30.05.2013 Views

STORIA DELLA MUSICA

STORIA DELLA MUSICA

STORIA DELLA MUSICA

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La musica dei romani<br />

Si ignora se a Roma la musica abbia avuto caratteri originali. Era probabilmente abbinata a spettacoli di origine etrusca<br />

quali il fescennino e l’atellana. Primi strumenti per uso militare: buccina di forma circolare, lituus col padiglione<br />

piegato indietro, tuba in bronzo a canna dritta. Fu importata la musica greca dopo la sua conquista (146 a.C.).<br />

TESI IV: La musica dei primi cristiani: il canto gregoriano nei suoi caratteri modali e ritmici<br />

Il primo millennio dell’era volgare<br />

In questo arco di tempo numerose vicende storiche, ma pochi fatti musicali, perché non fu produzione d’arte ma<br />

destinata inizialmente ad occasioni profane, poi a parte integrante della liturgia cristiana, fu espressione esclusivamente<br />

vocale, fu tramandata oralmente<br />

La formazione del canto cristiano<br />

Matrice del cristianesimo è l’ebraismo, così anche nella musica. La distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. causa la<br />

diaspora di ebrei e cristiani d’Israele. Si svilupparono così varie Chiese, quella di Bisanzio tra le più importanti, centro<br />

di sviluppo del canto liturgico bizantino. Da essa deriverà il rito greco ortodosso.<br />

Prima dell’editto di Milano (313) i cristiani erano perseguitati e non vennero in contatto con altre realtà musicali,<br />

mantenendo così lo stampo giudaico. Nel 391 furono vietati i culti pagani e il cristianesimo divenne religione ufficiale.<br />

Con la sua espansione il repertorio musicale venne contaminato da musica locale: canto romano antico, ambrosiano,<br />

aquileiense, beneventino, mozarabico (in Spagna, presentava evidenti elementi arabici misti all’influenza dei Visigoti),<br />

gallicano (in Gallia rimase in uso sino al VIII sec, conteneva elementi celtici e bizantini, fu soppresso dagli imperatori<br />

carolingi). L’unico repertorio giunto in parte sino a noi è il canto ambrosiano. A S.Ambrogio (339-397) risale la<br />

diffusione dell’inno (ne compose almeno 4), del canto salmodico, dell’esecuzione antifonica e del jubilus (S.Agostino<br />

ne scrisse alcuni).<br />

Lo sviluppo unitario del canto cristiano<br />

La Chiesa di Roma per mantenere autorità doveva mantenere un volto unitario sia sotto l’aspetto teologico (lotta<br />

all’eresie) che sotto l’aspetto liturgico (anche musicale): era richiesto un unico repertorio di canti. Ciò portò alla<br />

creazione del canto gregoriano. S.Gregorio I Magno (540-604) divenne papa dopo essere stato ambasciatore a<br />

Costantinopoli. Giovanni Diacono scrisse nella sua biografia che Gregorio compilò l’Antiphonarium cento e che fondò<br />

la Schola cantorum. Solo recentemente si è dimostrato che tali attribuzioni sono infondate. E’ certo che il lavoro di<br />

unificazione durò vari secoli, iniziò prima di Gregorio e fini diversi secoli dopo di lui. Momento importante di<br />

unificazione fu l’incontro tra la Chiesa e i Carolingi che portò al Sacro Romano Impero nel 799.<br />

La Schola Cantorum esisteva già prima di Gregorio ed era la cantoria alla quale era affidata l’esecuzione dei canti nelle<br />

basiliche romane. La mancanza di notazione richiedeva lo studio a memoria per circa una decina d’anni. Alcuni cantori<br />

venivano inviati in altri centri religiosi per diffondere i canti.<br />

La liturgia e il canto cristiano<br />

Per liturgia si intende l’insieme dei riti nelle forme ufficiali ed ebbe formazione lenta e laboriosa, fu portata a<br />

compimento in età carolingia. Le principali cerimonie della liturgia romana sono l’Eucarestia e gli uffici delle Ore. La<br />

messa si divide in Introduzione, Liturgia della Parola e Liturgia Sacrificale. Ogni parte contiene preghiere e canti.<br />

Le parti mobili che variano con il calendario liturgico sono il Proprium Missae, le altre fisse sono l’Ordinarium Missae.<br />

I brani dell’Ordinarium Missae sono 5: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei. I brani più importanti del Proprium<br />

Missae sono: Introito, Alleluja, Offertorio, Communio.<br />

Gli uffici delle Ore erano 8: Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespro, Compieta. Erano celebrati entro<br />

comunità monastiche, i Vespri anche in comunità parrocchiali. Ogni Vespro comprendeva la lettura di salmi (di solito<br />

5), il Magnificat, un inno e le litanie<br />

Stili, modi di esecuzione e forme musicali del canto gregoriano<br />

Le melodie sono omofoniche e di andamento diatonico e si svolgono in ambiti melodici che raramente superano<br />

l’ottava. Tre stili di canto: l’accentus derivato dalla cantillazione ebraica che si svolge su una sola nota con lievi<br />

inflessioni melodiche; vocalizzi di derivazione ebraica (alleluja); il concentus, canto sillabico o semisillabico.<br />

Tre tipi di salmodia: responsoriale, allelujatica, antifonica (versetti eseguiti alternativamente da solista e assemblea).<br />

Questi modi di esecuzione erano estesi anche ad altre parti della liturgia. Gli inni originari della Chiesa d’Oriente,<br />

introdotti da S.Ilario di Poitiers e diffusi da S.Ambrogio, erano sillabici, melodici, strofici. Sono il genere di canto<br />

liturgico più orecchiabile. Tra il IX e X sec. entrano in uso Sequenza, inizialmente accorgimento mnemonico, in seguito<br />

simile agli inni e diffusasi anche grazie all’impiego di melodie profane, e il Tropo, che nacque dalla sostituzione con<br />

4

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!