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– Rovo sulle spalle me ne ha gettato… –. Raccontava a<br />
fatica, come se quei fatti non potessero entrare in nessuna<br />
delle infinite possibilità di vita che aveva pensato nella galera<br />
di Portolongone. Gli chiesi della sua fuga con Nina, o rapimento,<br />
come diceva Zuacchinu, che aveva fatto inseguire<br />
quella figlia sciagurata da cento uomini armati.<br />
– Contos sono –. Pareva non ricordasse niente di quella<br />
storia che aveva avuto il suo epilogo a <strong>Erthole</strong>, crocevia di<br />
follie e di sciagure. Ricordavo la canzone che dicevano cantasse<br />
di notte alla povera Nina, rinchiusa nella casa paterna.<br />
S’aia pòtidu che bentu<br />
lizzéru in artu bolare.<br />
Se potessi come il vento / leggero in alto volare.<br />
Non mi ascoltava, temeva di perdere il filo della storia.<br />
– …Aveva un cavallo bianco, ben tenuto, lo faceva portare<br />
in giro per il paese e la gente accorreva ad ammirare su<br />
caddu ’e Zuacchinu, bello a vedersi. Avevamo un cavallo anche<br />
noi, lo tenevamo così… in estate lo davamo per portare<br />
i bagnanti alla marina di Dorgali. Andava e veniva senza<br />
stancarsi –. Si fermò senza sorridere. I suoi occhi tradivano<br />
l’emozione al ricordo del suo cavallo.<br />
– Al palio, su caddu ’e Zuacchinu arrivava sempre secondo:<br />
vinceva il nostro.<br />
Mama non chéret a mi cojubare<br />
Mamma non vuole che mi sposi<br />
rispondeva Nina, e lui saliva più leggero del vento e bussava<br />
piano alla finestra di quella galera sprangata di notte e di<br />
giorno.<br />
– Era bella? – gli chiesi e insistevo per sapere se, come dicevano,<br />
si fosse lasciata morire. Con un gesto deciso m’impose<br />
di non andare oltre. Guardava il camino spento e non era<br />
commosso.<br />
– Anche il mulino… e la luce…<br />
Non riusciva a ricomporre i frammenti dei suoi ricordi.<br />
Tutto ciò che riguardava Zuacchinu sembrava fosse fuori<br />
del tempo.<br />
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– Non era uomo che potesse rassegnarsi… Sì, rovo sulle<br />
spalle me ne ha gettato.<br />
Esitavo a parlare del suo ergastolo, ma volevo sapere.<br />
Mi disse di un misero furto di pecore che avevano voluto<br />
imputargli. Gli bruciava soltanto che l’avessero accomunato<br />
a due ladri di cui non ricordava neppure il nome. Ci voleva<br />
rispetto. Lui, allora, aveva l’armento più ricco del paese.<br />
– È il conflitto di sa Fraicada?<br />
Mi guardò stupito. Ancora una volta stentava a uscire<br />
dall’abisso del nulla, dove forse ancora brancolava la sua<br />
mente. Raccontò di un cavallo che avevano portato via a un<br />
suo amico. L’aveva preso unu bandideddu di Osidda e lui era<br />
andato a cercarlo.<br />
– Non sapevo che a Osidda ci fossero mai stati banditi,<br />
– commentava e rideva. Il ladro l’aveva scovato, ma era rimasto<br />
deluso, perché uomo non ce n’era.<br />
– Stavo male quando sono tornato in paese…<br />
Sembrava fosse ricaduto nel delirio di una febbre ricordando<br />
il suo arresto e il viaggio su un treno, lento come<br />
un’agonia, con i ferri ai polsi. Ogni tanto accennava a Zuacchinu<br />
e a su Turrarbesu, come lui chiamava colui che doveva<br />
essere il testimone chiave.<br />
Gli chiesi del fatto e lui ne parlò vagamente. Si trattava<br />
di una questione di cavalli. Tutta la sua esistenza era segnata<br />
dai cavalli, nel bene e nel male. Fece capire, ma per accenni,<br />
ch’era stato ucciso un carabiniere, e che a un altro era stata<br />
rotta la testa col calcio del fucile. Ma quel fatto sfumava nella<br />
sua memoria, com’era sfumato nella sua coscienza. Nell’accecamento<br />
di un attimo c’è un vuoto di vita… la morte<br />
risarcisce le vittime. Il vero dolore è consumare i ricordi nell’abisso<br />
di una galera.<br />
– Su Turrarbesu si contraddiceva, la mia salvezza era<br />
nella sua confusione…<br />
Ricordava il processo come un vento impetuoso che<br />
aveva abbattuto le querce. Erano rimaste le piante nane che<br />
non riuscivano a sollevarsi dalla terra. In quel cruccio mai<br />
placato si nascondeva il suo disprezzo per su bandideddu di<br />
Osidda e per i volgari ladri di pecore. Altri protagonisti erano<br />
entrati nel dramma della sua vita, e la caduta era stata<br />
inevitabile. Ricordava un altro treno dopo il primo processo.<br />
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