Erthole - Sardegna Cultura

– Vi è accaduto qualcosa che vi ha scosso, perché non
ne parliamo?
Lo contraddicevo scuotendo insistentemente la testa.
Non mi lasciò parlare.
– So già quanti passi avete fatto in paese. Andiamo a
sentire su Mudu.
I miei dinieghi approdarono a un debole:
– E le pietre?
Potevano attendere. Risi, senza sapere perché, ed era
come se uscissi da un’altra febbre.
La saggezza di Luca non m’aveva mai sorpreso. Fin dal
primo momento mi era parsa un fatto naturale, in quel mondo
che in ogni sua infinitesima parte rifletteva una suprema
intelligenza. Non mi ero mai chiesto come potesse egli, nella
sua acerba età, capire e predire gli eventi. Ma Luca si disvelava
nella sua innocenza, nel suo essere fedele alla propria
natura. Lo intendevo ora, come se la violenza di una febbre
m’avesse restituito la capacità perduta. L’emozione di un attimo
rivelava anche a me come tutto si perpetuasse in un
continuo fluire e niente del bene della vita perisse nel temuto
male della morte, che è solo un tramandare. Temevo i risvegli,
le ricadute nella mia fredda razionalità, che spezzettava
e frantumava, come diceva Luca.
Su Mudu non si sorprese di vederci, pareva ci attendesse.
Con un’affilatissima roncola tagliava i rami lanuti di un
leccio lasciandoli cadere senza schianto. Non si era mai potuto
convincere che per lavorare il formaggio si potesse adoperare
altro fuoco che non fosse quello della legna bidusta. 37
Non voleva sentir parlare dei fornelli a gas che gli altri pastori
si erano portati negli ovili.
Scese dall’albero e cadde senza peso. Composta una
grande fascina, la legò con una fune caricandosela sulle spalle.
Aiutai Luca a raccogliere gli altri pochi rami e ci avviammo
verso la capanna, dove su Mudu continuò ad armeggiare
come se noi non ci fossimo. Gli raccontai ciò che avevo
visto nella casa di Zuacchinu e parlai anche di Saverio e di
su Riccu. Sembrava distratto, ma sapevo che mi ascoltava.
37. Stagionata.
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Quando finì di appezzare e accatastare la legna si raccolse
davanti alla capanna nella sua posa di sempre. Pareva meditasse.
Ci sedemmo anche noi e Luca gli chiese cosa ne pensasse.
Su Mudu non fece discorsi: con qualche parola staccata
disse che Zuacchinu aveva rotto, diviso, smembrato.
Quella casa, grande quanto una bidda, era nata sulle rovine
di altre case e di altre esistenze.
– Non rughet, ma no si podet reghere… 38
Sarebbe rimasto sempre un soffio delle vite stroncate…
il resto era una grande mugaradda senz’anima. Parlò anche
di me: avevo sentidu 39 se ero riuscito a cogliere le presenze di
ciò che pareva distrutto per sempre. Luca, estroso traduttore
di gesti e di parole, chiese perché sos mannos continuavano a
raccontare che Zuacchinu aveva arricchito il paese. Su Mudu
era diventato irrequieto. Per troncarla lì disse che gli annodadores
sapevano togliere soltanto, ingannando mannos e
minores.
Fumò un sigaro e quando rientrò nella sua quiete mi
disse che quella passad’e calentura 40 mi aveva fatto bene. Nel
tono della sua voce mi parve di cogliere il calore di un’amicizia,
e forse anche affetto. La mia visita, e ancor più le mie
confidenze, gli avevano fatto piacere.
– Vogliamo andare a scoprire la pietra di Biburdeu, che
ne dite?
Su Mudu non rispose, fece un gesto vago, per dire ch’era
inutile. Ormai le pietre erano tutte scoperte.
– Volete leggerla voi? – chiese ancora Luca, ritrovando
la sua ingenuità di bambino.
Su Mudu sorrise tristemente, rimpiangendo forse il tempo
in cui anch’egli credeva a quello che sapeva essere un alloru
di ragazzi. Luca, deluso, si rivolse a me. Se volevo, l’accordo
ora c’era. Gli feci di sì col capo e ci avviammo. Venne con
noi anche su Mudu, che però sparì presto, per andare a trovare
le sue pecore.
38. Non cade, ma non si regge.
39. Sensibilità, sentimento.
40. Accesso di febbre.
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