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STORIA DELLA MUSICA

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TESI XXIII: Richard Wagner: importanza musicale e artistica, caratteri nazionali della sua produzione. I postwagneriani<br />

L’OPERA IN FRANCIA<br />

Grandi mutamenti politici nella Francia del XIX sec: prima repubblica, impero napoleonico, breve seconda repubblica e<br />

secondo impero, comune di Parigi e terza repubblica. Non così numerosi, ma comunque in linea col mutamento dei<br />

costumi è il cambiamento nel teatro musicale: ultime vestigia della tragedie-lyrique, Grand-opéra, dramma lirico,<br />

dramma verista. I musicisti che emersero nel primo periodo non furono francesi: Cherubini, Spontini, Rossini, Bellini,<br />

Donizetti e Meyerbeer. Tra i francesi si ricordano Gounod, Bizet, Massenet e Berlioz.<br />

La sede principale del teatro parigino era (e ancora lo è) l’Opéra. Fondata nel 1671 col nome di Academie Royale de<br />

musique e de danse, cambiò nome e sede varie volte; vi venivano rappresentate opere serie o tragiche cantate da capo a<br />

fondo, secondo la tradizione di Lulli.<br />

Altro teatro frequentato era l’Opéra Comique, sede delle rappresentazioni di vario contenuto (serio compreso), in cui le<br />

parti dialogate non erano cantate. Quando queste opere venivano rappresentate all’Opéra, diventavano tutte cantate.<br />

Il Théatre Italien era il più antico (inizio XVII sec.) e vi furono rappresentati per più di un secolo le Commedie<br />

dell’Arte italiane; verso la metà del ‘700 divennero più frequenti le rappresentazioni d’opera italiane<br />

Nella Parigi della seconda metà dell’800 ebbe grande importanza il Théatre Lyrique, che mise in scena opere francesi e<br />

straniere tradotte in francese, generalmente di nuovissima uscita<br />

I primi decenni del secolo<br />

Il passaggio dal gusto del tardo ‘700 al gusto del Grand-Opéra avvenne gradualmente, senza querelles. Escludendo<br />

pochissimi titoli, i toni romantici erano ancora lontani. I principali operisti di quel periodo furono:<br />

- Luigi Cherubini (1760-1842), fiorentino, discepolo di Sarti, visse a Parigi dal 1788. la sua opera drammatica,<br />

influenzata da Gluck, si rivelò in Lodoiska e Medee, ma tra i lavori più riusciti anche l’opera-ballet Anacreon ou<br />

L’amour fugutif e le opera-comique L’hotellerie portougaise e Le crescendo. Nominato nel 1821 direttore del<br />

Conservatorio di Parigi, ebbe meno tempo per comporre. Tra le musiche sacre scrisse 14 messe e 2 Requiem.<br />

Scrisse un Corso di contrappunto e fuga. Fuse in uno stile nobile e composto gli insegnamenti teatrali di Gluck e le<br />

risorse strumentali di Haydn. La sua vocalità era vigorosa. Esercitò un notevole influsso sullo svolgimento della<br />

musica francese nella prima metà dell’800<br />

- Gaspare Spontini (1774-1851), dopo aver studiato a Napoli con Piccinni, andò a Parigi nel 1803, dove la sua<br />

Vestale ebbe un gran successo, così come ne ebbe la sua opera storica Fernando Cortez. Mutata la situazione<br />

politica, benchè i Borboni gli avessero affidato la direzione del Théatre Italien, preferì trasferirsi in Prussia, dove<br />

rappresentò Agnese von Honenstaufen. Nel 1841 tornò nella terra natia, le Marche. Di formazione napoletana nelle<br />

melodie, assimilò la lezione di Gluck nell’attenzione drammatica. Oltre a curare l’adesione strumentale alle idee<br />

drammatiche, realizzò melodie ampie e duttili, recitativi plastici e incisivi<br />

Tra gli altri italiani che ebbero successo a Parigi, Fernando Paer di Parma con Le maitre de chapelle (1821) e che<br />

diresse il Théatre Italien, Michele Carafa di Colobrano, di illustre famiglia napoletana e ufficiale del generale Murat, e<br />

soprattutto Gioachino Rossini, a Parigi dal 1824 al 1829. Noto operista francese del primo ‘800 fu Francois-Adrien<br />

Boieldieu (1775-1834), che ottenne successo con Le calife de Bagdad, Le petit Chaperon Rouge, ma soprattutto con La<br />

dame blanche (1825), capolavoro di grazia leggera, spontaneità e naturalezza (Boieldieu come un Mozart francese)<br />

Gli anni del “Grand-operà”<br />

Negli anni della restaurazione dei Borboni i più grandi successi furono la Dame blanche di Boieldieu, La muete de<br />

Portici di Auber e Guillaume Tell di Rossini. Questi successi furono in parte dovuti ai libretti, portatori di<br />

rivoluzionamento sociale e libertà, cioè le idee dell’alta borghesia parigina, ceto che avrebbe dominato con la<br />

monarchia costituzionale di Luigi Filippo d’Orleans. Sensibile agli ideali del tempo, Eugéne Scribe confezionò gli<br />

intrecci di molte nuove opéra-comique e molte Grand opéra, genere affermatosi intorno al 1830 le cui caratteristiche<br />

sono l’appariscente grandiosità, i soggetti storici ma romanzati, colpi di scena e violenti contrasti di passioni,<br />

messinscena spettacolare. Chi diede veste musicale a questo genere tipicamente francese fu un tedesco:<br />

- Giacomo Meyerbeer (1791-1864), dopo aver studiato in Italia su consiglio di Salieri, si trasferì a Parigi dove iniziò<br />

la stagione del Grand opéra con Robert le diable, a cui seguirono a distanza di anni (era lento e pieno di<br />

ripensamenti) Les Huguenots, Le prophete, L'etoile du nord, L’africane. A Parigi raccolse grande ammirazione, ma<br />

anche l’avversione di Berlioz, Schumann e Wagner. Ebbe la capacità di assimilare gli stimoli esterni, viste con gli<br />

occhi di oggi le sua opere risultano un curioso miscuglio di invenzioni originali e di banalità<br />

- Daniel-Esprit Auber (1782-1871), ottenuto il primo importante successo con La musette de Portici si dedicò<br />

all’opéra comique con libretti di Scribe, tra cui Fra Diavolo, Le domino noir e Manon Lescaut, melodicamente<br />

facili, varie nell’invenzione e nel gioco scenico, ora ironiche ora sentimentali nella musica. Come Cherubini,<br />

diresse il conservatorio di Parigi.<br />

- Berlioz, vedi tesi XXIX<br />

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