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Erthole - Sardegna Cultura

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85. Azzardato.<br />

XXX<br />

Lo trovai all’alba nell’ovile di Luca. Mi attendeva. Aveva<br />

già munto le pecore e caricava i bidoni del latte sul motocarro.<br />

– So che non è stagione, ma le trovo qui ogni mattina,<br />

come anime in pena.<br />

Parlare gli piaceva ora, era tornato alla vita. Aveva disfatto<br />

anche il capanno della grande sughera; non aveva più<br />

voglia di scrutare il cielo in solitudine.<br />

– Il male sale dalla terra, – mi spiegò.<br />

L’avevo cercato inutilmente di giorno e di notte, e glielo<br />

dissi. Mi rispose che aveva lasciato segni chiari, forse non<br />

avevo saputo leggerli. Montò sul motocarro e mi chiese di<br />

andare con lui. Aveva appreso da poco la guida, ma sapeva<br />

già tutto.<br />

– Hai cercato al buio… attrividu. 85<br />

Si riferiva al mio incontro con sos incumannados.<br />

– So che hai deciso d’andar via… È il tempo dei ritorni.<br />

Io pensavo a Luca e a quella mia vana ricerca.<br />

– Mi hanno deriso.<br />

– La risposta che cercavi l’hai avuta.<br />

– Ho solo confusione, chiariscimi tu.<br />

Mi rispose che non c’era altro da sapere. Eravamo arrivati<br />

al suo ovile e lui mise in cottura il poco latte per la lavorazione<br />

del formaggio.<br />

– Non avevo mai visto bestie offrirsi così.<br />

Indicava il formaggio che stava manipolando e l’altro<br />

che asciugava sulle frasche. Nei suoi gesti avvertivo la presenza<br />

di Luca, che si era distaccato da noi come un grande<br />

saggio; ma il suo ricordo non ci dava dolore.<br />

– Sapere chi, perché, come… Trovarlo per piangerlo…<br />

166<br />

Doveva raggiungere le sue pecore e mi chiese di accompagnarlo.<br />

– Se potessi dare risposta a tutte le domande… – mi<br />

disse quando fummo fuori dalla capanna. Per ridurre le sensazioni<br />

in parole doveva ripensare tutto; non aveva più le<br />

certezze che trasparivano dai suoi silenzi.<br />

– Chissà se c’incontreremo ancora. Torna, se puoi…<br />

Anche al paese…<br />

Impercettibilmente mi distaccavo anch’io da tutto. Stavo<br />

uscendo dal sonno di <strong>Erthole</strong>, un risveglio senza dolore.<br />

Le emozioni provate in quel luogo si erano cristallizzate nella<br />

mia coscienza.<br />

– Non lasciarmi in quest’incertezza –. Ci sedemmo, e<br />

senza parlare mi mostrò i boschi e le radure. Più in là le<br />

colline e le pietraie dei valloni. Il mondo si ricomponeva in<br />

me, era come se guardassi tutto con altri occhi. Su Mudu<br />

mi esortò a non avere paura dei dubbi, erano il seme di<br />

<strong>Erthole</strong>. Io, invece, volevo conoscere i fatti, anche se capivo<br />

che il grande processo delle possibilità non poteva avere<br />

compimento.<br />

– Abbiamo già pianto, tu e io, quando non c’erano le<br />

parole fra di noi… so tutto e niente, come te.<br />

Seguiva con lo sguardo le distanze di <strong>Erthole</strong> che si perdevano<br />

vaporando all’orizzonte. Le parole lo conducevano<br />

dove tutto aveva la vaghezza del sogno.<br />

– Non voglio tacerti niente, non potrei, ma interroga te<br />

stesso, prima.<br />

Gli risposi che forse non aveva più senso sapere quando<br />

e dove si era oscurato il giorno di Luca.<br />

– Però, pensare che qualcuno abbia potuto farne scempio…<br />

che strazio un airone ferito!<br />

Non riuscivo a staccarmi dalla fisicità di Luca. Ricordavo<br />

le sue apparizioni e la malinconia che provavo per le sue<br />

fughe inattese.<br />

– Niente offendeva il suo aspetto… sembrava dormisse.<br />

Così rispose su Mudu, a fatica, come se tutto fosse sepolto<br />

nelle profondità del tempo.<br />

– Dov’è ora? – gli chiesi.<br />

167

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