STORIA DELLA MUSICA
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costituito. L’affermazione del principio di nazionalità avvenne in modi cruenti: cospirazioni, rivolte, rivoluzioni, moti;<br />
la presa di coscienza passò attraverso il pensiero filosofico e politico di Mill, Fichte, Hegel, Mazzini, Gioberti…<br />
Strettamente legato al concetto di nazionalità era quello di una lingua nazionale; di conseguenza, lo era anche il<br />
linguaggio musicale. Dopo il Congresso di Vienna del 1815 la carta politica europea era profondamente modificata.<br />
Risultati appariscenti del desiderio nazionale furono l’unità d’Italia (1861) e Germania (1871), ma anche altri popoli<br />
ottennero risultati concreti, anche se meno appariscenti: riconoscimenti delle specificità etiniche e linguistiche,<br />
rappresentanze parlamentari, forme di autonomia<br />
Le scuole nazionali<br />
Tra l’inizio del ‘600 e la metà dell’800 la musica europea era la somma di quella italiana, francese e tedesca. Gli altri<br />
paesi furono musicalmente “colonizzati”. L’affermazione del nazionalismo diede vita alle scuole nazionali, che si<br />
proponevano il recupero della tradizione musicale nazionale, spesso basati su scale modali e danze dai ritmi ignoti al<br />
precedente repertorio europeo. Nelle opere vennero proposti libretti ispirati alla storia e a leggende nazionali. Una<br />
precisazione: alcuni esponenti ebbero formazione tedesca ma portarono con sé le loro origini (Grieg, Smetana, Dvorak),<br />
altri composero in un contesto di assestata scrittura europea, ma impiegarono i moduli folcloristici delle loro terre<br />
(Albèniz, Granados), altri aderirono solo in parte alla cultura nazionale (Sibelius). Solo per la Russia si può parlare di<br />
una vera e propria scuola nazionale, che si identifica col movimento artisticamente patriottico del Gruppo dei Cinque<br />
NAZIONALISMO ED EUROPEISMO IN RUSSIA<br />
All’inizio del XIX sec. dominavano musicalmente la Russia l’opera italiana e la musica strumentale tedesca. I primi<br />
passi in direzione dell’autonomia furono ad opera di Glinka e Dargomizski<br />
- Michail Glinka (Smolensk,1804-Berlino,1857) si formò a Milano, dove conobbe Bellini e Donizetti, e a Berlino. A<br />
S.Pietroburgo frequentò l’ambiente culturale intorno a Puskin, che gli fornì il libretto del suo primo successo,<br />
l’opera Una vita per lo zar (1836). Diventò direttore d’orch.di corte. Esito più sfortunato ebbe la seconda opera<br />
Russlan e Ludmilla. Dopo il 1844 viaggiò: Parigi, Spagna, Varsavia, Berlino. Lasciò anche composizioni corali,<br />
pianistiche e per orch, tra cui Jota aragonesa<br />
- Aleksandr Dargomizski (Dargomyz,1813-S.Pietroburgo,1869) fu introdotto da Glinka nella vita culturale cittadina,<br />
spronandolo alla composizione. Si affermò con l’opera Russalka (1856) su libretto proprio. Il suo capolavoro è Il<br />
convito di pietra, lasciato incompleto e terminato da Cui e Rimski-Korsakov, e interamente concepito in forma di<br />
recitativo. Questo stile di canto influenzò il teatro di Mussorgski<br />
Il Gruppo dei Cinque<br />
Negli anni tra il 1830 e 40 il movimento più importante del nazionalismo russo fu quello slavofilo, in cui i seguaci<br />
esaltavano la Patria russa e le attribuivano l’ambiziosa missione di trascendere la nazionalità. Questi principi ispirarono<br />
i musicisti di S.Pietroburgo intorno al 1860, guidati da Mili Balakirev, il solo musicista professionista, in mezzo ai<br />
giovani aspiranti cui fu dato il nome di Gruppo dei Cinque. Essi non innovarono le forme, ma all’interno di esse<br />
portarono elementi nazionali originali: scale modali impiegate nel rito ortodosso, canti popolari, danze contadine, scene<br />
operistiche basate su storia russa, o scene di vita rurale. Tra i Cinque i minori sono Cui, delicato miniaturista, e<br />
Balakirev, oggi ricordato per la fantasia Islamey per pianoforte. I maggiori furono invece Borodin, Rimski-Korsakov e<br />
Mussorgski<br />
- Aleksandr Borodin (Pietroburgo,1833-1887) fu un valoroso scienziato. Professore di chimica e autore di importanti<br />
trattati scientifici, fu musicista autodidatta. Scrisse 3 opere tra cui Il principe Igor su libretto proprio, completato da<br />
Rimski-Korsakov e Glazunov, 3 sinfonie (la 2° è la più nota), il celebre schizzo Nelle steppe dell’asia centrale,<br />
musica da camera, tra cui il 2° quartetto per archi. Influenzato da Mendelssohn, non impiegò motivi popolari, ma il<br />
loro spirito influenzò la gentile e tendenzialmente esotica scrittura melodica<br />
- Nicolai Rimski-Korsakov (Novgorod,1844-S.Pietroburgo,1908) fu il “professore” del Gruppo. Ufficiale di marina,<br />
studiò con Balakirev. Nel 1871 ottenne la cattedra di composizione al conservatorio di S.Pietroburgo. completò e<br />
“corresse” le composizioni degli altri del Gruppo. Insegnò a Glazunov, Stravinski e Respighi. Lasciò 15 opere,<br />
molte su libretto proprio; le più note sono Sadko, Lo zar Saltàn, Il gallo d’oro. Nella produzione sinfonica il<br />
Capriccio spagnolo, la suite sinfonica Sheherazade, l’ouverture La grande Pasqua russa su temi liturgici. Il suo<br />
interesse per la musica russa è manifestato nell’armonizzazione di canti popolari russi. Pubblicò un Trattato<br />
pratico di armonia e utili Principi di strumentazione. È ricordato come uno dei grandi maestri dell’orchestrazione,<br />
sulla scia di Liszt e Berlioz. Il suo linguaggio sinfonico influì molto sulla cerchia dei Cinque e interessò anche<br />
Debussy. Le sue eclettiche melodie utilizzavano spesso le antiche scale modali e intervalli eccedenti e diminuiti<br />
- Modest Mussorgski (governatorato di Pskov,1839-S.Pietroburgo,1874) proveniva da una antica famiglia della<br />
nobiltà rurale. Studiò pianoforte con la madre. A 10 anni si trasferì a S.Pietroburgo dove divenne sottotenente della<br />
Guardia. La conoscenza con Dargomizski, Balakirev, Borodin e Cui nel 1855 rafforzò la vocazione musicale.<br />
Studiò composizione e nel 1860 abbandonò la carriera militare, ma l’abolizione della servitù della gleba, ad opera<br />
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