STORIA DELLA MUSICA
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Il recitativo secco fu ancora impiegato, specie nelle opere buffe, sino al 1820. Fu sostituito dalla scena, svolta<br />
dall’orchestra che accompagnava le voci in modo più sciolto dei vecchi recitativi accompagnati, oppure da passi di<br />
arioso spiegati<br />
Le arie avevano grande importanza perché erano il momento in cui i personaggi si presentavano nella loro emotività.<br />
Superato l’uso del “da capo”, le arie si presentavano in varie forme (ballata, romanza, cavatina…). La cavatina era già<br />
conosciuta dalla seconda metà del XVIII sec. e avevano carattere lirico e struttura semplice, appartivano nel primo atto<br />
ed erano affidate ai protagonisti come presentazione. La cabaletta era la seconda sezione di un’aria doppia o di un<br />
duetto; di solito di ritmo binario e in tonalità maggiore, si caratterizzava per un andamento mosso e sfoggio<br />
virtuosistico. Verso la fine del secolo le arie vennero progressivamente sostituite da ariosi e appassionate romanze<br />
I pezzi d’insieme erano numerosi ed erano le occasioni in cui si incontravano e scontravano gli animi. Diventarono,<br />
come le arie, pezzi centrali del teatro. Gli atti si concludevano con un pezzo d’insieme chiamato finale (I, II, III)<br />
Il coro aveva funzioni differente che in passato. Non era spettatore e commentatore esterno, ma attivo e partecipe.<br />
Spesso si inserivano nei pezzi d’insieme, cantano i finali e le introduzioni che seguono la sinfonia e il levarsi del<br />
sipario, con lo scopo di preannunciare la vicenda<br />
Dall’opera wagneriana in avanti la struttura composta da pezzi chiusi venne abbandonata, vennero tuttavia mantenuti in<br />
alcuni momenti lirici i tratti del canto solistico<br />
GLI OPERISTI<br />
Il passaggio dal ‘700 all’800 avvenne nel teatro italiano senza soprassalti. All’inizio del secolo si presentavano ancora<br />
le opere dell’ultima scuola napoletana, con Cimarosa e Paisiello. Tra i compositori che adoperavano collaudati modi<br />
teatrali emerse<br />
Giovanni Simone Mayr (Baviera,1763-Bergamo,1845), giunto a Bergamo nel 1802, fondò le “Lezioni caritatevoli di<br />
musica”, una sorta di conservatorio di cui fu allievo Donizetti. Compose una settantina di opere, tra cui L’amor<br />
coniugale, La rosa bianca e la rosa rossa, Medea in Corinto, oltre a una copiosa produzione sacra, musica strumentale<br />
e scritti didattici. Le sue opere serie ebbero l’importanza della maturazione del genere. La cura della strumentazione,<br />
l’attenzione al declamato eroico e al coro, appreso dalle opere francesi di Gluck sono i tratti caratteristici della sua<br />
opera, che indica la matrice donizettiana.<br />
Gioacchino Rossini (Pesaro,1792-Parigi,1868), nonostante fosse conservatore nella vita e nemico delle novità, delineò i<br />
tratti del melodramma italiano e del Grand Opera parigino nel passaggio tra classicismo e primo romanticismo.<br />
Studiò violoncello, pianoforte e contrappunto al recente Liceo musicale di Bologna. A 18 anni abbandonò gli studi e<br />
scrisse la sua prima farsa. Dotato di grande facilità e rapidità, ebbe subito successo. Nel 1815, raggiunta la celebrità,<br />
accettò un contratto con l’impresario Barbaja per i teatri napoletani da lui gestiti. Sposò nel 1823 la cantante Isabella<br />
Colbran. Nel 1824 si stabilì a Parigi, dove per 5 anni rimaneggiò opere napoletane per le scene francesi e ne scrisse di<br />
nuove. Dopo il Guillaume Tell (1829) abitò spesso a Bologna e Firenze. Sposatosi in seconde nozze, continuò a<br />
scrivere: musica sacra, arie da camera, pezzi per pianoforte.<br />
Opere teatrali: ne compose 39 (23 serie, 16 buffe). Serie sono Tancredi, Otello, Armida, La donna del lago,<br />
Semiramide. Comiche sono La pietra di paragone, L’italiana in Algeri, Il turco in Italia, Il barbiere di Siviglia,<br />
Cenerentola, La gazza ladra. Opere parigine sono Il viaggio a Reims, Le passage de la Mer Rouge (rifacimento di<br />
Mosè in Egitto), Guillaume Tell.<br />
Presso il pubblico ebbero molto successo le sue vivaci opere comiche, mentre quelle serie sono storicamente importanti<br />
per l’influenza che ebbero per il melodramma della generazione successiva. Rossini portò all’ultimo sviluppo i modi<br />
compositivi del genere buffo napoletano, intensificando l’uso di brevi e ritmicamente ossessive formule, da cui nacque<br />
il famoso crescendo rossiniano.<br />
Nel genere serio Rossini di liberò gradatamente dei modelli settecenteschi. Alla conquista del realismo drammatico che<br />
caratterizzerà il melodramma della fine del secolo, rispetto alle sue prime opere meno espressive, Rossini contribuì<br />
particolarmente con Mosè in Egitto, La donna del lago e Guillaume Tell<br />
Tra le composizioni non teatrali: tra le sacre Stabat Mater, Petite messe solennelle,vocali da camera Soirees musicales<br />
(arie e duetti con pianoforte), tra le strumentali 6 sonate per 2 violini, viola e contrabbasso; variazioni per fiati e<br />
pianoforte, Quelques riens pour album per pianoforte<br />
Rossini suggellò l’opera del ‘700 e anticipò i moti del melodramma. Il romanticismo come campo di inquietudini e<br />
passioni gli fu estraneo, ma con la sua straordinaria fantasia musicale fu capace di uno spettacolo musicale scintillante<br />
fatto di continue invenzioni e gaiezza ritmica<br />
Vincenzo Bellini (Catania,1801-Parigi,1835)<br />
Apparteneva ad una famiglia di musicisti: il nonno era operista e autore di musiche sacre, il padre, anch’egli<br />
compositore, fu il suo primo maestro. Nel 1819 si trasferì a Napoli dove completò gli studi al conservatorio. Al termine<br />
degli studi, dopo aver raccolto successi con le sue prime opere, Adelson e Salvini e Bianca e Gernaldo, sotto consiglio<br />
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