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STORIA DELLA MUSICA

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dell’impresario Barbaja, andò a Milano, dove Il pirata (1827) riscosse gran successo. Dopo La sonnambula e<br />

Norma(1831) tornò a Napoli per poi andare a Londra e Parigi, dove si stabilì e conobbe Chopin, Hugo, de Musset e il<br />

poeta tedesco Heine. Il suo ultimo lavoro fu I puritani (1835), rappresentato al Theatre Italien di Parigi, rappresentata<br />

pochi mesi prima della morte.<br />

Alla sua morte aveva composto solo 10 opere, circa una ogni anno. A differenza di Rossini e Donizetti, il suo modo di<br />

lavorare, meditato e pieno di ripensamenti, lo rendeva poco adatto ai ritmi di produzione che il teatro esigeva. A<br />

differenza di molti suoi contemporanei, rifletteva attentamente. Non compose opere comiche, da cui non si sentiva<br />

attratto. Lavorò per lo più con lo stesso librettista, Felice Romani, poeta classicista.<br />

Nelle opere belliniane la musica si esprime in melodie purissime. Per questo fu definito il più grande lirico del teatro<br />

dell’800. Accanto a melodie gentili troviamo canti di grande tensione emotiva che rapidamente di placa. Qualche<br />

storico giudicò la semplice purezza delle melodie come conseguenza di una carenza nella preparazione<br />

contrappuntistica, ma è opinione dei più che lo stile di Bellini riconosce semplicemente il primato della melodia.<br />

Gaetano Donizetti (Bergamo,1797-1848)<br />

Di famiglia molto povera, fu ammesso nel 1806 alle “Lezioni caritatevoli di musica” di Simone Mayr. Aiutato da Mayr,<br />

si trasferì a Bologna dove studiò sotto la guida di Mattei, già maestro di Rossini. Tornato a Bergamo, scrisse quartetti<br />

per archi, concerti, sinfonie e musica sacra. Un amico d’infanzia, Merelli, che poi diventò impresario, gli fornì il libretto<br />

della sua prima opera, Enrico di Borgogna (1818). Seguirono opere su commissione a Roma e Napoli. Il successo<br />

ottenuto a Napoli convinse l’impresario Barbaja a offrirgli un contratto nel 1827. Vi rimase per 10 anni di alterne<br />

vicende artistiche, ma funestati da lutti familiari, al termine dei quali si trasferì a Parigi, ma non vi rimase a lungo, per<br />

intraprendere nei 7 anni successivi viaggi per i teatri di Milano, Bergamo, Roma, Bologna, Napoli, Vienna e Parigi.<br />

Ammalato e affaticato a Parigi, fu colto nel 1845 da paralisi cerebrale e fu riportato a Bergamo<br />

La sua opera, che conta 65 titoli (solo quelle complete), appartiene straordinariamente a tutti i generi di teatro italiano e<br />

francese dell’epoca:<br />

- farse: giovanili, culminate con Convenienze e inconvenienze teatrali (1827) tornò più tardi al genere con Il<br />

campanello e Betly (1836) e Rita (1841)<br />

- comiche: il primo importante successo fu l’opera buffa L’ajo nell’imbarazzo (1824), L’elisir d’amore (1832) e Don<br />

Pasquale (1843)<br />

- serie: Anna Bolena (1830), Lucrezia Borgia (1833), Maria Stuarda (1834), Lucia di Lammermoor (1835)<br />

- francesi: quantitativamente limitate, ma pregevoli, emergono l’opera-comique La fille du regiment e i Grand-operas<br />

Les martyrs e La favorite (tutte nel 1840)<br />

Le opere serie ebbero un rilievo superiore al resto del suo teatro. Le opere comiche furono le ultime geniali<br />

testimonianze di un genere in via d’estinzione, svolte all’interno di una tradizione teatrale antecendente alle opere<br />

comiche del ‘700 e basate su prevedibili contrasti amorosi; contengono però anche scene di sentimento patetiche e<br />

aggraziate, gradite al pubblico che non si accontentava solo di ridere. La preferenza dell’opera seria da parte del<br />

pubblico è legata alle inclinazioni di sentimentalismo di matrice inglese e francese, ricca miniera letteraria a cui i<br />

librettisti potevano attingere. Donizetti scelse la poetica di “amore e morte” come sua preferita, tematica a cui aderì con<br />

un’invenzione musicale di uguale vigore drammatico e intensità sentimentale, affidando spesso ad appassionate donneeroine,<br />

destinate a soccombere per morte violenta o pazzia, il ruolo di protagoniste.<br />

Tra le composizioni non teatrali:<br />

- vocali sacre: messe tra cui la Messa di Requiem per i funerali di Bellini, Messa di Gloria e Credo, salmi e mottetti<br />

tra cui un Miserere per soli, coro, archi e organo<br />

- vocali profane: oltre 20 cantate, arie per voce e orchestra, circa 270 romanze per canto e pianoforte<br />

- strumentali: 18 quartetti d’archi, sinfonie, concerti, composizioni per pianoforte e varie formazioni cameristiche<br />

Spesso, nella sua produzione c’è discontinuità nella qualità, spesso anche all’interno della stessa opera. Questo è ,<br />

conseguenza del suo modo di comporre frenetico. Nato nel periodo in cui dominava Rossini, ne fu certamente<br />

influenzato, ma nella maturità si svincolò dalle convenzioni rossiniane al vantaggio di una più intensa drammaticità. Fu<br />

l’anticipatore d’opera di Verdi.<br />

Pacini e Mercadante furono contemporanei di Rossini, Bellini e Donizetti<br />

- Giovanni Pacini (1796-1867) scrisse circa 90 opere, ma è ricordato per Saffo (1840)<br />

- Saverio Mercadante (1795-1870), direttore del conservatorio di Napoli dal 1840, fu autore di musica strumentale,<br />

sacra e di circa 60 opere, tra cui Il giuramento, Le due illustre rivali, Il bravo, La vestale, composte tra il 1837 e il<br />

1840. La sua inclinazione al neoclassicismo si svolge in mossi modi drammatici, curato il tessuto armonico<br />

Giuseppe Verdi (Busseto,1813-Milano,1901)<br />

Di umile famiglia, fu preso sotto la protezione di un commerciante di Busseto che lo fece studiare col direttore della<br />

banda cittadina; ottenne una borsa di studio al conservatorio di Milano, ma non fu ammesso per aver superato i limiti<br />

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