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Erthole - Sardegna Cultura

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XII<br />

Si alzò in piedi con uno scatto improvviso, come se volesse<br />

rompere qualcosa, uscire dal sonno in cui pareva immerso.<br />

– A compudare… – disse tagliando l’aria della sera con la<br />

mano. Sembrava un altro uomo, alto e diritto come una pertica.<br />

Nessuno avrebbe supposto un tale portamento osservandolo<br />

raggomitolato davanti alla sua capanna. Anche dallo<br />

sguardo traspariva una vitalità inattesa, una volontà di essere<br />

presente, di decidere, di fare. Mi alzai anch’io. Nei suoi gesti<br />

avevo colto l’invito a seguirlo. Camminava per linee oblique,<br />

senza voltarsi, forse seguiva gli odori o forse altro ch’io<br />

non riuscivo a percepire. Gli chiesi cosa c’era da compudare;<br />

le pecore avevano un istinto infallibile, i pastori che rientravano<br />

in paese la sera l’avevano capito. Non mi rispose. Improvvisamente<br />

allungò il passo e si posò su un monticello<br />

ch’io non avevo visto. Tentai d’imitarlo, ma nell’oscurità<br />

non avevo calcolato le distanze e scivolai. Non ebbi il tempo<br />

di cadere, la sua mano sicura, afferrandomi per un braccio,<br />

mi sollevò di peso e mi fece sentire leggero come una foglia.<br />

Quando i miei piedi toccarono il colmo del monticello, mi<br />

voltai per ringraziarlo, ma lui cercava qualcosa nel buio che<br />

si era infittito di colpo.<br />

Senza chiedere niente, mi concentrai per vedere e sentire<br />

qualcosa anch’io. Ma a <strong>Erthole</strong> c’erano i miraggi anche di<br />

notte, sos mascadores, che potevano mutare in fragori i silenzi<br />

o far vedere bagliori nel buio più cupo. Si accorse della mia<br />

incertezza e m’indicò una direzione, opposta a quella verso<br />

la quale era rivolta la mia ricerca. Mi parve di percepire aloni<br />

bianchi che vagavano nel buio, belati e suoni di campanacci<br />

confusi con i sussurri e i bisbigli che correvano nella<br />

notte. Su Mudu si voltò verso di me e con un gesto mi chiese<br />

di attenderlo. Saltò dal monticello, dileguandosi nel buio.<br />

Per un po’ riuscii a seguirne l’ombra, poi indovinai la sua<br />

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posizione da una nenia che mi giungeva accompagnata dagli<br />

altri suoni di <strong>Erthole</strong> e dai belati. Quando tornò sorrideva;<br />

il compudare era un atto d’amore.<br />

– Hanno sentidu, – disse e mi porse la mano per aiutarmi<br />

a scendere dal monticello. Gli chiesi se tutto andava bene.<br />

Non mi rispose. Camminava per suo conto e io lo seguivo<br />

cercando di adeguare i miei passi ai suoi. Nel nostro<br />

andare seguivamo linee curve ora, come se dovessimo girare<br />

attorno a qualcosa.<br />

– Tu, qui, cosa cerchi? – mi chiese a un tratto, come se<br />

si fosse accorto solo allora della mia presenza.<br />

– Voglio capire, – gli risposi, e affrettai il passo per stargli<br />

a fianco; ero curioso di vedere come si atteggiava il suo<br />

viso quando parlava. M’indicò un chiarore intenso che filtrava<br />

tra le alte chiome delle sughere; col braccio disteso pareva<br />

il creatore nell’attimo supremo, quando le tenebre si<br />

squarciarono e fu la luce. S’intravedeva la luna, una piccola<br />

scheggia lontana levatasi da <strong>Erthole</strong> per annunciare che su<br />

Mudu aveva vinto il buio.<br />

– Vedo meglio, ora so dove posare i piedi –. Osservavo<br />

il suo viso disteso. Sorrise e guardò ancora il cielo; forse voleva<br />

dirmi qualcosa, ma tacque per pudore. Penava a uscire<br />

dai suoi silenzi. Ci guidavano le cime degli alberi, intermediarie<br />

fra il cielo e la terra.<br />

– E Luca? – chiesi a su Mudu, mediatore di luce anche<br />

lui.<br />

– Vale più degli altri.<br />

– Forse perché la sera non corre in paese?<br />

– Anche per altro.<br />

– Non viene a trovarti di notte? –. Scosse la testa. Non<br />

voleva rispondere con un semplice no.<br />

– Dove va?<br />

– Qualcosa cerca –. Arrivammo alla casa dove io alloggiavo.<br />

C’era qualche stella lontana, appena visibile, intimidita<br />

dai chiarori di <strong>Erthole</strong>.<br />

– Vuoi mangiare qualcosa con me? – chiesi a su Mudu,<br />

che esitava a varcare la soglia della porta. Mi disse che lui solitamente<br />

cenava presto, subito dopo la mungitura: un po’<br />

di latte e un po’ di pane per mantenersi leggero. A <strong>Erthole</strong><br />

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