STORIA DELLA MUSICA
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testi sillabici dei melismi di alcuni canti, Kyrie in particolare; elemento caratteristico era la “farcitura”, introduzione di<br />
nuovi brani in un preesistente canto.<br />
La teoria: i modi (o toni) ecclesiastici<br />
Il canto gregoriano si basa su scale eptafoniche ascendenti di genere diatonico appartenenti a 8 modi. Si distinguono in<br />
modi autentici e plagali (una quarta sotto il modo autentico). Ogni Autentico ha in comune col suo Plagale la nota<br />
finalis (la tonica: re, mi , fa, sol). Altra nota importante è la repercussio (dominante negli Autentici, mediante nei<br />
Plagali), la nota intorno alla quale si muove la melodia. In seguito ad erronea trascrizione delle scale modali greche, ai<br />
modi ecclesiastici vennero dati i nomi dei modi greci.<br />
TESI V: Gli inizi della polifonia – Il contrappunto medioevale – Compositori e teorici<br />
Il canto a più voci era sconosciuto ai primi cristiani. A partire dal IX sec. il desiderio di rinnovare il canto sacro (cantus<br />
firmus) senza alterarne la melodia fa nascere l’esigenza di un accompagnamento “nota contro nota” (contrappunto). Le<br />
età della polifonia sono: gli inizi (X – prima metà del XII sec.), Ars Antiqua (seconda metà del XII – XIII sec.), Ars<br />
Nova (XIV sec.), età fiamminga (XV – inizi del XVI sec.), polifonia rinascimentale (XVI sec.)<br />
Gli inizi della polifonia<br />
La prima forma polifonica fu l’organum, una melodia gregoriana (vox principalis) accompagnata da un’altra melodia<br />
(vox organalis) collocata più in basso di una quarta o di una quinta, che procedeva parallelamente. In alcuni casi la vox<br />
organalis inizia all’unisono con la principalis e poi si allontana per moto contrario fino alla quarta. Alla fine del XI sec.<br />
si affermò il discanto, in cui la vox organalis procede per moto contrario con intervalli giusti. Nel XII sec. in alcuni<br />
centri religiosi, in particolare a Limoges e a Compostella, si affermò un organum melismatico, in cui il cantus firmus<br />
era al basso, a valori interi, mentre la vox organalis, più acuta, svolgeva liberamente movimenti melodici ricchi di<br />
fioriture.<br />
L’ARS ANTIQUA<br />
Dalla seconda metà del XII sec al 1320 ca. la polifonia si afferma e viene praticata nelle cantorie delle più importanti<br />
cattedrali di Francia. Fattori principali dello sviluppo furono la notazione su rigo per l’altezza dei suoni, l’assunzione di<br />
convenzioni e regole sulla durata dei suoni, prima i modi ritmici, poi la notazione mensurale.<br />
La scuola di Notre-Dame<br />
Fu il più importante centro di musica polifonica tra il 1150 e il 1350, soprattutto grazie all’opera dei maestri Leonin,<br />
autore del Magnus liber organi (comprendente Graduali, Responsori e Alleluja a 2 voci) e Perotin, che continuò l’opera<br />
del predecessore e compose degli organa a 3 e 4 voci e dei conductus a 3 voci. Gli organa di Leonin e Perotin sono<br />
molto diversi da quelli dei tempi precedenti: la voce che faceva il cantus firmus a note lunghe era detta tenor, le voci<br />
superiori impiegavano i modi ritmici. La clausola era una sezione dell’organum costruita su un frammento melismatico<br />
del tenor. Il conductus poteva avere testo sacro o provano, ma comunque di ritmo sillabico ed il tenor procedeva<br />
insieme alle voci superiori; erano impiegati spesso come canti processionali.<br />
Il mottetto<br />
Verso la metà del XIII sec. venne abbandonata la composizione di organa, clausolae e conductus, tramontò l’uso dei<br />
modi ritmici e presero piede la notazione mensurale franconiana e il mottetto, derivato della clausola, solitamente a 3<br />
voci, dal testo latino se sacro, in lingua d’Oil se profano. Le voci utilizzavano valori sempre più brevi man mano che si<br />
andava verso l’acuto. Un procedimento usato sia nell’Ars Antiqua che in quella Nova fu l’hoquetus o cantus abscissus,<br />
in cui le varie parti di un brano si interrompevano alternatamente per frequenti e brevi pause.<br />
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