STORIA DELLA MUSICA
STORIA DELLA MUSICA
STORIA DELLA MUSICA
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Couperin descrisse il modo di eseguire gli abbellimenti (a cui teneva molto) nel suo lavoro didattico L’art de toucher le<br />
clavecin.<br />
Scrisse anche musica da camera, interamente scritta a 3 parti con b.c., come le sonate a 3 italiane. Due dei suoi concerti<br />
furono dedicati uno a Lulli, l’altro a Corelli; importanti i 10 nouveaux concerts ou Les Gouts reunis, attraverso cui<br />
Couperin predicò, nella polemica tra musica italiana e francese, la riunione dei due stili<br />
Scarsa numericamente la musica sacra: 2 messe d’organo e 3 Lecons de tenebres a una e 2 voci<br />
Profondamente francese, espresse nella sua musica eleganza e magniloquenza, risaltò le melodie ornate e ricche<br />
armonie, senza nascondere elementi tipici corelliani quali la passione per le simmetrie e l’uso del contrappunto, senza<br />
tradire il primato melodico. Amante delle forme brevi e dei piccoli complessi, fu tra i più grandi musicisti francesi<br />
Jean-Philippe Rameau (1689-1764), figlio di un organista di Digione, prima di stabilirsi nel 1723 a Parigi, insegnò in<br />
varie città francesi. In questo periodo compose la maggior parte della sua musica per clavicembalo e scrisse un trattato<br />
d’armonia. A Parigi conobbe il mecenate La Pouplinière, che lo convinse a cimentarsi nell’opera. La prima fu Hippolite<br />
et Aricie (1733). Compose 26 opere tra cui si ricordano le tragedie-lyriques Castor et Pollux (1737), Dardanus (1739) e<br />
l’opera-ballet Les Indes galantes (1739). Fu continuatore dell’opera di Lulli.<br />
La sua opera per clavicembalo è costituita da 4 raccolte di pieces de clavecin, di cui la più importante è la terza,<br />
comprendente 2 ampie suites che hanno, oltre alle consuete danze, anche brani liberi, sull’esempio di Couperin, in cui si<br />
rivela la sua forte natura di armonista<br />
I PRINCIPALI STRUMENTI DELL’ETA’ BAROCCA<br />
L’organo<br />
Già noto nell’antichità e diffuso nel Medioevo, fu perfezionato a partire dal XVI sec., con l’introduzione di un certo<br />
numero di registri e pedaliera. Particolarmente noti per la loro perfezione costruttiva erano gli organi tedeschi.<br />
I principali organari furono:<br />
- seconda metà del XV sec: Matteo e Lorenzo di Giacomo da Prato per le chiese di Emilia e Toscana<br />
- XVI sec. e prima metà del XVII sec: gli Antegnati di Brescia; Costanzo Antegnati fu anche compositore e<br />
trattatista. Trovarono lavoro soprattutto in Lombardia<br />
- XVIII sec: l’organista Azzolino della Ciaja fece costruire a Pisa un organo insolitamente ampio (5 manuali), così<br />
come ampio era l’organo opera di Donato del Pisano, a Catania<br />
- seconda metà del XVIII sec: Gaetano Callido realizzò ben 400 organi nel Veneto<br />
- prima metà del XIX sec: i Serassi di Bergamo, tra cui emerse Giuseppe. Strumenti dalla pastosa sonorità diffusi in<br />
Lombardia<br />
Il clavicembalo e il clavicordo<br />
Il clavicembalo è uno strumento a corde pizzicate da punte di penna di corvo poste su saltarelli, che sono collocati<br />
all’estremità interna dei tasti. Ne esistono a 1 o 2 manuali<br />
La spinetta (il virginale inglese) è basata sullo stesso principio, ma le corde sono parallele o oblique alla tastiera<br />
I principali costruttori erano i Ruckers di Anversa, i nostri Baffo e Trasuntino, l’inglese Tschudi<br />
Il clavicordo, antecedende al clavicembalo, era a corde percosse da tangenti infisse nella parte interna del tasto. Di<br />
forma rettangolare e piccola era adatto alla musica domestica. Diffuso soprattutto in Germania, era apprezzato dai Bach<br />
Il violino<br />
Non è noto chi fu l’inventore del violino, ma il primo famoso costruttore fu Gaspare Bertolotti da Salò (1540-1609),<br />
iniziatore della scuola bresciana. Duratura fama ebbe la scuola cremonese con gli Amati (Andrea il capostipite, nato nel<br />
1505; i Guarneri (Andrea il capostipite, allievo di Nicola Amati); gli Stradivari, con Antonio (1655-1737), allievo di<br />
Nicola Amati; nel XVII sec. ebbe notorietà la scuola tirolese con Steiner, probabilmente allievo di Nicola Amati<br />
51