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STORIA DELLA MUSICA

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In Italia<br />

Dopo Frescobaldi la produzione cembalo-organistica italiana si inaridì, in coincidenza con il crescente sviluppo della<br />

musica per strumenti ad arco. Tra i musicisti che lasciarono notevoli composizioni per strumenti a tastiera figurano<br />

Alessandro Scarlatti, con circa 50 composizioni per tastiera, quasi tutte toccate, ripartite in più sezioni, dai caratteri<br />

brillanti e clavicembalistici; spesso studi brillanti, rivelano il piacere dell’improvvisazione, si concludono spesso con<br />

libere fughe.<br />

Bernardo Pasquini (1637-1710), organista a Roma, clavicembalista per il principe Borghese e direttore dei concerti di<br />

Cristina di Svezia, maestro di Muffat e Gasparini, scrisse una dozzina di opere teatrali, cantate, mottetti. La produzione<br />

da tastiera comprende 35 toccate, 17 suites, 35 sonate scritte solo come basso numerato, brani in contrappunto imitato<br />

(capricci e ricercari), 18 serie di variazioni (tra cui le Partite diverse di La Follia), 25 arie, danze. Il meglio lo espresse<br />

col clavicembalo, semplice nel pensiero melodico. Fu il primo italiano a comporre suites. Trattò magistralmente le<br />

variazioni<br />

Nella Germania meridionale e in Austria<br />

Vienna fu il principale centro della musica da tasto europea. Vi operarono Kerll, Poglietti, Strunck, Muffat, Fux e<br />

Johann Jacob Froberger (1616-1667), allievo di Frescobaldi, fu organista alla corte di Vienna, ma fece numerosi viaggi<br />

ed esperienze, che si riflettono nella sua opera. Lasciò toccate, capricci, canzoni, fantasie, e ricercari per organo, 30<br />

suites per clavicembalo. Tratti autobiografici emergono da alcune allemande, commossi lamenti o compianti per la<br />

morte di alcuni personaggi conosciuti e ammirati dall’autore<br />

Nella Germania settentrionale<br />

Le chiese luterane delle principali città furono sede di importante produzione organistica, spesso accompagnata<br />

dall’elevata tecnica costruttiva degli organi, di grandi dimensioni rispetto al resto d’Europa. Tra gli organisti più noti,<br />

che si mossero spesso entro i confini del corale per organo ricordiamo<br />

- Dietrich Buxtehude (1660-1707), organista in Danimarca, poi a Lubecca segnò il più alto raggiungimento della<br />

musica organistica nella Germania settentrionale. Aspetti caratteristici sono la grandiosità, la grande fantasia e la<br />

padronanza della scrittura contrappuntistica. Scrisse 45 variazioni di corali, 20 preludi e fughe, toccate, canzoni,<br />

passacaglie e ciaccone, oltre a suites e variazioni per clavicembalo<br />

- Georg Bohm (1661-1733), attivo ad Amburgo e Lubecca. A differenza di Buxtehude, chiuso nel luteranesimo, fu<br />

sensibile alle influenze stilistiche francesi e a quelle delle regioni cattoliche della Germania. Lasciò preludi e fughe<br />

per organo o cembalo, elaborazioni di corali per organo, suites per cembalo<br />

Nella Germania centrale<br />

Era il luogo dove crebbe, visse e operò la famiglia Bach. Caratteristico di questa zona è il gran numero di città e chiese<br />

in cui la musica da tastiera era coltivata. Si ricordano Heinrich Bach, prozio di J.S., e i suoi figli. Le personalità<br />

maggiori però furono:<br />

- Johann Pachelbel (1653-1706) di Norimberga, raggiunse la fama con tre opere per tastiera, tra cui l’Exacordum<br />

Apollinis, 6 arie con variazioni in 6 diverse tonalità formanti un anomalo esacordo). Le composizioni per organo<br />

comprendono preludi e fughe, composizioni libere (toccate e fantasie), un gran numero di fughe, la maggior parte<br />

sui versetti del Magnificat negli otto toni liturgici, ricercari ed elaborazioni corali. Ristretta la produzione<br />

clavicembalistica, in cui spiccano 19 suites e variazioni su lieder e corali<br />

- Johann Kuhnau (1660-1722), kantor a Lipsia prima di Bach. Letterato e avvocato a Lipsia, scrisse lavori letterari<br />

tra cui un romanzo satirico. Poco ci è pervenuto della produzione sacra. Scrisse per clavicembalo 4 opere: le prime<br />

2 constano di 7 suite ciascuna (chiamate Partite), in 7 tonalità differenti; la terza è una raccolta di 7 sonate, sulla<br />

quale si basò la sua fama di inventore della sonata per clavicembalo, desunta dalla sonata italiana per archi; l’ultima<br />

opera contiene 6 sonate per clavicembalo ispirate da alcune storie bibliche, che rappresenta un tentativo di musica<br />

cembalistica di contenuti programmatici<br />

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