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STORIA DELLA MUSICA

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Il concerto solistico in Italia<br />

All’inizio della sua storia il concerto solistico era già definito nella sua forma. Era in 3 tempi, veloce-lento-veloce. Il<br />

contrasto Soli/Tutti si aveva solo nei tempi veloci. I Tutti eseguono i ritornelli, che aprono e chiudono gli Allegri, oltre a<br />

intercalare i Soli. I ritornelli sono fatti della stessa materia musicale, il primo e l’ultimo in tonalità d’impianto, gli altri<br />

modulanti alla dominante o in tonalità vicine. Il concerto barocco si definì nella forma delle circa 450 composizioni di<br />

questo tipo ad opera di Vivaldi:<br />

Rit I (tonica), Solo I (da ton. a dom.), Rit II (dominante), Solo II (da dom. a rel.min.), Rit III (nel rel.min.), Solo III (dal<br />

rel.min. a ton), Rit IV (tonica). Lo schema è valido per il concerto in tonalità maggiore, se è in tonalità minore al posto<br />

della modulazione alla dominante ve n’è una al relativo maggiore, mentre al posto della mod.al rel.min. si passa alla<br />

dominante.<br />

I ritornelli vivaldiani non sono veri e propri temi, ma sono formati da più motivi interconnessi tra loro . Le<br />

virtuosistiche sezioni solistiche modulanti derivano spesso da motivi presenti nel ritornello, ma possono anche essere<br />

indipendenti. Nel tempo lento il lirismo è affidato principalmente allo strumento solista, tenuemente accompagnato dal<br />

b.c., e rari interventi dei Tutti. Vivaldi fu l’unico italiano che affidò la parte solistica non solo a violino, ma anche a<br />

violoncello, viola d’amore, strumenti a fiato (flauto, ottavino, oboe, fagotto, tromba) e a pizzico (mandolino). Dopo<br />

Vivaldi furono personalità di spicco nel concerto solistico solo<br />

Locatelli, ricordato per L’arte del violino con 12 concerti per violino solo e 24 capricci in appendice, che hanno<br />

funzione di cadenze (2 per ogni Allegro di concerto) e Tartini<br />

Il concerto solistico in Europa<br />

Conobbe grande diffusione in Germania. L’alto numero di corti principesche e la formazione nelle città libere di un<br />

collegium musicum formato da strumentisti dilettanti, fu terreno propizio per la diffusione del concerto. Torelli e<br />

Vivaldi influenzarono notevolmente i maestri sassoni (Pisendel, Heinichen, Graupner) e berlinesi (Quantz, Gottlieb,<br />

Graun) oltre a Bach e Telemann. Il numero assai alto di concerti solistici si spiega con la crescente passione del<br />

pubblico per il facile virtuosismo, anche a scapito dei pregi musicali. Lo strumento solista privilegiato non fu più il<br />

violino, per la mancanza di validi solisti, ma gli strumenti a fiato e il clavicembalo<br />

Georg Philipp Telemann (1681-1767) coetaneo di Bach, svolse la maggior parte della sua attività ad Amburgo<br />

coltivando tutti i generi, dal teatro alla musica sacra luterana (circa 1400 cantate), oratori, lieder e musica da camera. La<br />

sua musica strumentale era basata sul contrappunto, sulla ricchezza formale della suite francese, e sulla tecnica del<br />

concerto italiano. Godeva della fama di massimo compositore strumentale tedesco, più di Bach, conosciuto poco e<br />

male.<br />

Bach studiò molto e a lungo il concerto solistico italiano, estraneo alla sua formazione strumentale. Trascrisse per<br />

organo o clavicembalo numerosi concerti italiani, tra cui 9 di Vivaldi. Bach fu tra i primi a scrivere concerti solistici per<br />

clavicembalo.<br />

In Francia il concerto solistico fu portato nel 1733 da Somis, allievo di Corelli e successivamente dall’allievo<br />

Leclair (1697-1764), che pubblicò 2 raccolte che ricalcano i modelli di Vivaldi e Locatelli e 48 sonate per violino e<br />

basso. E’considerato il fondatore della scuola strumentale francese e dosò la purezza classica della melodia corelliana,<br />

con la ricca ornamentazione della scuola clavicembalistica.<br />

In Inghilterra il concerto solistico comparve tardi, con i concerti per organo op.4 e 7 di Handel. Gli organi inglesi non<br />

avevano ancora la pedaliera e la scrittura solistica assomigliava molto a quella per clavicembalo. Uno tra gli autori più<br />

apprezzati fu Giuseppe Sammartini, fratello del più noto Giovan Battista<br />

La sonata barocca per violino<br />

L’altra forma coltivata dai violinisti compositori, oltre al concerto, era la sonata. La produzione sonatistica tardobarocca<br />

fu molto influenzata dalle sonate op.5 di Corelli, caratterizzate da una cantabilità umana, quella dei grandi maestri del<br />

melodramma. La grande operosità degli allievi della scuola di Corelli diffusero la sua arte in tutt’Europa, in particolare<br />

nella “palladiana” Inghilterra, dove soggiornarono a lungo Veracini, Castrucci, Geminiani. Ad Amsterdam operò<br />

Locatelli.<br />

La distinzione tra sonata da chiesa e sonata da camera svanì rapidamente. Erano generalmente in 3 o 4 tempi La<br />

struttura è bipartita con modulazione I-V, poi V-I. La seconda parte riprendeva il materiale tematico della prima<br />

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