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XXII<br />
Chiuso nei suoi silenzi, aveva la stessa immobilità del<br />
capanno che ci accoglieva, più solido, ora, con i nuovi intrecci<br />
che lo legavano al tronco sul quale era stato costruito.<br />
Tacevo anch’io, approdato lassù seguendo gl’imprevedibili<br />
spostamenti di quest’uomo stravagante che non conosceva<br />
regole di tempo né di luogo. Lo spiavo senza osare di chiedergli<br />
niente, e attendevo, convinto che al buio si aprisse,<br />
com’era accaduto altre volte. M’avvicinai e gli parlai: coglievo<br />
perfino i tumulti dei suoi pensieri celati in quell’apparente<br />
immobilità. <strong>Erthole</strong> viveva già la sua notte.<br />
– Luca… non lo vedo da più giorni, dov’è? – chiesi a su<br />
Mudu. Lui sapeva di Bambinu, che non era venuto né vivo<br />
né morto, e sapeva di me, che attendevo da settimane l’incontro<br />
con questo pellegrino della notte.<br />
– Dobbiamo fare qualcosa, ha bisogno, – dissi ancora.<br />
– Verrà, – mi parve di capire da un lento movimento<br />
della testa.<br />
Mi sentivo addosso i suoi occhi senza vederli: uno sguardo<br />
che sembrava una predizione di male e una confessione<br />
d’impotenza, come se il danno temuto fosse irrevocabilmente<br />
segnato nel destino. Attendevo qualcosa che definisse il<br />
tempo e il luogo dell’incontro. Lui pareva di sasso.<br />
– Questi crepuscoli di maggio… danno una malinconia,<br />
– dissi quasi a giustificare la sua tristezza. Tornai a parlare<br />
di Luca e di Bambinu.<br />
– Questa notte? – domandai. Assentì gravemente con un<br />
cenno del capo.<br />
Gli parlai delle mie visioni a Badd’e neulas.<br />
– Ci sei mai stato, tu?<br />
Non mi rispose. Quello era un luogo della mente, un<br />
approdo inevitabile per chi voleva capire le proprie e le altrui<br />
follie.<br />
– Mi ha condotto Luca… che strano ragazzo, quante<br />
cose dovrà rivelarmi ancora…<br />
118<br />
Su Mudu m’interruppe, parlare di Luca gli procurava<br />
una pena che non riusciva a nascondere.<br />
– Sai qualcosa ch’io non so? – chiesi.<br />
Si limitò a indicarmi la notte incombente. Pensai ancora<br />
a Luca e fui preso dall’ansia di sapere. I presagi li sentivo<br />
nell’aria.<br />
– Anche Maddalena… –. Su Mudu parlò finalmente;<br />
percorreva i sentieri degli affetti mai dichiarati, usciva da<br />
una sofferenza per entrare in un’altra. Gli dissi della mia ultima<br />
visita al paese.<br />
– Sembra rinata…<br />
– A <strong>Erthole</strong> deve tornare, – confermò lui. Il ricordo di<br />
Maddalena non riusciva a distrarmi da Luca.<br />
– Cosa devo fare? – chiesi.<br />
– Ormai… –. Abbassò la testa in segno di distacco e<br />
non si mosse più. Compresi che dovevo andar via e scesi<br />
dal capanno silenziosamente per non turbare quel raccoglimento.<br />
Mi trovavo nella condizione di su Mudu, che non<br />
seguiva pensieri coerenti, ma sentiva e presentiva soltanto.<br />
Andavo da Luca e intendevo le ragioni profonde di<br />
quella malinconia ch’era scesa anche in me. Ora ch’ero lontano<br />
dal capanno, la notte pareva più fonda, ma non facevo<br />
calcoli di ore e di giorni, né misuravo distanze o cercavo direzioni.<br />
Dopo tanto camminare intravidi la casa in un chiarore<br />
lontano: la luna di maggio, presa nel gioco delle luci e delle<br />
ombre che frantumavano il mondo, rendeva tutto irreale,<br />
anche gli alberi fra i quali mi sembrava di sentire la presenza<br />
di Luca. Udii un tonfo dietro di me, poi passi leggeri che si<br />
avvicinavano.<br />
– In runna?… 44 –. Riconoscevo quella voce. Mi voltai<br />
lentamente, senza sorpresa. Aveva lo stesso abito che gli avevo<br />
visto a sa Pred’iscritta e rideva guardandomi di traverso,<br />
come aveva fatto allora. La luce lunare lo scarnificava nel rivelarmelo.<br />
Nel suo sguardo sfuggente traspariva un’irrisione.<br />
– Sei caduto dal cielo? – gli chiesi.<br />
– Una visita, come vi avevo promesso… ho atteso la luna<br />
piena. Vi fa piacere?<br />
44. Di ronda?<br />
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