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STORIA DELLA MUSICA

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- da camera: sonate per violino e pianoforte, sonate per arpeggione (una gande chitarra a 6 corde che si suona con<br />

l’arco) e pianoforte, 2 trii per archi, 3 trii con pianoforte, 12 quartetti per archi, il quintetto per archi e pianoforte<br />

(La trota), l’ottetto<br />

- per orchestra: 10 sinfonie, tra cui La tragica, La piccola, L’incompiuta (solo i primi 2 tempi), La grande. Le prime<br />

6 si ricollegano alla serenità mozartiana. Dalla 4° in avanti sono evidenti i segni della sua personalità<br />

E’ errato definirlo un romantico tout-court. Fu a metà tra classicismo e romanticismo. La sua formazione fu<br />

esclusivamente classica. Il nucleo centrale della sua personalità è il lirismo, sereno e limpido, capace di dilatarsi<br />

moltissimo nelle ancora presenti strutture derivate dal classicismo<br />

Hector Berlioz (1803-Parigi,1869)<br />

Figlio di medico, si iscrisse alla facoltà di medicina, ma la sua vera passione era la musica. Prese lezioni da Lesueur e<br />

nel 1826 entrò al Conservatorio di Parigi dove studiò contrappunto e composizione. Era molto curioso dal punto di vista<br />

artistico. La conoscenza del Faust di Goethe lo convinse a mettere in scena le Huit scenes de Faust (1829). L’anno<br />

seguente compose l’opera più conosciuta, la Symphonie fantastique. Vinse il Prix de Rome con la cantata Sardanapale,<br />

a Roma conobbe Mendelsshon e Glinka, e scrisse Lelio ou Le retour a la vie. Tornato a Parigi sposò un’attrice irlandese<br />

di teatro, ma non fu un matrimonio felice. Si occupò di giornalismo e poco di composizione, sino al 1842, quando iniziò<br />

una tournee europea con la soprano Maria Recio. All’accoglienza all’estero però non corrispondeva la considerazione<br />

del pubblico francese, che accolse freddamente Les Troyens (1863)<br />

- le opere teatrali più note sono: Benvenuto Cellini (1838), un insuccesso, Les Troyens (1863), tragedie-lyrique in<br />

due parti (La prise de Troye, 3 atti e Les Troyens a Carthage, 5 atti), Beatrice et Benedict (1862), opera-comique in<br />

2 atti<br />

- composizioni sinfonico-corali: Huit scenes de Faust per soli coro e orch, poi ampliato e mutato in La damnation de<br />

Faust, 1845-46 (definita “opera de concert”, a metà tra la composizione sinfonica e l’opera), Lelio ou Le retour a<br />

la vie, monodramma lirico per recitante, soli, coro e orch (1831-32), Grande Messe de Morts (un Requiem, 1837),<br />

Te deum (1849), L’enfance de Christ (trilogia sacra, 1854)<br />

- composizioni sinfoniche: Symphonie fantastique (1830) è in 5 tempi e ognuno porta un titolo, costituisco “episodi<br />

della vita di un artista”, Harold en Italie (1834, per viola concertante e orch, in 4 tempi), Romeo et Juliette (sinfonia<br />

drammatica, 1839)<br />

- scritti letterari o teorici: Voyage musical en Allemagne et en Italie, Etudes sur Beethoven, Gluck et Weber,<br />

Memoires<br />

Impersonò, nella vita come nell’arte alcuni aspetti caratteristici del romanticismo. Vissuto a Parigi, dove il pubblico<br />

apprezzava ancora gli ideali di grandiosità della Grand-opera e gli aspetti virtuosistici della musica strumentale, si sentì<br />

spesso isolato. Raccolse grandi favori invece presso il pubblico tedesco, dal gusto più simile al suo. La sua idealità lo<br />

spingeva verso concezioni drammatiche e musicali di vaste proporzioni, che il suo istinto tumultuoso frenava appena.<br />

Fu grandissimo maestro della strumentazione nello spiegare grandi mezzi e valorizzare i timbri di tutti gli strumenti,<br />

molti dei quelli erano stati tenuti prima di lui in posizioni subordinate<br />

Felix Mendelsshon (Ambugo,1809-Lipsia,1847)<br />

Apparteneva ad una agiata famiglia di origine ebrea, però di religione protestante. Iniziò lo studio del pianoforte con la<br />

madre, poi proseguì a Berlino con Berger e Zelter (amico di Goethe). A contatto con poeti, artisti e filosofi che<br />

frequentavano il suo salotto, frequentò i corsi di filosofia di Hegel. Riportò alla vita la Passione secondo Matteo di<br />

Bach. Viaggiò molto e conobbe diversi musicisti, tra cui Berlioz, Chopin, Liszt, Rossini e Meyerbeer. Fu virtuoso del<br />

pianoforte e fondò a Lipsia nel 1843 il Conservatorio in cui insegnarono Schumann e Moscheles. La morte dell’amata<br />

sorella Fanny, anche lei pianista e compositrice, lo colpì nel profondo, morì pochi mesi dopo la sua morte<br />

- per orchestra: 11 sinfonie giovanili per archi (1820-24), 5 concerti giovanili per vari solisti, 2 concerti per<br />

pianoforte e orch (1831), un concerto per violino e orch (1837), 5 sinfonie, tra cui la Lobgesang che richiede<br />

nell’ultimo tempo soli e coro, la Scozzese, l’Italiana e la Riforma, composte dal 1824 al 1842, ouvertures, tra cui<br />

Sogno di una notte di mezza estate, Calma di mare e viaggio felice, La grotta di Fingal (o Le Ebridi). Nella forma<br />

sinfonica sempre molto attento allo stile classico, non rifiutò idee nuove, come nelle sinfonie Italiana e Scozzese,<br />

senza però infrangere le regole della tradizione<br />

- da camera: sonate per violino, viola, violoncello e pianoforte; 2 trii e 3 quartetti con pianoforte; quartetti e quintetti<br />

d’archi; ottetto per archi op.20<br />

- per pianoforte: 48 Romanze senza parole, 3 sonate, preludi, fughe, capricci, studi, variazioni, Andante e Rondò<br />

capriccioso op.14 (1824), Variations seriouses op.54 (1841). Due aspetti della sua personalità: il virtuosismo delle<br />

sonate, delle variazioni e dei rondò contro il lirismo delle romanze<br />

- teatrali e vocali: alcune opere quasi tutte giovanili, musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate,<br />

Athalia di Racine, Edipo a Colono e Antigone. Composizioni corali a cappella con accompagnamento strumentale,<br />

2 oratori: Paulus op.36 su testo proprio e Elia op.70 su testo biblico<br />

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