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Erthole - Sardegna Cultura

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66. Luogo di magie.<br />

XXVI<br />

Si sentiva diverso dagli altri e non solo perché poteva<br />

pagarsi ogni capriccio, anche quello di comprare case e terre<br />

che non avrebbe mai cathicadu.<br />

– Riprendere da capo… ma quella non è vita, – ripeteva<br />

sollevando le mani dal volante della macchina che ci conduceva<br />

a Nuoro. Paschedda, seduta accanto a lui, faceva eco<br />

col suo ammirato commento.<br />

– Miserinu! non gli manca niente, cosa torna a fare qui,<br />

a tentare sas predas?<br />

Nella macchina c’era anche Maddalena, aveva insistito<br />

perché andassi con loro. Erano venuti a prendermi a <strong>Erthole</strong>,<br />

di pomeriggio, e Zommaria aveva voluto partire subito.<br />

– Locu ’e maghias, 66 – aveva commentato guardando<br />

Maddalena nella quale credeva di cogliere i segni dei malefici<br />

che lui temeva. Non aveva detto altro, avrebbe voluto<br />

cancellare anche il ricordo di quel luogo che era all’origine<br />

del nostro malu naschere, come lui diceva. Neanche del carcere,<br />

dove io ero diretto, gli piaceva parlare.<br />

– Bellu locu, – aveva ripetuto più volte. Pensava all’oscuro<br />

legame che correva fra il male temuto di <strong>Erthole</strong> e la prigione<br />

che aveva segnato la sua esistenza. Altra sicurezza aveva<br />

ora. A Nuoro andava a trattare affari. Nelle banche si sentiva<br />

come a casa sua, gli alti dirigenti gli andavano incontro pieni<br />

di rispetto, pronti a concedergli tutto ciò che chiedeva. Parlava<br />

solo lui rivolgendosi a Paschedda, che interloquiva solo<br />

per esprimere ammirazione. La mia presenza sembrava gli<br />

pesasse, riteneva fossi toccato anch’io dal male di <strong>Erthole</strong>. Mi<br />

chiedeva qualcosa ogni tanto, ma trovava da sé tutte le risposte<br />

alle sue domande e continuava a parlare di ciò ch’era diventato.<br />

Ora poteva far correre anche zente manna. Non parlava<br />

delle strade che aveva percorso, era convinto che negli<br />

142<br />

affari fosse tutto lecito. Al paese, unu predarju disabitato, non<br />

sarebbe più tornato, neanche in visita; ci veniva solo per i parenti,<br />

ai quali poteva dare cara anche da lontano. Se avesse<br />

potuto, però, se lo sarebbe portato appresso il paese. Stavamo<br />

per entrare a Nuoro.<br />

– Che te ne pare? – gli chiese Paschedda indicandogli le<br />

case che ricoprivano caoticamente i colli di Sant’Onofrio, di<br />

Ugolio e di Biscollai. Zommaria rispose ch’era unu biddizzolu<br />

male sestadu. 67<br />

– La sorte di chi tenta di uscire dae sa beste, – cantilenò<br />

Maddalena e io non capivo se volesse riferirsi a Nuoro, che<br />

con i suoi labirinti di cemento pareva l’opera di una mente<br />

sconvolta, o a Zommaria, smodato anche lui in ciò che era e<br />

in ciò che voleva apparire.<br />

Nuoro non piaceva più neanche a me. Ci avevo vissuto<br />

in un altro tempo, quando tutto aveva un’anima, anche la<br />

mia casa povera che si alzava a fatica dal fondale nel quale<br />

era interrata per godere la luce del grande orto, dove si raccoglieva<br />

la gente del vicinato e i ragazzi inventavano dal nulla<br />

i loro giochi.<br />

Paschedda disse che lei e Maddalena dovevano andare a<br />

trovare Gremos, un loro parente che abitava a sa’e Sulis, il<br />

rione dei nostri compaesani, un groviglio di tane sparse su<br />

un pauroso dirupo. Anche mio padre aveva acquistato uno<br />

scampolo di terreno su quel pendio. Sognava una casa che<br />

non costruì mai, colpa o merito di mia madre, che non aveva<br />

voluto quell’unnacru senza sole.<br />

Nuoro si era persa lentamente, subendo impotente le<br />

invasioni di coloro che a torme lasciavano i paesi vicini.<br />

Era cresciuta a strappi, frantumandosi in un’infinità di rioni<br />

senza storia dove i pellegrini, che i nuoresi non avevano<br />

saputo accogliere né respingere, avevano trapiantato case e<br />

abitudini.<br />

Paschedda parlò ancora di Gremos, che aveva un negozio<br />

e la pensione di carabiniere.<br />

– Si è sistemato bene, con casa qui e nel paese; anche<br />

terre ha, e la macchina.<br />

67. Un paesotto mal progettato.<br />

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