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ma la sua memoria era senza tempo, il passato si dissolveva<br />
dolorosamente nel presente: nei fiori di campo che teneva<br />
ancora con sé, e nel cielo che credeva di poter toccare da<br />
quell’altezza.<br />
Su Mudu era turbato, e per nascondere la sua emozione<br />
si alzò in piedi, sfiorando con la testa il tettuccio del capanno<br />
che riprese ad oscillare. Ondeggiavano anche gli spazi<br />
verdi che io cercavo con lo sguardo.<br />
– Credevo si potesse vedere oltre, – dissi, indicando la<br />
linea che chiudeva l’orizzonte. – <strong>Erthole</strong> mi respinge, mi si<br />
nasconde.<br />
Maddalena mi confidò di conoscere un luogo da dove si<br />
poteva vedere il mondo. Non chiesi spiegazioni, volevo che<br />
continuasse a parlare. Su Mudu s’incupì, e una ruga profonda<br />
gli attraversò la fronte: quel luogo era legato in qualche<br />
modo alla dolente storia di Maddalena. Lei non disse altro,<br />
non poté andare oltre l’illuminazione di quell’attimo.<br />
Invitai su Mudu a tornare con noi alla casa per il pranzetto,<br />
ma lui rifiutò. Cercai di insistere, e insistette anche<br />
Maddalena, supplicandolo. Lui sollevò gli occhi verso la<br />
chioma della sughera:<br />
– Un altro giorno, – disse sommessamente a Maddalena,<br />
come per farsi perdonare il dispiacere che le procurava.<br />
Sussurrò ancora qualcosa che non capii, e con un gesto delle<br />
braccia sembrò indicare le infinite possibilità di incontri che<br />
la vita riservava.<br />
La mia discesa dal capanno fu difficile. Maddalena, invece,<br />
si lasciò cadere sfiorando appena il tronco, e s’incamminò<br />
veloce davanti a me, quasi avesse fretta di allontanarsi<br />
dalla sughera. Si fermò ad aspettarmi su un monticello che<br />
affiorava tra gli arbusti; guardava lontano, oltre le siepi che<br />
ci stavano davanti.<br />
– Esiste veramente quel luogo. Ci sono stata… L’ho visto<br />
il mondo.<br />
– Chi ti ha condotto?<br />
– Lui… sono andata con lui, a cavallo.<br />
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Tacque, poi proruppe in pianto, chiamando disperatamente<br />
un nome.<br />
– Portólu, dove sei? Ti ho atteso, vieni… sono stanca…<br />
Piangeva coprendosi gli occhi con le mani. Avrei voluto<br />
aiutarla, ma capivo che quella disperazione saliva dalle<br />
profondità dove si era perduta.<br />
– I ricordi sono come vetri conficcati dentro di me. Sento<br />
solo dolore.<br />
L’aiutai a scendere, ma si svincolò dalla mia mano, dicendo<br />
che voleva andare lei avanti. Man mano che procedeva<br />
riacquistava serenità; si lanciava in piccole corse e si<br />
nascondeva dietro rocce e siepi, godendo quando io non<br />
riuscivo a scoprirla.<br />
Avvistammo un’altura e Maddalena mi disse che dovevamo<br />
andare dall’altra parte; voleva mostrarmi qualcosa.<br />
Ci tenevamo per mano, ora, ma era sempre lei che conduceva.<br />
– Siete già stanco?<br />
– No, ma cosa troveremo?<br />
– Vedrete –. Arrivammo in cima alla collina, una distesa<br />
disseminata di macchie.<br />
– Ci fermiamo?<br />
– Non ancora.<br />
Salimmo su una pietra candida come un cumulo di neve,<br />
e scoprimmo un altro orizzonte di <strong>Erthole</strong>, più vasto di<br />
quello che avevamo osservato dal capanno.<br />
– Guardate, – disse lei, volgendosi alla valle che si apriva<br />
sotto di noi. Nel fondo, le pietre giacenti davano l’idea di rovine.<br />
Maddalena si era trasfigurata, non riusciva a distoglierne<br />
lo sguardo. Ansiosa di scendere, si mosse senza dirmi<br />
niente. Le chiesi dove andavamo, e lei, con un cenno, mi fece<br />
capire che bisognava tacere. La seguii zigzagando per vincere<br />
la ripidità del pendio; la pietraia attirava irresistibilmente<br />
anche me. Man mano che ci avvicinavamo, le forme svanivano<br />
in uno scintillio di colori. Prima di mettere piede in quello<br />
strano luogo, Maddalena esitò: massi, lastroni, schegge…<br />
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