino al terrazzo guardo da su la<br />

piscina e stramaledico la mia idea balorda. Mi<br />

sono bruciato nel giro di cinque minuti due<br />

grosse possibilità. Conquistarmi il posto in<br />

radio e mandare in crisi la Diva. Afferro il<br />

telefonino e, dopo aver preso la mira, lo lancio<br />

in piscina. Almeno per un po’ sarò davvero<br />

introvabile.<br />

Giro le spalle e vado a cercarmi un materasso<br />

su cui sdraiarmi con il condizionatore a palla<br />

per dimenticare tutto in un sonno beato.<br />

© Patricia Wolf<br />

patriciawolf@libero.it<br />

Progetto Babele Dodici<br />

CONSIGLI DI LETTURA<br />

Amélie Nothomb: incastri e labirinti<br />

A cura di Fortuna Della Porta<br />

Alla curva delle prime parole si<br />

concepisce l’idea di una storia<br />

improbabile e affascinante perché di<br />

taglio surreale. Il romanzo, uno qualsiasi<br />

di quelli arrivati in Italia, da qualunque<br />

punto si inizi la scoperta di quel continuo<br />

caso letterario rappresentato dalla<br />

scrittrice belga Amélie Nothomb, ci<br />

introduce in una fenomenologia umana e<br />

narrativa capace di lasciarci a bocca<br />

aperta. In Dizionario dei nomi propri,<br />

avviene, per esempio, che l’autrice riesca<br />

a mettere in scena il proprio assassinio.<br />

Insomma attraverso una fantasia accesa<br />

e corrosiva fino alla genialità la scrittrice<br />

testimonia di passioni forsennate, omicidi,<br />

storie gotiche e dark, sempre con finale a<br />

sorpresa, scorticando e dipanando le<br />

oscurità, fino a cogliere il grottesco della<br />

condizione umana.<br />

Nei dodici romanzi pubblicati, della cinquantina che ha scritto, si ricava<br />

sempre la stessa stupefatta e ammirata incredulità. Ma al di là di quella<br />

prima impressione di esserci imbattuti in casi assurdi, ci accorgiamo a poco<br />

a poco che la scrittrice ha solo cambiato punto di vista e modo di occuparsi<br />

della psiche e della sorte dei suoi simili. Amélie possiede infatti il talento di<br />

svelare senza ipocrisia e senza pietà i mostri che abitano l’animo umano.<br />

Tutto si svolge poi in una limpidezza di stile, spesso due parole appena per<br />

un periodo, che solo una lettura non frettolosa consente di apprezzare nella<br />

sua complessità e che è frutto di un’ottima formazione classica e di un lungo<br />

vagabondare per mete orientali. Prima dell’approdo belga, Amélie Nothomb<br />

ha seguito i genitori diplomatici e addirittura il Giappone, che ha lasciato<br />

larghe tracce nelle sue emozioni e sulle sue pagine, è la sua terra di nascita.<br />

Come un abito sfogliato da inutili orpelli, le parole si mostrano in trasparenza,<br />

quasi ricondotte alla propria radice essenziale. Si capisce che questo logorio,<br />

che mostra il cuore semantico sotto la corteccia, è determinato da volontà e<br />

applicazione. Nulla è affidato al caso. L’autrice controlla la sua composizione<br />

come un matematico il suo teorema. Sorveglia implacabile il gioco di incastro<br />

millimetrico che deve combaciare come in un mosaico. Sia per il contenuto<br />

che per l’uso della lingua l’autrice pare affidarsi alle stesse regole di rigore,<br />

fino allo scioglimento della vicenda.<br />

La prova di un impegno implacabile a dispetto<br />

della facilità linguistica è la semina tra le frasi di<br />

alti riferimenti culturali, soprattutto di natura<br />

letteraria e filosofica. Spinosa scappa in periodi<br />

apparentemente colloquiali, Platone lo<br />

incontriamo in altre parti. La novità consiste nella<br />

disinvoltura con cui il riferimento colto si camuffa<br />

e scompare in mezzo alle altre parole.<br />

In fondo l’autrice non fa che regalare al pubblico<br />

se stessa, le sue ossessioni e il suo sguardo<br />

disincantato. Non solo nei romanzi tornano di<br />

frequente alcuni temi di evidente riferimento<br />

personale, come il rapporto col cibo, sempre<br />

esasperato, l’amore per l’arte, ma anche nei<br />

romanzi in cui l’autobiografia sembra ai margini,<br />

lei stessa ammette che continua anche in quel<br />

caso a parlare di sé. Così, quando in Cosmetica del nemico una persona<br />

incontra il proprio nemico in aeroporto, l’autrice confessa di sentire davvero<br />

questa nemica forza oscura dentro di sé. Un nemico che la vuole male.<br />

In realtà reduce da una cultura e da una formazione orientale, di cui si è<br />

parlato, il rientro a casa in Belgio non è stato esente da problemi, per la<br />

scrittrice, che proprio attraverso la disciplina dello scrivere che ha scelto di<br />

perseguire in maniera dura e esclusiva, ha potuto districare i suoi assilli.<br />

Quando i riferimenti autobiografici si fanno chiari, conosciamo però una<br />

bimba, dalla ricca e fortunata vicenda umana, assolutamente convinta dal<br />

suo primo vagito della sua forza e della sua unicità. In Metafisica dei tubi il<br />

quadro della sua infanzia nipponica ci viene elargito attraverso l’originale<br />

metafora di un condotto apparentemente inerte, che è appunto la nostra<br />

Amélie, per di più identificato con dio, cosa che ha anche scandalizzato<br />

qualcuno. Ma in fondo la provocazione è implicita in tutte le storie, la ragione<br />

di esse, lo scopo. Un modo per informarci delle contraddizioni che scorrono<br />

in due ambiti interdipendenti: la nostra voragine interna e l’irrazionalità del<br />

mondo. (Fortuna Della Porta)<br />

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