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– Andiamo via, – mi gridò Saverio prendendomi per un<br />
braccio. Quando fummo fuori dalla stanza domandai a su<br />
Riccu se veniva spesso a controllare. Mi guardò con i suoi<br />
occhietti acquosi. Non voleva rispondere, gli sembrava che<br />
volessi sapere troppe cose.<br />
– Per quella miseria che mi danno, – sbottò poi, – accompagno<br />
i periti, ogni tanto ne arriva uno nuovo… per il<br />
resto vengo quando ne ho voglia.<br />
– Anche di notte? –. Abbassò la testa. Non se la sentiva<br />
più.<br />
– Già, c’è l’età, – dissi.<br />
– C’è altro, di notte si balla qui…<br />
Saverio gli chiese s’erano vere le storie che si raccontavano.<br />
– Ho visto e sentito… Non sono uomo pauroso. C’erano<br />
tutti. Ho avuto la febbre per tre giorni…<br />
– C’era anche lui?<br />
– Camminava sui tetti, metteva a posto le tegole; si affacciò<br />
anche al balcone.<br />
– Ha parlato?<br />
– Qualche cosa l’ha detta.<br />
– E di giorno? – gli chiesi.<br />
– I rumori li sento. Qualche volta anche i pianti… Sos<br />
irrocos 32 di Natalia, sempre.<br />
Uscimmo da sa galera. Su Riccu non voleva accettare i<br />
soldi che gli offrivo; diceva che non poteva.<br />
– Quando volete tornare… – ci disse salutandoci. Chiuse<br />
il portone e il cupo rimbombo ci accompagnò fino alla<br />
piazza dove mi condusse Saverio.<br />
32. Le imprecazioni.<br />
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XVI<br />
La piazza, un terrapieno a semicerchio, sostenuto da<br />
conci nerastri carichi di muschio, era uno dei tanti argini<br />
aperti attorno alla ragnatela di case e di arene dalla quale eravamo<br />
appena usciti. Quello stacco poteva apparire il rimedio<br />
estremo allo scempio che aveva ferito il paese, ma forse tutto<br />
era stato voluto da Zuacchinu per isolarsi e difendersi, come<br />
facevano gli antichi signori delle rocche. Dal parapetto del<br />
muraglione gibboso guardavamo l’altro versante del paese,<br />
una selva di terrazze e di balconi.<br />
– Non ci sono più i tetti; neanche le strade scorgo, –<br />
dissi a Saverio, che mi osservava preoccupato per la mia salute.<br />
Mi chiese come mi sentissi, e non parve convinto della<br />
mia risposta rassicurante.<br />
– Ogni volta che ti cali nei ricordi, ne esci stravolto. Sembri<br />
su Riccu dopo le visioni notturne.<br />
Risposi che le paure del vecchio erano un tradimento<br />
dell’età. Ma lui non si meravigliava che certe cose potessero<br />
accadere.<br />
– Allora credi che lì dentro…?<br />
Mi rispose che Zuacchinu era rimasto grande anche come<br />
santo o diavolo che fosse. Forse commerciava anime nell’altro<br />
mondo.<br />
– Ma questi sono contos…<br />
Mi pareva di sentire ancora l’odore nauseabondo della<br />
polvere che si era sollevata nel tenebroso corridoio delle porte<br />
chiuse.<br />
– Ti volevo chiedere di Natalia. Ciò che diceva su Riccu…<br />
– Sono contos anche quelli.<br />
Voleva raccontare però. Natalia era già folle quando si<br />
era sposata. La maledizione che aveva colpito suo padre, impossessatosi<br />
con la frode di un ascussorgiu destinato ad altri,<br />
aveva toccato anche lei. Il Maligno che ne aveva la custodia<br />
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