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STORIA DELLA MUSICA

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La notazione dell’Ars nova francese<br />

All’inizio del XIV sec. in Francia venne introdotta la minima. Nei trattati di questo secolo si diede spazio alla casistica<br />

della suddivisione dei valori, che prese il nome di modus (divisione della longa), tempus (divisione della brevis),<br />

prolazio (divisione della semibrevis, che può essere maior, 3 minimae, o minor, 2 minimae). Questi principi furono<br />

enunciati nel trattato di Philippe de Vitry. In questa notazione furono scritte le composizioni di Guillaume de Machaut<br />

La notazione dell’Ars nova italiana<br />

Al contrario di quella francese e franconiana, basata sulla notazione modale, la notazione italiana sembra provenire dal<br />

nulla. Le regole definiti da Marchetto da Padova non hanno antecedenti teorici. Scarsamente impiegate la maxima e la<br />

longa, l’unità di base è la brevis. La divisione era così organizzata:<br />

- divisio prima: binaria e ternaria di semibrevi<br />

- divisio secunda: quaternaria, senaria imperfecta (3+3) e perfecta (2+2+2), novenaria (3+3+3) di minimae<br />

- divisio tertia: octonaria e duodenaria di semiminimae<br />

TESI VII: Guido d’Arezzo e il sistema musicale medioevale. La solmisazione<br />

Teoria e pratica<br />

Gli scrittori di musica medioevale si dividono in teorici (aspetto speculativo) e trattatisti (aspetto pratico). La cultura<br />

ecclesiastica prediligeva l’aspetto teorico. Mediatore tra mondo classico e medioevale fu Boezio (480-524) col suo De<br />

istitutione musica. Filosofo e consigliere dell’ostrogoto Teodorico, compendiò le nozioni di musica antica sulla base<br />

della concezione pitagorica, riconoscendo 3 tipi di musica: mundana (delle sfere celesti), humana (che congiunge in<br />

armonia anima e corpo), instrumentalis (prodotta dagli strumenti)<br />

Nelle opere dei teorici venivano trattati argomenti circa la natura e l’origine della musica, i suoi effetti e aspetti<br />

matematico-acustici, mancavano riferimenti pratici. Regno della pratica erano le scholae presso cattedrali e monasteri.<br />

Solo a partire dal XI sec, con Guido d’Arezzo, si inizia a parlare di trattatistica<br />

GUIDO D’AREZZO<br />

Nacque nel 995 vicino a Ferrara, fu monaco benedettino ad Arezzo, dove fondò una scuola di canto. Il suo metodo di<br />

insegnamento innovativo fu molto apprezzato a Roma e la Chiesa si occupò della sua diffusione. Diventò priore a<br />

Camaldoli, dove morì nel 1050. Tra le sue opere Micrologus de Musica e Prologus in Antiphonarium nella nuova<br />

notazione<br />

L’esacordo<br />

Guido inventò un metodo per facilitare l’apprendimento delle melodie sul rigo, la solmisazione, che si basa<br />

sull’esacordo, una successione di 6 suoni in cui il semitono è posizionato al centro in cui i nomi delle note (ut, re, mi ,<br />

fa , sol, la) sono derivati dalle prime sillabe dell’inno di S.Giovanni, protettore dei cantori. Il “si” nacque dalle prime<br />

lettere di “Sancte Johannes”<br />

La solmisazione<br />

Nella pratica musicale esistevano anche i semitoni corrispondenti al nostro la-si bem, e si-do. Guido risolse il problema<br />

con la successione di più esacordi: 3 duri in cui ut corrisponde al nostro sol, 2 naturali e 2 molli in cui ut corrisponde al<br />

nostro fa. Il nome solmisazione deriva dal nome delle note in cui si effettua la mutazione per passare dall’esacordo<br />

naturale a quello molle, appunto “sol” e “mi”. Grazie alla mutazione tutti i semitoni venivano indicato con “mi-fa”. La<br />

pratica della mutazione era difficoltosa. Per agevolarla Guido usò lo stratagemma della mano. Ad ogni falange della<br />

mano veniva associato un suono. A partire dal XII sec. si utilizzarono nuovi suoni alterati e vennero creati nuovi<br />

esacordi. Il nuovo sistema prese il nome di musica ficta, cioè “falsa”<br />

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