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STORIA DELLA MUSICA

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mottetti, 52 composizioni liturgiche (antifone, inni, sequenze, responsori), 94 chansons a 3 voci, la maggior parte in<br />

francese, altre in latino o italiano<br />

- Gilles Binchois (1400 ca.-1460) cantore presso la cappella di Filippo il Buono, particolarmente stimato per le sue<br />

chansons (54 rondeaux e 9 ballades)<br />

I maestri fiamminghi<br />

Erano i musicisti formatisi nelle città delle Fiandre nel XV e XVI sec; infatti Anversa, Cambrai, Bruges, Tournai<br />

avevano raggiunto una sicurezza economica grazie al commercio e al fiorire dell’industria laniera, che venne<br />

accresciuta grazie all’alleanza con gli inglesi durante la guerra dei Cent’anni.. Lo specchio della situazione economica<br />

fu la costruzione di cattedrali con le conseguenti cappelle musicali. Le Fiandre divennero il centro di sviluppo del<br />

contrappunto imitato. I più grandi esponenti dei maestri fiamminghi furono:<br />

- Johannes Ockeghem (1420-1495) non fu compositore particolarmente prolifico: 13 messe di cui 8 a 4 voci (tra cui<br />

la Missa cuiusvis toni), 10 mottetti, 20 chansons, ma fu il prototipo del compositore fiammingo.<br />

- Josquin de Prez (1440-1521) fu il più grande compositore fiammingo e passò gran parte della sua vita in Italia.<br />

Oltre a padroneggiare la tecnica contrappuntistica, il suo merito storico è quello di porre attenzione alla coerenza<br />

espressiva di testo e musica. Ci rimangono 96 mottetti a 4-6 voci, circa 70 composizioni profane a 3-6 voci in<br />

francese (spesso con testi di alto livello letterario,18 messe a 4 voci (alcune su cantus firmus, altre del tipo<br />

“parodia”, che impiega cioè materiali desunti da un’altra composizione polifonica, ma diversamente combinati)<br />

- Altri musicisti fiamminghi furono Jacob Obrecht e Pierre de la Rue<br />

TESI XI: Le scuole polifoniche italiane del sec.XVI – Teorici e compositori – Semplificazione e purificazione della<br />

polifonia vocale – Riforma e controriforma: il corale – Palestrina – I due Gabrieli, Marenzio, Gesualdo, Vecchi,<br />

Banchieri, Croce, Gastoldi – La progressiva tendenza espressiva, drammatica, rappresentativa<br />

IL CULMINE DEL RINASCIMENTO<br />

Il termine “rinascimento” fu coniato dagli storici Michelet e Burckhard per indicare la civiltà artistica e il pensiero<br />

fiorito nato in Italia nel XV e XVI sec. La rinascita è dell’arte classica che proponeva ideali di vita che facevano credito<br />

alle virtù umane e alla fortuna, al contrario degli ideali di trascendenza e fede presenti nel medioevo. Il Rinascimento,<br />

nato a Firenze all’epoca di Petrarca e Boccaccio, toccò il suo culmine nel ‘500.<br />

La musica è presente in tutte le attività della vita sociale. Un aspetto nuovo nel Rinascimento è il bisogno di “fare<br />

musica” anche da parte dei non professionisti: cantare e suonare diventano parte della formazione di un gentiluomo e<br />

materia di studio per lo stesso principe.<br />

La stampa musicale<br />

Mezzo secolo dopo la prima stampa di Gutenberg, Ottaviano Petrucci diede vita nel 1501 alla prima edizione musicale<br />

stampando una raccolta di 96 chansons a 3-4 voci di autori fiamminghi. Il parigino Pierre Attaignant stampò a partire<br />

dal 1528 varie raccolte stampando ogni nota col suo frammento di rigo. Inizialmente la stampa per musica polifonica<br />

aveva le varie parti affiancate, poi le musiche furono stampate in fascicoli, uno per ogni voce<br />

La tradizione fiamminga<br />

I cantori e musicisti formati nelle scuole fiamminghe, affrontarono con successo le forme profane nazionali. Tra essi<br />

ricordiamo:<br />

- Adriano Willaert (1490 ca.-1562), allievo di Jean Mouton, cantore a Roma, Ferrara, Milano; divenne maestro di<br />

cappella a Venezia, avviando la città a diventare centro della musica sacra cattolica. Tra i suoi allievi illustri:<br />

Andrea Gabrieli, Cipriano di Rore, Gioseffo Zarlino. La sua produzione comprende nel genere sacro 9 messe e altre<br />

350 mottetti , in quello profano 65 chansons, oltre 60 madrigali italiani, alcuni ricercari strumentali a 3-4 voci<br />

- Orlando di Lasso (1532-1594) fu tra i maggiori musicisti fiamminghi. Operò a Parigi, Milano, Palermo, Napoli,<br />

Roma e Monaco, dove morì. Scrisse 58 messe a 4-8 voci, la maggior parte del tipo “parodia”, circa 550 mottetti a<br />

4-5-6 voci, 101 Magnificat, 32 inni sono la produzione sacra; quella profana consta di circa 190 madrigali a 3-10<br />

voci su poesia di Petrarca, Ariosto, Tasso, Bembo, 33 villanelle a 4-8 voci, 145 chansons a 4-8 voci, un centinaio di<br />

Lieder a 4-8 voci. La sua vasta e varia produzione riassume l’esperienza dell’intera musica polifonica del XVI sec.<br />

I mottetti e la produzione profana mostrano la risposta della musica agli stimoli del testo<br />

LA RIFORMA E LA <strong>MUSICA</strong> NELLE CHIESE PROTESTANTI<br />

Per tutto il Medioevo il cristianesimo aveva mantenuto la sua unità religiosa. Questa unità viene a mancare all’inizio del<br />

XVI sec. coi vari movimenti di Riforma ad opera principalmente di Lutero (1483-1546), che fondò con l’affissione<br />

delle 95 tesi a Wittemberg la Chiesa Evangelica Protestante nelle regioni centro settentrionali della Germania, Calvino<br />

(1509-1564) che diede vita ad una Chiesa riformata che attecchì in Svizzera, Francia (ugonotti) Paesi Bassi e Scozia,<br />

Enrico VIII Tudor (1509-1547) re d’Inghilterra, fece approvare dal Parlamento l’Atto di Supremazia, che sanciva la<br />

nascita della Chiesa Anglicana, con a capo il re. Tutte le chiese riformate sostituirono il latino con le lingue nazionali.<br />

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