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STORIA DELLA MUSICA

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All’estero<br />

La sonata a 3 e la sonata a solo per violino fu coltivata anche all’estero, con Purcell, Handel, Couperin, Muffat,<br />

Reinken, Buxtehude, Fux per le sonate a 3; Walther e von Biber per le sonate a solo. Tutti presero a modello, soprattutto<br />

nelle sonate a 3, le sonate italiane<br />

TESI XXVI: La musica strumentale italiana nel XXVIII sec: concerto grosso e concerto solista. Origini italiane della<br />

sonata e della sinfonia moderna. Cenni storici sull’organo, sul violino, sul pianoforte e sul clavicembalo (cembalari,<br />

organari e liutai)<br />

IL CONCERTO BAROCCO<br />

“concerto” significa sia “legare insieme” che “lottare con”, è quindi una composizione in cui coesistono elementi sia<br />

aggreganti che contrastanti. Lo stile concertante del XVII sec., dei Gabrieli, Banchieri, Viadana, Monteverdi, indicava<br />

la mescolanza di voci e strumenti. Invece il concerto barocco fu forma strumentale dedicata agli archi + b.c. e<br />

l’elemento caratterizzante era il contrasto Soli/Tutti. Si affrancò dalla scrittura contrappuntistica grazie a nuovi elementi<br />

linguistico-strutturali, in particolare:<br />

- la ripartizione dei singoli tempi, soprattutto gli Allegro, in alternanze di Soli/Tutti<br />

- la funzione ripetitiva di ritornello dei Tutti<br />

- l’uso di progressioni melodiche e di ripetizioni in eco<br />

L’origine<br />

Il principio fondamentale è il contrasto tra concerto grosso e concertino. L’ “inventore” del Concerto Grosso fu<br />

Alessandro Stradella, che intuì l’effetto che poteva ottenere raddoppiando in alcune parti le voci della sonata a 3. Poco<br />

più avanti, intorno al 1680, Corelli scriveva 12 Concerti Grossi, 8 da chiesa (l’ottavo è il famoso “fatto per la notte di<br />

Natale”) e 4 da camera. Ogni concerto è diviso in 4-6 tempi. La scrittura assomiglia un po’ a quella corale, molto<br />

equilibrata tra le parti.<br />

Se il concerto grosso ebbe origine romane, quello solistico ebbe origini bolognesi, prima di passare a Venezia.<br />

Particolare merito ebbe Giuseppe Torelli<br />

La storiografia classica fece spesso una distinzione netta tra concerto solistico e concerto grosso. Invece non sono poche<br />

le raccolte che sotto il nome generico di “concerti” uniscono a concerti grossi concerti solistici, inoltre in raccolte di<br />

concerti grossi possono essere presenti concerti solistici, come nell’op.8 di Torelli. Un elemento di distinzione stilistica<br />

tra concerto grosso e concerto solistico è che nel primo il concertino tende ad integrarsi nel Tutti, mentre nel secondo il<br />

Solo tende da contrapporsi al Tutti<br />

Il concerto grosso<br />

La produzione fu copiosa in Italia nella prima metà del ‘700, poi andò scemando e si esaurì. Importanti contributi<br />

diedero gli allievi di Corelli, Geminiani in Inghilterra e Locatelli in Olanda, i compositori veneti, tra cui Albinoni,<br />

Marcello e Vivaldi, oltre a A.Scarlatti, Manfredini, Tessarini<br />

Tra gli stranieri il primo che pubblicò concerti grossi fu Muffat. Handel in Inghilterra con l’op.3 e 6. Bach con i<br />

6Concerti Brandeburghesi. Il concerto grosso influì anche sulle suites orchestrali di Fux e Telemann<br />

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