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Erthole - Sardegna Cultura

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– Rovo sulle spalle me ne ha gettato… –. Raccontava a<br />

fatica, come se quei fatti non potessero entrare in nessuna<br />

delle infinite possibilità di vita che aveva pensato nella galera<br />

di Portolongone. Gli chiesi della sua fuga con Nina, o rapimento,<br />

come diceva Zuacchinu, che aveva fatto inseguire<br />

quella figlia sciagurata da cento uomini armati.<br />

– Contos sono –. Pareva non ricordasse niente di quella<br />

storia che aveva avuto il suo epilogo a <strong>Erthole</strong>, crocevia di<br />

follie e di sciagure. Ricordavo la canzone che dicevano cantasse<br />

di notte alla povera Nina, rinchiusa nella casa paterna.<br />

S’aia pòtidu che bentu<br />

lizzéru in artu bolare.<br />

Se potessi come il vento / leggero in alto volare.<br />

Non mi ascoltava, temeva di perdere il filo della storia.<br />

– …Aveva un cavallo bianco, ben tenuto, lo faceva portare<br />

in giro per il paese e la gente accorreva ad ammirare su<br />

caddu ’e Zuacchinu, bello a vedersi. Avevamo un cavallo anche<br />

noi, lo tenevamo così… in estate lo davamo per portare<br />

i bagnanti alla marina di Dorgali. Andava e veniva senza<br />

stancarsi –. Si fermò senza sorridere. I suoi occhi tradivano<br />

l’emozione al ricordo del suo cavallo.<br />

– Al palio, su caddu ’e Zuacchinu arrivava sempre secondo:<br />

vinceva il nostro.<br />

Mama non chéret a mi cojubare<br />

Mamma non vuole che mi sposi<br />

rispondeva Nina, e lui saliva più leggero del vento e bussava<br />

piano alla finestra di quella galera sprangata di notte e di<br />

giorno.<br />

– Era bella? – gli chiesi e insistevo per sapere se, come dicevano,<br />

si fosse lasciata morire. Con un gesto deciso m’impose<br />

di non andare oltre. Guardava il camino spento e non era<br />

commosso.<br />

– Anche il mulino… e la luce…<br />

Non riusciva a ricomporre i frammenti dei suoi ricordi.<br />

Tutto ciò che riguardava Zuacchinu sembrava fosse fuori<br />

del tempo.<br />

46<br />

– Non era uomo che potesse rassegnarsi… Sì, rovo sulle<br />

spalle me ne ha gettato.<br />

Esitavo a parlare del suo ergastolo, ma volevo sapere.<br />

Mi disse di un misero furto di pecore che avevano voluto<br />

imputargli. Gli bruciava soltanto che l’avessero accomunato<br />

a due ladri di cui non ricordava neppure il nome. Ci voleva<br />

rispetto. Lui, allora, aveva l’armento più ricco del paese.<br />

– È il conflitto di sa Fraicada?<br />

Mi guardò stupito. Ancora una volta stentava a uscire<br />

dall’abisso del nulla, dove forse ancora brancolava la sua<br />

mente. Raccontò di un cavallo che avevano portato via a un<br />

suo amico. L’aveva preso unu bandideddu di Osidda e lui era<br />

andato a cercarlo.<br />

– Non sapevo che a Osidda ci fossero mai stati banditi,<br />

– commentava e rideva. Il ladro l’aveva scovato, ma era rimasto<br />

deluso, perché uomo non ce n’era.<br />

– Stavo male quando sono tornato in paese…<br />

Sembrava fosse ricaduto nel delirio di una febbre ricordando<br />

il suo arresto e il viaggio su un treno, lento come<br />

un’agonia, con i ferri ai polsi. Ogni tanto accennava a Zuacchinu<br />

e a su Turrarbesu, come lui chiamava colui che doveva<br />

essere il testimone chiave.<br />

Gli chiesi del fatto e lui ne parlò vagamente. Si trattava<br />

di una questione di cavalli. Tutta la sua esistenza era segnata<br />

dai cavalli, nel bene e nel male. Fece capire, ma per accenni,<br />

ch’era stato ucciso un carabiniere, e che a un altro era stata<br />

rotta la testa col calcio del fucile. Ma quel fatto sfumava nella<br />

sua memoria, com’era sfumato nella sua coscienza. Nell’accecamento<br />

di un attimo c’è un vuoto di vita… la morte<br />

risarcisce le vittime. Il vero dolore è consumare i ricordi nell’abisso<br />

di una galera.<br />

– Su Turrarbesu si contraddiceva, la mia salvezza era<br />

nella sua confusione…<br />

Ricordava il processo come un vento impetuoso che<br />

aveva abbattuto le querce. Erano rimaste le piante nane che<br />

non riuscivano a sollevarsi dalla terra. In quel cruccio mai<br />

placato si nascondeva il suo disprezzo per su bandideddu di<br />

Osidda e per i volgari ladri di pecore. Altri protagonisti erano<br />

entrati nel dramma della sua vita, e la caduta era stata<br />

inevitabile. Ricordava un altro treno dopo il primo processo.<br />

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