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STORIA DELLA MUSICA

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Alessandro Scarlatti (Palermo,1660 - Napoli,1725) La sua produzione operistica servì da modello per almeno 2<br />

generazioni, e grazie ad essa Napoli divenne, assieme a Venezia, la capitale dell’opera. Scrisse ben 114 opere; le<br />

più importanti sono Gli equivoci del sembiante, La Statira, L’Eraclea, Il Mitritdate Eupatore, Il Tigrane, Il<br />

trionfo dell’onore, La Griselda. Produzione vocale: 26 serenate e cantate, composte per occasioni celebrative;<br />

811 cantate a 1 e 2 voci e basso continuo, di cui 80 anche con strumenti; 7 oratori in latino (destinati all’oratorio<br />

romano del SS.Crocefisso) e 38 oratori in italiano; 13 messe, alcune con strumenti; 72 mottetti, salmi e inni.<br />

Produzione strumentale: 12 sinfonie di concerto grosso; 7 sonate per flauto e archi; concerti, sonate e toccate per<br />

strumenti a tastiera.<br />

Uno dei maggiori suoi meriti è quello di aver equilibrato il rapporto tra recitativi e le arie, attraverso l’espansione<br />

dell’aria con il da capo (ABA). Scarlatti accrebbe anche, rispetto all’opera veneziana, il ruolo dell’orchestra (sinfonia<br />

introduttiva e accompagnamento delle arie. Negli stessi anni anche Corelli e altri stavano affidando una crescente<br />

importanza all’orchestra.<br />

L’opera a Napoli prima di Scarlatti<br />

L’opera veneziana fu introdotta a Napoli a metà del XVII. Nel 1650 una compagnia nomade venuta da Roma, I<br />

Febiarmonici presentarono l’opera Didone di Cavalli, l’anno dopo L’incoronazione di Poppea di Monteverdi. Nel 1654<br />

fu aperto il teatro di S.Bartolomeo, ma la maggior parte delle opere fu rappresentata a Palazzo Reale per vari decenni.<br />

Prima di Scarlatti si eseguivano solo opere veneziane, spesso rimaneggiate secondo le esigenze locali. Nel lavoro di<br />

adattamento si segnalò Francesco Cirillo, tenore dei Febiarmonici. Il primo operista napoletano fu Francesco<br />

Provenzale (1627-1707), le cui opere (a noi sono pervenute Il schiavo di sua moglie e Stellidaura vendicata) rivelano la<br />

conoscenza del teatro monteverdiano, il gusto per il patetico e una vivacità comica di stampo popolare. Nascevano in<br />

questo periodo i primi Conservatori. Inizialmente si trattava di 4 orfanotrofi, che nacquero durante il secolo XVI come<br />

istituzioni caritative assistenziali. Gli orfani ospitati partecipavano alle cerimonie di culto cantate e queste prestazioni<br />

resero necessario fornir loro una educazione musicale. La crescita della scuola napoletana ebbe il suo punto di forza<br />

nell’azione dei 4 conservatori e all’azione del maestro Francesco Durante (1684-1755) che ebbe tra i suoi allievi<br />

Pergolesi, Jommelli, Traetta, Piccinni, Paisiello, Sacchini<br />

L’opera napoletana durante il Settecento<br />

Guerre di successione, Napoli cambia più volte padrone: spagnola dalla seconda metà del XVI sec, austriaca dal 1707,<br />

spagnola dal 1735, con re Ferdinando di Borbone, figlio di Carlo III, re di Spagna. Queste vicende non ebbero effetti<br />

negativi sulla produzione musicale. Nel 1737 fu aperto il teatro S.Carlo, allora il più ampio esistente. L’opera buffa<br />

diventa un genere a sé, determinando il tramonto dell’inserzione di scene comiche nelle opere di argomento storico o<br />

mitologico, cosa che preparò la demarcazione del genere operistico: serio e buffo. La matrice dell’opera buffa era la<br />

Commedia dell’Arte. Le sedi teatrali che rappresentavano opere buffe furono differenti da quelle dell’opera seria.<br />

I musicisti napoletani che si affermarono dopo Scarlatti furono:<br />

- Francesco Feo (1691-1761), insegnò ai conservatori di S.Onofrio e dei Poveri di Gesù Cristo. Lasciò circa 20<br />

opere, dal 1740 si dedicò alla musica sacra<br />

- Nicolò Porpora (1686-1768) noto maestro di musica. Ebbe tra i suoi allievi i cantanti Farinelli, Caffarelli,<br />

Senesino, Regina Mingotti. Esercitò principalmente fuori Napoli: Venezia, Londra (dove fu antagonista di Handel<br />

come compositore teatrale), Vienna (dove insegnò al giovane Haydn)<br />

- Leonardo Vinci (1690-1730) fu vice maestro della cappella reale. Lasciò una decina di opere buffe in dialetto (tra<br />

cui La zite n’galera) e una ventina di opere serie. Fu uno dei primi a rappresentare i libretti di Metastasio<br />

- Leonardo Leo (1694-1744) anch’egli vice maestro della cappella reale, compose 30 opere serie, circa 25 commedie<br />

musicali e intermezzi, oratori (tra cui La morte di Abele) e composizioni strumentali (tra cui i concerti per<br />

violoncello)<br />

- G.B.Pergolesi (Jesi 1710-Pozzuoli 1736), iniziati gli studi a Jesi, proseguì a Napoli sotto la guida di Durante, nel<br />

conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo. Esclusa una breve parentesi romana, visse e operò a Napoli. La sua<br />

produzione comprende soprattutto opere teatrali: la commedia musicale Lo frate ‘nnamurato (1732); il dramma<br />

serio Il prigioniero superbo, con il suo intermezzo comico La serva padrona (1733); Adriano in Siria, su libretto di<br />

Metastasio, con il suo intermezzo Livietta e Tracollo (1734); L’Olimpiade su libretto di Metastasio (Roma, 1735);<br />

la commedia Il Flaminio (1735). Lasciò anche musica sacra: 2 oratori, antifone, messe, salmi per soli, coro e<br />

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