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Era calmo e non aveva più fretta. La strada l’aveva trovata,<br />
ormai. Gli parlai di un’idea che avevo in mente da tempo.<br />
– Mettiamoci insieme, tu, su Mudu, io e i pastori amici<br />
tuoi. Percorriamo altre strade. Ho un po’ di soldi, compriamo<br />
altre bestie e macchine…<br />
Mi disse che a <strong>Erthole</strong> non c’erano pastori. Lui e su Mudu…<br />
era come se non esistessero. Il mondo si era dimenticato<br />
di loro.<br />
– Bisogna restare qui, l’hai detto tu stesso.<br />
– Voi non potete.<br />
Gli dissi che non sapevo se sarei mai tornato a vivere come<br />
prima e lui mi parlò delle cose che non si potevano isconzare.<br />
– Forse non esiste neanche <strong>Erthole</strong>.<br />
Riprendemmo la strada e lui camminava lentamente,<br />
ora; provava scrupolo di avermi fatto correre. Mi raccontò le<br />
nuove del paese; ci sarebbe stata una festa grande a settembre,<br />
per il ritorno dei pastori dal continente.<br />
– Lasciano terre e case che danno ricchezza. Riprendono<br />
da capo, ciascuno in domo sua.<br />
Mi spiegò che i pascoli, anche se poveri, c’erano.<br />
– Chi ha visto e vissuto qualcosa di nuovo la porta sempre.<br />
La verità era un’altra. I ragazzi del paese salivano a Lopéne,<br />
a trumas. M’indicava quel luogo che pareva sospeso fra il<br />
cielo e la terra. Ritornai alle mie fantasie di ragazzo, quando<br />
sentivo parlare di sa tumba ’e Lopéne come di un luogo di<br />
giganti.<br />
– Cosa cercano i ragazzi a Lopéne? – chiesi.<br />
– Piantano alberi tra i sassi per cambiare il mondo.<br />
Il mutamento repentino di Luca, che aveva ritrovato sorriso<br />
e ironia, non mi sorprendeva. La sua era l’allegria della<br />
trasgressione, un riflesso di quella pazzia che nel nostro paese<br />
toccava un po’ tutti. Gli dissi che i ragazzi di Lopéne mi piacevano,<br />
e lui sorrise.<br />
– Sos istudiantes ci hanno fatto una canzone. Non abbiamo<br />
santi, ma abbiamo sos gosos.<br />
Le ombre dei giganti<br />
oscurano la valle;<br />
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le pietre delle strade<br />
raccontano la vita;<br />
i figli della notte<br />
ascoltano le stelle<br />
sui colli di Lopéne<br />
crescon già le foreste.<br />
– La canzone è lunga, quando l’avrò imparata ve la canterò<br />
tutta… siete contento?<br />
Gli feci un cenno con la testa e gli chiesi di accompagnarmi<br />
a Lopéne, volevo andare a trovare i ragazzi che ascoltavano<br />
le stelle. Il suo sorriso si velò di tristezza.<br />
– Io non posso uscire da <strong>Erthole</strong>, altrimenti… – e fece<br />
un gesto per indicare qualcosa che svaniva nell’aria.<br />
– Vi accompagnerà Maddalena, lei sa dov’è Lopéne, ci<br />
andava con Portólu.<br />
Eravamo arrivati alla casa. Mi salutò e riprese la strada<br />
che aveva ritrovato. Ogni tanto mi pareva di udire il suo canto<br />
lontano simile ai sussurri di <strong>Erthole</strong>.<br />
Sui colli di Lopéne<br />
crescon già le foreste.<br />
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